Il caso: Cosa succede a Elias?

La Honda sta aiutando il pilota spagnolo con un nuovo telaio


Cosa è successo a Toni Elias? Sono in molti a chiederselo. Il pilota spagnolo, l'ultimo privato a vincere un Gran Premio - accadde nel 2006 all'Estoril nel modo più eclatante possibile: battendo Rossi - è stato infatti la maglia nera in tutti i test del mondiale, ed anche in Qatar sarebbe finito ultimo, se una caduta non lo avesse tolto di scena.

"Ancora non abbiamo capito cosa è successo - spiega Lucio Cecchinello, proprietario del team LCR-Honda - dalla telemetria abbiamo solo visto che ha frenato molto forte, ma la ruota anteriore non avrebbe dovuto bloccarsi".

Lo ha fatto, probabilmente, perché Elias da questo inverno non riesce a guidare per mancanza di aderenza. Una cosa incredibile tenendo conto che nel 2010 Toni ha fatto una bellissima stagione vincendo il mondiale della Moto2.

"Gli abbiamo fatto realizzare delle boccole appositamente per modificare l'avancorsa, ma qualsiasi cosa facciamo alla moto non porta miglioramenti", ha rivelato l'ex campione della 125, oggi team manager.

Cecchinello è preoccupato, ed a ragione: con un solo pilota in pista essere così lontani dalle migliori posizioni è un grandissimo danno di immagine. Un peccato visto che Lucio, fra i team Satellite, è sempre stato fra i più innovativi.

Primo a scegliere l'opzione di avere title sponsor" gara per gara - una soluzione utilizzata tanti anni fa da Flavio Briatore in F.1 - Cecchinello ha portato qualche novità piacevole nell'immobile mondo della MotoGP, come la sponsorizzazione di Playboy che tanto ha fatto parlare.

"Per Jerez siamo fiduciosi, comunque - prosegue Lucio Cecchinello - anche perché l'HRC non ci ha lasciati soli e sta lavorando moltissimo, tanto da averci dato anche un telaio diverso".

Nella condizione di Cecchinello, un solo pilota in pista, quest'anno ci sono altri due team: quello di Karel Abraham e la Suzuki, ma in realtà la situazione del team LCR è unica. La casa di Hamamatsu, infatti, segue altre logiche essendo appunto la rappresentanza di una casa, mentre il team AB Cardion di Karel è sponsorizzato dall'industria paterna.

Fra le tre, insomma, solo quella italiana deve rendere conto agli sponsor. Una situazione non facile anche perché, come ha dimostrato l'incidente di Bautista, non è facilissimo trovare sostituti in MotoGP. Una cosa alla quale Dorna e FIM devono pensare ed al più presto se non voglioni ritrovarsi, più avanti nel campionato, con appena 13 piloti sul traguardo, come è accaduto a Losail.

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