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"Supersic": un volume per ricordare Marco Simoncelli

La conferenza e due chiacchiere con il curatore, Marco Evangelisti

Moto - News: "Supersic": un volume per ricordare Marco Simoncelli

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Si è tenuta ieri sera nella Capitale, presso una concessionaria Honda (Mega Bike), la conferenza stampa di presentazione di "Supersic", un volume fotografico curato da Marco Evangelisti su Marco Simoncelli. Presenti all’evento anche il Presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Paolo Sesti, ed il relatore Federico Porrozzi, collega giornalista della Gazzetta dello Sport.

Iniziamo da quella che è la cosa forse più importante: parte del ricavato sarà devoluta alla O.N.L.U.S. Rimini Autismo una associazione che il Sic ha sempre supportato. Ad aprire la conferenza, lo stesso Marco Evangelisti, collega giornalista del Corriere dello Sport-Stadio, al quale sono seguite le parole del Presidente FMI, Paolo Sesti, che ha parlato anche di sicurezza in pista e di come le MotoGP siano esageratamente esasperate, sia a livello di prestazioni che di costi. Federico Porrozzi ci ha poi regalato dei bellissimi ricordi di Simoncelli, raccontando di quando, allora pilota in 250, partecipò come Wild Card ad una gara in WSBK (Imola), con l’umiltà che da sempre lo distingueva e sorpassando Max Biaggi con una discussissima manovra. Non poteva mancare poi, un intervento di Carlo Florenzano (Responsabile Racing Honda Italia).

"Supersic" è già stato acquistato, in appena 10 giorni, da ben 20.000 persone, e sicuramente, sotto Natale, avrà modo di aumentare le copie vendute. La prefazione è curata proprio da Paolo Sesti, a cui segue un ricordo dell’editore Federico Pisani (la casa editrice è la Gargoyle). Il vero e proprio libro è poi diviso in tre parti, dove Evangelisti dipinge un ritratto del Campione del Mondo 250, per poi passare ad una cronistoria della vittoria del Mondiale del 2008, per terminare con un racconto dell’esordio del Sic in MotoGP, la sua ascesa nella categoria ed il tragico incidente.

Ben 62 le fotografie di Getty Images, una più bella dell’altra e che raccolgono il meglio della sua carriera, oltre a permettere di ricordare quello che rimarrà per noi motociclisti l’unico numero 58 del Motomondiale. In mezzo, le narrazioni che cercano di far ricordare SuperSic "da vivo".

Abbiamo poi scambiato due chiacchiere in amicizia con Marco Evangelisti, ecco un sunto della nostra conversazione.

Marco Evangelisti, chi è e cosa fai nella vita…
"Sono un giornalista del Corriere dello Sport-Stadio, mi occupo di motori, in particolar modo di Formula 1, ma in generale tutto quello che riguarda il motor sport".

Come nasce questo libro su Simoncelli?
"Nasce come un tentativo di dare voce all’emozione che ha suscitato la morte di questo ragazzo in persone che magari non lo conoscevano direttamente, ed io sono il primo. Non ero amico di Marco Simoncelli, al massimo l’ho incrociato in qualche evento. Però quando mi ha raggiunto la notizia della morte di Marco che casualmente quel giorno non avevo visto in diretta, non stavo guardando il Gran Premio, mi ha telefonato il nostro inviato da Sepang, Paolo Scalera, e la prima cosa che mi ha detto piangendo è stata "E’ morto, è morto!". Gli ho chiesto chi fosse morto, e lui mi disse il nome. Io mi sono sentito come se fosse venuto a mancare una persona cara ed evidentemente non sono stato l’unico a vivere questa emozione… a subire questa ondata, questa onda anomala sentimentale, perché anche l’editore Gargoyle, Federico Pisani, ha avuto l’idea di inaugurare questa collana "Accadimenti", che sono book particolarmente curati per essere instant book, basati su fatti di cronaca, cucinati a caldo, e mi ha proposto di curare questo libro su Simoncelli".

E tu, hai accettato subito immagino...
"Io ho accettato subito, già sul giornale per cui lavoro avevo già scritto qualcosa su di lui e fare una cosa un po’ più ampia per trasmettere meglio l’emozione mi sembrava una buona idea. In più, c’era questa iniziativa di devolvere parte dei proventi a Rimini Autismo, una O.N.L.U.S che Marco aiutava".

Certo quando accadono questo tipo di cose, e seguono azioni di questo tipo, si può anche pensare che la cosa si fatta con l’intento di lucrarci sopra. Mi vengono in mente i social network: appena Marco ci ha lasciato, nascevano gruppi come funghi sulla sua morte o cose del genere…
"Inizialmente avevamo il dubbio che potesse sembrare un’opera di sciacallaggio, ma l’idea di devolvere parte dei proventi in beneficenza… Devo dire che però la gran parte delle iniziative che sono venute sulla scia della morte di Simoncelli, non sono state opere di sciacallaggio, ma sono davvero frutto della particolarità, dell’unicità di un personaggio che nel mondo dei piloti allevati in batteria, era vero, sincero. Era uno che stava imparando sulla sua pelle e anche sulla pelle degli altri, ma in maniera sempre involontaria, a guidare e forse anche a diventare un campione, questo non lo possiamo sapere. Di sicuro però, lui guidava in maniera particolare, viveva in maniera particolare, aveva un look particolare… quindi aveva tutte le stigmate di un personaggio. Questo in parte spiega l’emozione che ha suscitato con la sua morte. Ci è sembrato doveroso – ripeto, l’idea è dell’editore – devolvere parte dei proventi del libro a questa O.N.L.U.S. che Marco aiutava, anche per in questa maniera, questa sensazione sgradevole che può venire dal fare un libro così, a caldo, sulla morte di una persona, potrebbe suscitare".

Stavo guardando il prezzo di copertina, 13 euro, potrebbe essere un’ottima idea regalo per Natale.
"Io credo di si, il prezzo è popolare, le foto sono molto belle, sono tutte immagini che trasmettono vita, che non trasmettono morte, ma chi avrà la bontà anche di leggere anche i testi che ho scritto, vedrà che la morte di Simoncelli è molto marginale in questo racconto. C’è il Simoncelli vivo, o almeno ho tentato di dare un ritratto del Simoncelli vivo, come l’ho conosciuto, attraverso i racconti di chi gli è stato vicino, attraverso le cose uscite sui giornali su di lui, attraverso le sue parole. Noi siamo quello che facciamo, siamo quello che diciamo, siamo le nostre azioni. Come diceva Forrest Gump, "stupido è chi lo stupido fa". Marco Simoncelli è stato Marco Simoncelli perché faceva il Marco Simoncelli e quindi credo che tutto sommato il Simoncelli che esce da questo libro, pur non venendo da un mio amico intimo, possa aver colto, almeno questo è stato il mio tentativo, l’essenza di questo ragazzo".

20.000 copie in 10 giorni...
"Beh sono rimasto piacevolmente impressionato. Marco deve rimanere nella memoria, ovviamente non solo attraverso questo libro, ce ne sono tanti altri, ci saranno altre pubblicazioni… le iniziative dei Fanclub del suo paese, Coriano… Credo che questo possa essere un piccolo contributo alla memoria di un ragazzo che secondo me ha portato un messaggio importante, e che cioè si può affrontare la vita col sorriso sulle labbra anche in tempi tristi come quelli che viviamo".

Lui è andato a smuovere un qualcosa anche nelle persone che non seguono la MotoGP. Noi ci lavoriamo e quindi sappiamo diverse cose, ma molti lo hanno in qualche modo conosciuto dopo. Pensi che questo tragico evento avvicinerà più persone al mondo della MotoGP?
"Il mondo della MotoGP ha bisogno di una scossa. Valentino Rossi sta vivendo un momento di crisi, nessuno può sperare che sia la morte di un pilota a dare questa scossa, però Marco va ricordato come vivo, sorridente, un esempio per quello che ha fatto, un pilota, un uomo diverso in un mondo robotizzato in questo momento, può avvicinare un pubblico ancora più vasto alla moto".

Concludiamo con una frase di Marco che troverete anche sul retro del libro: "Si vive di più andando cinque minuti su una moto come questa di quanto non faccia certa gente in una vita intera"…

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