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Honda a Eicma 2011: tutto su Crosstourer e Integra

Intervista con i progettisti Hasegawa e Aoki, che ci raccontano la genesi delle nuove Honda

Moto - News: Honda a Eicma 2011: tutto su Crosstourer e Integra
Le moto giapponesi non sono tutte uguali, così come non lo sono i giapponesi stessi, anche se noi europei tendiamo alla generalizzazione della popolazione con gli occhi a mandorla.
A parte gli occhi, appunto, i due progettisti Honda che incontriamo all’Eicma sono diversi come le moto su cui hanno lavorato: Yosuke Hasegawa con la Crosstourer e Masanori Aoki con la Integra.

Della Crosstourer, la nuova nata nel mondo dei cosiddetti enduroni versatili come coltellini svizzeri, Hasegawa, che avevamo già intervistato a Eicma 2010 ci racconta la sua nascita: "Dopo aver presentato il prototipo lo scorso anno la risposta del pubblico era stata molto positiva, inoltre la tendenza globale ci portava in questa direzione e quindi abbiamo deciso di portare avanti il progetto utilizzando la base del Crossrunner".

E’ curioso come negli anni scorsi BMW, ovvero il riferimento nel settore, abbia lasciato quel terreno per entrare nel vostro, ossia il mondo racing di cui da sempre Honda è leader, costruendo la S1000RR mentre voi ora guardate a loro con questa diretta concorrente.
"Vero, Honda vuole sempre essere il numero uno del mercato e in quel settore eravamo rimasti un po’ indietro. Il trend di mercato ha fatto il resto".

Con il DCT presente in quasi tutti i nuovi modelli Honda si ha l’impressione che stia cercando di uniformare gli utenti di scooter e quelli di motociclette: è corretto?
"Sì, è così. Spesso l’utente che si avvicina agli scooter o ai maxi scooter non ha interesse o necessità di una motocicletta in termini classici, anche se dopo un certo periodo può essere attratto da qualcosa di più evoluto. Avere un cambio di questo tipo, sequenziale e manuale, lo aiuta sicuramente nel passaggio e incute meno timore".

Quindi il futuro di tutte le moto sarà con cambio doppia frizione?
"Noi pensiamo di sì"

Anche per le moto sportive o addirittura i prototipi da MotoGP?
"Sì, avrà sicuramente bisogno di uno sviluppo ulteriore ma stiamo lavorando su questo per il futuro".

Tornando alla Crosstourer, è la moto definitiva, la famosa moto totale?
"E’ la moto che manda in pensione il Varadero, con una posizione di guida più comoda e decisamente più versatile, quindi lo potrebbe diventare, certo".

Di poche parole Hasegawa, forse di questa moto i plus sono talmente evidenti che raccontarli non serve a molto.
Masanori Aoki invece sorride molto, potrebbe essere il padre del povero Tomizawa da come gli somiglia, e parla solo in giapponese, accompagnando la fine di ogni frase con un leggero inchino del capo. Dalle sue parole si percepisce una passione totale che lo lega a Honda dal 1978, più di vent’anni di progetti a due ruote.

"Ho sempre voluto essere il numero uno - un sentimento ricorrente nella casa giapponese - appena entrato in Honda il mio obbiettivo era la velocità. E ci sono riuscito con la NSR250. Poi ho voluto essere il numero uno delle moto da turismo, e ho progettato la Honda Gold Wing. Infine, tre anni fa, ho accettato la sfida per essere il numero uno nel cosiddetto middle range, la moto di uso quotidiano, di media cilindrata. Col mio team di progettisti non avevamo un’idea precisa, li ho lasciati liberi di scegliere che tipo di moto costruire ma dopo diversi meeting non eravamo arrivati al punto. Così siamo usciti dall’ufficio e li ho portati a bere".

Per essere liberi e creativi?
"Sì, esatto, per discuterne senza costrizioni. Quando si è più disinibiti si è più creativi e infatti alla fine abbiamo avuto l’idea giusta: una sorta di maxi scooter che avesse come vantaggio il basso consumo e il rispetto dell’ambiente. A questo punto però eravamo in ritardo per eseguire uno studio approfondito a rendere un motore di una moto efficiente nei consumi, perciò ci siamo guardati attorno. Che cosa faceva la concorrenza? Le case produttrici di moto e auto come BMW avevano a disposizione il reparto ricerca e sviluppo automobili dove questi studi erano molto accurati, e noi...anche! Quindi abbiamo bussato alla porta del nostro reparto auto e abbiamo trovato la soluzione: il motore con il miglior rapporto tra resa, consumi e bassi valori inquinanti era quello della Honda Jazz.
Noi lo abbiamo tagliato a metà e montato sulla nostra moto. Era perfetto in tutto tranne che nel sound. Andare in moto trasmette sensazioni uniche e un motore di un’auto - proprio perché dev’essere silenzioso - non le da. Abbiamo risolto questo problema apparentemente marginale fasando a 270° l’albero motore, per dare all’Integra un’erogazione simile a quella di un bicilindrico a V.
L’utilizzo del DCT e gli ampi vani portaoggetti hanno avvicinato ancora di più questo mezzo al concetto automobilistico per uso urbano.
Ma rimane una moto. Che sembra uno scooter. Con il motore di un’auto"
.

Sembra quasi uno di quegli strani trapianti che si vedono in Italia, dove motori di GSX-R 1000 vengono montanti su vecchie Fiat 500...
"Davvero fate cose del genere? quindi non vi sembrerà così strano...".

Non troppo. E il futuro cosa prevede? Un Integra "junior", magari dimezzando ulteriormente la metà del motore della Jazz?
"Non ci avevo pensato, mi avete dato una bella idea!".


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