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Dorna: MotoGP solo con CRT dal 2013

Il CEO Ezpeleta vuole meno costi e più spettacolo

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Con l’appuntamento finale della stagione a Valencia, le MotoGP correranno l’ultimo gran premio dell’era 800cc, da tempo al centro di un acceso dibattito. Introdotte nel 2007 per rivitalizzare il motomondiale, le 800 hanno fallito nell’intento di creare gare maggiormente combattute. Peggio ancora, i costi delle moto sono cresciuti progressivamente, riducendo il numero di team e moto in campionato.


Nel tentativo di risolvere questi problemi, l’anno prossimo la MotoGP tornerà ad utilizzare motori da 1000cc. Inoltre, ammetterà l’uso di propulsori derivati di serie.


In un’intervista radio a Cadena SER, il CEO della Dorna Carmelo Ezpeleta ha analizzato gli attuali problemi della MotoGP e parlato dei principali cambiamenti regolamentari volti a dare nuova linfa al motomondiale.


Secondo Ezpeleta, il passaggio a motori 1000 è volto innanzitutto ad assecondare le tendenze di mercato e aumentare la redditività degli investimenti di ricerca nel campo dei prototipi. Tuttavia, il cambio di regolamento ha soprattutto due obiettivi principali: ridurre i costi e aumentare lo spettacolo.


Come esempio dell’attuale insostenibilità economica della MotoGP, Ezpeleta ha fatto notare che un prototipo come l’attuale Honda RC212V costa all’incirca tre milioni di euro in leasing ai team privati. “Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un incremento sostanziale dei costi di moto 'artigianali' che sono sostenibili solo dalle case costruttrici – ha detto – Se vuoi avere una moto e correre nel mondiale, il prezzo lo fanno le case. Tutto questo perché, al momento, sono le uniche a produrre moto con le quali si possa correre per regolamento”.


Da qui l’idea di aprire le porte della MotoGP a team privati (i cosiddetti CRT) che sperimentino l’uso di motori derivati di serie. Per incentivarne la partecipazione, il regolamento consente ai CRT l’utilizzo di 12 motori nell’arco della stagione (contro i 6 dei prototipi) e una capacità di serbatoio di 24 litri (contro i 21 dei prototipi).


“La MotoGP avrà sostanzialmente due tipi di moto in griglia il prossimo anno – ha dichiarato Ezpeleta – Prototipi che costano molti soldi e vengono schierati dai team costruttori ufficiali e alcune squadre satellite, e moto con motori derivati di serie e maggiore capacità di serbatoio ”.


Tra i mali della MotoGP odierna, oltre ai motori, vengono anche spesso citate gomme ed elettronica. In entrambi i casi, la Dorna vuole adottare soluzioni più omologate“Stiamo ancora valutando le possibili soluzioni con il Comitato di sicurezza, ma vogliamo un pneumatico più standard – ha detto Ezpeleta – Quelli utilizzati attualmente sono molto performanti ma anche troppo radicali: o va molto bene, o molto male”.


Stesso discorso per l’elettronica, che copre un ruolo fondamentale nel tentativo di rinnovamento della MotoGP. “Tutti i motori 1000 sul mercato hanno un alesaggio massimo di 81mm – ha dichiarato Ezpeleta – L'unica cosa che cambia è l'elettronica. In futuro, si utilizzeranno centraline uguali per tutti, dando la possibilità ai team di scegliere autonomamente che motori usare.


L’evidente scacco della Dorna alle grandi case costruttrici è sintomo di un tentativo di emulare la struttura economica della F1, che ha da sempre molte squadre private nel suo novero. “Vorrei che, a partire dal 2013, tutte le MotoGP abbiano caratteristiche simili. Se l’elettronica e i motori saranno gli stessi, ci sarà una maggiore possibilità di avere gare entusiasmanti e abbassare i costi del motomondiale odierno”.

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