Marco Melandri è passato da Roma di ritorno da Dubai, dove ha trascorso tre giorni di vacanza con la bella Manuela. Marco non ha perso l'occasione di inaugurare MotoDays, dopo una piacevole cena organizzata dal bravo Mattia Airoldi.
Era preoccupato, prima del GP d'Australia, il ravennate, ma il podio al debutto, in Gara 2, gli ha sgomberato la mente dai fantasmi.
"Sono tornato dall’ Australia con la soddisfazione di aver vinto. Si ho vinto la mia sfida, riprovare piacere nel guidare la mia moto e lottare, non con lei, ma per lei contro gli altri piloti - scrive Melandri nel suo nuovo sito, completamente rinnovato marcomelandri.it - Gara 1 è andata bene, ma ero deluso dal fatto di essere ad un soffio dal podio ed finire addirittura dietro al mio compagno che mi ha passato all’uscita dell’ultima curva perchè non avevo piu trazione. Sapevo che potevo fare molto di più, la spalla stava reggendo alla perfezione, ma due gare erano toste".
In realtà Marco ha spiegato che le Superbike sono meno faticose di una MotoGP.
"Soprattutto perché con i freni in acciaio si forza di meno in staccata. Poi per il resto, ovviamente, le SBK si muovono molto di più e sono più pesanti. Correre due manche in una sola giornata non mi ha stancato: il chilometraggio complessivo è più elevato di quello di un Gran Premio tradizionale, ma fisicamente, spalla a parte, ero preparatissimo".
Vincente, per Marco, è stato operare profondi cambiamenti alla moto, fra Gara 1 e Gara 2.
"Dopo Gara 1 il team ha fatto un lavoro incredibile sulla moto, io avevo male alla spalla buona, la sinistra, perchè in Gara 1 quando la moto ha perso grip ed ha iniziato a muoversi mi aiutavo troppo con la spalla sinistra visto che non avevo più energie alla destra. Questo mi preoccupava un po'. Una volta partiti in Gara 2, per circa cinque o sei giri sono andato solo di adrenalina, forse non ho neanche mai respirato. La moto era decisamente più a posto e una volta spalla a spalla con Biaggi non volevo di certo lasciarlo andare".
Quella fra i due è stata una bella lotta. Anche perché non era la prima volta che si incontravano.
"Il duello è stato figo, pulito, anche perchè mi sverniciava solo nel dritto... ogni volta che lo passavo al rampino in discesa scommettevo con me stesso se mi avrebbe ripassato prima di mettere la 6a marcia sul dritto o già in 5a… è stato buffo. Lui ha vinto la prima battaglia ma la guerra è lunga… sportivamente parlando! A dir la verità abbiamo fatto la battaglia dei poveri perchè Checa è stato talmente superiore a Phillip Island che neanche lo si considerava più. Bisognerà ridurgli un po' la dose di SpeedRace, la bevanda che distribuisco...e dovrò anche farlo vincere un po' di meno perché quando ho fatto il contratto con lui non ho pensato che andasse così forte!".
Adesso il prossimo obiettivo è Donington.
"A Donington conto di riprendermi ciò che ho lasciato a Phillip Island, correndo un'altra grande gara. Spero di non trovare troppo freddo, perchè ormai sto diventando "vecchietto" e il mio fisico ne risente. Gli avversari? Punto deciso a Checa, che è in testa al mondiale".