Rossi, la Ducati e i fratelli d'Italia

Valentino, e poi? Una analisi su chi porta la bandiera nel motomondiale

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Unità d'Italia il giorno dopo. Un giorno che diventa occasione per una riflessione sullo stato di salute del motociclismo italiano all'indomani delle prime prove in notturna del Gran Premio del Qatar: chi porta la bandiera?

Ancora una volta è Valentino Rossi, anche se nella prima sessione di prove Marco Simoncelli ha fatto marginalmente di meglio. Siamo abituati a ben altre imprese di Rossi che un quinto tempo, ma ci ha egualmente sorpreso anche se alla fine non è riuscito nemmeno ad essere il miglior ducatista, superato dall'arrembante Barberà. Ma non è questo il punto.

La domanda è: chi c'è dietro di lui?

Beh, in questo momento davanti c'è l'amico-rivale Marco Simoncelli, che è vero che corre per la Honda, ma è all'interno dell'italianissimo team Gresini. Dunque, una garanzia. E poi? In MotoGP, ieri con l'ottavo tempo, abbiamo un altro ufficiale HRC, Andrea Dovizioso, che a volte ascoltando parlare ha la voce, ma non il carattere, di Luca Cadalora.

Un bel pilota, che non è ancora sbocciato e chissà se sboccerà, nonostante un titolo mondiale conquistato, diversi podi e molti piazzamenti. L'impressione è che Andrea sia un “troppo buono”.

E' vero, l'anno passato si è intestardito a rimanere con i colori Repsol e ce l'ha fatta, ma non si va in paradiso a dispetto dei santi e quest'anno per lui sarà o dentro o fuori.

Il discorso per Loris Capirossi è diverso. Lui la bandiera l'ha portata, e bene, a lungo: tre titoli iridati. Una carriera costellata di infortuni e imprese eroiche. Da qualche anno è in pensione. Lui e Carlo Pernat, il suo manager-amico, quando li scorgiamo di lontano, ci sembrano due reduci. Forse avrebbe dovuto passare alla Nolan e farsi fare un casco rosso da garibaldino come quello della pubblicità. Capirex c'è, non c'è, non c'è più. Però è una forte, sanguigno, vivo. Quando mollerà si sentirà la sua mancanza.

Ma c'è chi scalpita per venire fuori dalle retrovie? Abbiamo una fanteria di riserva in Moto2 e 125?

Macché: la ottavo di litro, che il prossimo anno cesserà di esistere, ormai è terra in mano nemica e possiamo solo osservarla da lontano con il binocolo.

Vasti territori una volta nelle nostre mani sono saldamente occupati dagli iberici che con lenta ed ossessiva costanza hanno scalzato italiani e giapponesi, una volta popolazione dominante.

Rimangono come avamposti isolati ragazzi che non ce la stanno facendo e non sappiamo se ce la faranno.

Il migliore ieri è stato Morciano, che corre con i colori del team Italia: diciottesimo. Alle sue spalle Grotzkyj, poi più in giù, parecchio più in giù, Tonucci, sempre con il tricolore sulla carenatura.

Arriveranno? E chi lo sa?

Sui giovani, si sa, in Italia non si investe ed il motociclismo non fa eccezione anche se il team Italia è rinato. Bah, rinato. Forse sarebbe convenuto concentrare gli sforzi sulla Moto2, dove qualche talento affiora, lasciare la minima cilindrata al suo destino ripartendo dalle basi.

Questo perché il quarto tempo di Andrea Iannone nella classe di mezzo fa sperare. Scoperto dal team SpeedUp di Luca Boscoscuro quest'anno Andrea ha deciso di giocare in proprio con il team Speed Master (che fantasia...) seguito da Uccio Salucci, l'amico di Valentino Rossi. E' una scommessa, ma l'abbruzzese è da tenere d'occhio. Chi vale vola.

Le nostre truppe in realtà sono concentrate proprio qui, in questo vasto territorio che oggi non è stato ancora pienamente occupato da nessuno. C'è un po' di tutto, inglesi, spagnoli e italiani soprattutto, e poi giapponesi, svizzeri, francesi, thailandesi, turchi: è il melting pot del motomondiale del futuro. Va monitorato, seguito, aiutato.

Ce n'è di italiani buoni: Pirro, Corti, la vecchia conoscenza De Angelis, così come Pasini, De Rosa, Corsi.  C'è chi spinge per tirare definitivamente fuori la testa e chi la testa l'ha già tirata fuori ma non è mai emerso del tutto. E' la legge dello sport, del resto.

Peccato che nessuno, o quasi, si accorga di questi sforzi, concentrati come siamo a sperare che la coppia leader Rossi-Ducati emerga.

Vabbè, Viva l'Italia.

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