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Psicosi Giappone: l'aria che tira

Visite guidate alle centrali nucleari per sedare la paura

Moto - News: Psicosi Giappone: l'aria che tira

C'è un clima strano nei paddock del Motomondiale, quest'anno.

L'aria è pesante a Misano e genera affanno, e non solo perché è carica di umidità.

C'è che ogni anno 'fare il mondiale' è sempre meno facile, ma mai come quest'anno la colonnina delle difficoltà sta scalando il faticometro con andamento verticale.

Di sicuro ci si è messa la crisi economica mondiale, che già da sola induce gli sponsor a ripiegare nelle tasche i portafogli. Poi ci sono la conseguente crisi del mercato moto, il carobiglietti per l'accesso alle gare e il difficile matrimonio tra Ducati e Rossi, che dirada il pubblico di appassionati sugli spalti. Insomma, prima che lo tsunami abbattesse la centrale nucleare di Fukushima, di spunti per farsi venire il mal di pancia ce n'erano già a sufficienza.

Ma è la trasferta per il GP del Giappone la vicenda che rende l'aria irrespirabile. La paura di sbarcare a Motegi spaventa il popolo dei paddock ormai esasperato da polemiche e psicosi.

Da un lato piloti, giornalisti, e addetti ai lavori, dall'altra i vertici Dorna: divisi come Orazi e Curiazi in una linea di confine che è tracciata chiaramente; quasi nessuno ci vuole andare e più si scende di categoria (intesa come cilindrata) e ci si inoltra nella tendopoli della Moto2 e della 125, e più il disagio e lo sgomento aumenta, un altro tsunami, nel quale gossip e status quo si frullano insieme generando notizie omogeneizzate, che vengono distribuite e somministrate in grandi quantità.

Un tam tam che parte e echeggia fra i box, che pochi verificano, che qualcuno smentisce, che qualcun altro rettifica.

“Qui da noi non si è visto nessuno – commenta il team manager di un team della 125 – ci hanno solo fatto sapere a chiare lettere che non possiamo esimerci dall'andare in Giappone. ma ci hanno risposto che se vogliamo stare a casa va bene, ma chi sta a casa non avrà modo di iscriversi al Mondiale Moto3, dato che hanno spostato la data della conferma definitiva alle iscrizioni proprio al giovedì pomeriggio del GP del Giappone”.

I dati ufficiali e ufficiosi sulle emissioni radioattive vengono diramati da uno schermo all'altro dei computer, e poi stampati e portati con sé, come un documento personale. Tutti si improvvisano scienziati nucleari capaci di interpretarne i parametri.

“Oggi ci hanno fatto fare un incontro con una dottoressa – spiega terrorizzato un pilota minorenne – per convincerci del perché non ci dobbiamo preoccupare. Io ora sono confuso. Il mio Team mi dice che non vorrebbe ma si deve andare, ma i miei genitori si rifiutano di firmarmi il permesso. E io ho paura e non so cosa devo fare”.

Le voci vorticano all'impazzata, dall'Australia (il GP successivo al Giappone) che negherebbe lo sbarco ai 'paddock radioattivi' provenienti dal Giappone, al licenziamento in tronco di chi, anche in Dorna, si rifiutasse di partire. Ma c'è anche chi non è preoccupato.

“Noi siamo sereni, non siamo preoccupati - ha detto Gino Borsoi, il team manager dei Team di Aspar Martinez che corrono nelle tre categorie – Stiamo organizzando per i nostri Team  una visita alla centrale nucleare di Cofrente, vicino a Valencia –  Dato che non pensiamo di essere in grado di interpretare i dati che arrivano, preferiamo che chi fa quel mestiere spieghi ai nostri meccanici e piloti come e perché non è pericoloso andarci”.

E poi aggiunge Ci faremo misurare i nostri valori radioattivi e quando rientreremo dal Giappone ce li misureranno ancora, in modo che tutti finalmente possano stare tranquilli”.

E la soap opera nipponica prosegue. To be continued...

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