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Schwantz: MotoGP no elettronica

"Le carriere ora sono più longeve, ma vorrei rivedere i posteriori fumare"

MotoGP: Schwantz: MotoGP no elettronica

Negli ultimi anni, la MotoGP ha fronteggiato una inarrestabile carenza di ciò che un tempo era il suo marchio di fabbrica: i sorpassi. Pochissime anche le gare concluse sul filo di lana - Catalunya 2009 non sembra che un lontano ricordo - con buona pace degli appassionati della classe regina, pallida immagine di sé stessa. Nel processo contro la noia incipiente delle corse, elettronica e gomme continuano ad essere chiamate al banco degli imputati.

Da un lato, i pneumatici Bridgestone sono stati recentemente accusati anche da Valentino Rossi di eccessiva uniformità (solo due opzioni a disposizione dei piloti per gran parte della scorsa stagione) e pericolosità di utilizzo. Dall’altro, l'elettronica sarebbe paradossalmente colpevole di aver reso le moto più clementi, aumentando quasi sempre la sicurezza a scapito dello spettacolo. Quasi. Perchè, a volte, il Traction Control (TC) snatura drasticamente il comportamento delle moto e impedisce ai piloti di fare la differenza con la pura sensibilità.

Figlio di un'epoca tecnologicamente arretrata, ma ricca di derapate e sorpassi, l’ex iridato 500 Kevin Schwantz ha riassunto succintamente l’odi et amo del motomondiale per l'elettronica sulle righe di Superbike Planet, scrivendo: “La maggior parte dei piloti la detesta: preferirebbero che fossero il talento ed il polso a controllare la moto. I costruttori la amano: l'elettronica è una sfida per gli ingegneri e si trasferisce facilmente alle moto di serie".

Il fulcro della contesa tra sostenitori e detrattori delle moderne centraline è un compromesso, finora elusivo, tra sicurezza e spettacolo. "Il controllo trazione ha senza dubbio esteso le carriere dei piloti, rendendo queste moto molto più clementi - ha scritto Schwantz - Da quel punto di vista, mi pare un'ottima cosa. Per quanto riguarda la competizione, mi piacerebbe vedere questi ragazzi dondolarsi dal manubrio e dalle pedane con la ruota posteriore fumante. Mi piacerebbe togliere l'elettronica del tutto, ma, dal punto di vista della sicurezza, un prototipo da 250 cavalli nella classe regina dovrebbe montare tecnologia d'ultimo grido".

Una soluzione intermedia pare comunque difficile da raggiungere, visto che le case costruttrici hanno interesse a correre in MotoGP per sperimentare soluzioni ingegneristiche, prima ancora che per questioni di immagine. "Non credo si possa trovare un compromesso - ha aggiunto il texano, lanciando una proposta provocatoria - O si lascia un'elettronica senza limitazioni, o la si toglie del tutto. Ma credo che il controllo della trazione, e soprattutto della rotazione del posteriore, dovrebbe restare nel polso destro dei piloti".

A prescindere dalla nostalgia del passato, non ci è dato sapere se una MotoGP meno evoluta sia necessariamente più spettacolare. Secondo voi, dove sta la soluzione? Lasciate i vostri commenti su Facebook.

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