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Il presentimento di Tomizawa

IL RICORDO, Sabbatani: "Se lo sentiva e voleva tornare in Giappone a pregare"

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E' il 5 settembre. Un anno fa, proprio nel circuito di Misano in cui si è appena corso il mondiale, è mancato tragicamente in gara il pilota giapponese Shoya Tomizawa.

Lui, Tomi, è stato il primo pilota a vincere una gara di Moto2 all'esordio in Qatar di questa categoria. Lui, gentile ed educato, era il ragazzo dagli occhi che sapevano ridere, e lo facevano sempre. Un'inspiegabile sfortuna, di quelle che fortunatamente oggigiorno capitano di rado, e la sua vita si è spenta sotto gli occhi di tutti.

A distanza di un anno (e nella stessa tragica data in cui, sempre a Misano, un infortunio costrinse Wayne Rainey sulla sedia a rotelle), i genitori di Tomi sono venuti sul luogo della tragedia, a respirare ancora una volta il ricordo del loro figlio.

“Stamattina i suoi genitori andranno dov'è successo il fatto" racconta l'ex pilota Max Sabbatani, ora nel Team CIPMOTO, il team di Shoya. Erano come fratelli Max e Tomi...

“Il sabato sera prima della gara di Misano – racconta Sabbatani - saranno state le dieci e mezza undici, cioè quando Tomi andava a dormire,  mi chiama e mi chiede: 'domani sera posso venire a dormire a casa tua? Lunedì vorrei andare in Giappone, se mi porti a Bologna...'. Io gli ho risposto 'ma tra quindici giorni c'è la Spagna... se vai in Giappone e poi torni ti prendi una stancata per niente' e lui mi ha risposto 'sì però devo andare, devo andare in un tempio a pregare prima di Aragon'. Lui si sentiva qualcosa e voleva andare a casa a pregare prima della prossima gara”.

Il Team farà un'asta di beneficenza ad Alès, in Francia, dove ha sede il Team.

“Abbiamo messo su e-bay un po' di materiale dei piloti e del team – spiega Sabbatani – il ricavato sarà devoluto alla famiglia di Shoya”.

 


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