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EICMA: scontro tra Superbike

Al Salone di Milano, case italiane e giapponesi su due filosofie diverse

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Il 69esimo Salone del Ciclo e Motociclo di Milano ha appena aperto i battenti, ma sembra avere già la sua regina. E’ la Ducati, che proprio all’Eicma ha presentato la sua ultima Superbike, la 1199 Panigale.

Il mercato delle Supersportive, riceve quindi nuovo impulso, nuova linfa vitale dal nuovo modello partorito dalla mente degli uomini in Rosso. La Panigale ha decisamente alzato il livello qualitativo di questo segmento, andando ad avvicinare sempre di più il concetto di Superbike con targa e fanali.

Ducati in questo senso, ha esplorato, attingendo a piene mani dalla tecnologia MotoGP, portando alla ribalta una moto con un motore portante – il superquadro -  in grado di sviluppare 195 cavalli a 10.650 giri/min, ed una coppia di 132 Nm a 9000 giri. Tecnica, ricerca, rivoluzione: questi sono gli aggettivi che vengono in mente, osservando la 1199 Panigale, il cui peso si attesta a soli 164 kg, ben 11 in meno della 1198.

Discorso differente va fatto per le altre case motociclistiche. Con l’avvento della crisi economica mondiale, il Sol Levante ha pensato principalmente ad evolvere i propri modelli senza voler rivoluzionare. Si è lavorato molto sull’elettronica, sulla riduzione dei pesi e delle masse, sullo sviluppo motoristico, ma non si è cercato una nuova via. Semplicemente si è pensato a continuare sulla propria strada.

Ragionamento, in fin dei conti, anche condivisibile, ma che cozza con quanto visto nella metà degli anni 2000, quando le quattro sorelle del Sol levante si sfidavano presentando modelli sempre nuovi e sempre più evoluti.

Suzuki GSX R 1000 K12Partiamo da Suzuki che, proprio all’Eicma, ha presentato il suo nuovo modello K12. L’evoluzione, secondo quanto riportato anche dalla cartella stampa, c’è ed è ben evidente: riduzione del peso (ora la Gixxer pesa due chilogrammi in meno), metodo di lavoro differente per la costruzione dei pistoni ( Finite Element Method), compressione che passa da 12,8:1 a 12,9:1 e conseguente miglior prestazione del motore ai medi e bassi regimi. Un lavoro di fino quindi, ma niente di rivoluzionario per un modello che, sostanzialmente, è rimasto lo stesso dal 2007.
Anzi, a voler proprio essere pignoli, ad Hamamatsu non hanno pensato nemmeno a dotare la nuova Gixxer di traction control.

Controllo di trazione che, da quest’anno invece, è presente sulla Yamaha YZF R1 2012. Ad Iwata, si è pensato ad affinare la moto che, all’esordio, vinse il campionato mondiale Superbike con Ben Spies in sella. Come detto, la maggior novità riguarda la gestione elettronica del motore a scoppi irregolari, e l’adozione del TC. Un funzionamento che si basa su due sensori posti sulla ruota che comunicano con la centralina. Quest’ultima, conseguentemente, regola la quantità di carburante iniettata, l’anticipo dell’accensione e le valvole a farfalla.

Chi ha manifestato un’evoluzione maggiore, anche dal punto di vista stilistico, è stata la Honda, che all’Eicma ha presentato la sua CBR 1000 RR Fireblade 2012. L’estetica è rinnovata, e lo si nota fin dal primo sguardo: il cupolino ed il gruppo ottico sono stati completamente rinnovati. I fanali sono più affilati, e puntano verso l’alto, convergendo oltretutto anche con le prese d’aria. Rinnovato anche il codino, più filante e aggressivo. Aggiornamenti e innovazione che non hanno coinvolto il quattro cilindri in linea, confermato a 999,8 cc, e capace di sviluppare 178 Cv a 12.000 giri. A Tokio hanno puntato però a sviluppare un nuovo setting di mappature.


MV AGUSTA F4 RQuasi inutile parlare di Kawasaki ed Aprilia, che all’Eicma hanno portato i modelli 2011 delle proprie Superbike.

In questo clima, sembra quasi incredibile che le grandi case Giapponesi abbiano puntato ad una politica “evoluzionistica” ma parsimoniosa, mentre Ducati ed MV Agusta, con risorse economiche inferiori, abbiano portato dei veri e propri sviluppi. Già, perché anche la casa di Schiranna si distingue in questo Salone del Ciclo e del Motociclo, grazie alla MV F4 R, con il nuovo propulsore Corsa Corta, in grado di sviluppare una potenza pari a 195,2 cavalli a 13.000 giri/min, grazie a condotti di aspirazione nuovi, valvole maggiorate sia allo scarico che all’aspirazione e corpi farfallati da 49mm.

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