Il vento e le temperature decisamente inferiori rispetto a quelle di ieri e di questa mattina (21° all'aria e 29° all'asfalto) hanno caratterizzato i 30 giri del GP del Sachsenring. Come predetto da Franco Uncini, è stata una gara asciutta, e comunque probabilmente la gara più bella e avvincente della stagione. Mai scontata e ricca di sorpassi in volata e colpi di scena, una vera e propria tre-in-uno, che ha visto scintille nella lotta per il podio, nella lotta per la settima posizione e in quella per l'undicesima.
Ha vinto lo storico dominatore del Sachsenring Dani Pedrosa (già detentore del record del circuito col tempo di 1'21”882 e vincitore al Sachsenring per la quinta volta, compresa quella dello scorso anno!). Una vittoria voluta e meritata ma non scontata, visto che sì, il tracciato tedesco allo spagnolo strizza l'occhio da sempre, ma è vero anche che Dani ha corso da convalescente per effetto dei recenti infortuni.
Sul secondo gradino del podio (un secondo posto che vale una vittoria...) è salito Jorge Lorenzo, che ha fatto una gara spettacolare mettendo in cascina altri 20 punti importantissimi in chiave di campionato, grazie ad un sorpasso all'ultima curva su Casey Stoner, giunto terzo. "Quasi un miracolo", dichiarerà poi lo spagnolo entusiasta.
L'australiano (sette podi successivi, la più lunga sequenza da quando è in MotoGP) mantiene così il suo predominio nella classifica del mondo con 168 punti, ma Jorge Lorenzo accorcia le distanze e con i 20 punti di oggi sale a quota 153.
Il quarto posto se l'è aggiudicato Andrea Dovizioso dopo una bella battaglia; il pilota di Forlimpopoli nulla ha potuto però contro la potenza scatenata dei tre davanti. Grande gara di Ben Spies, partito male dalla quinta casella e arrivato quinto, dopo una rimonta e un sorpasso in volata ai danni di Marco Simoncelli (6°).
Poi Bautista (7°), Hayden (8°) e Rossi (9°), quest'utimo autore di una bella rimonta, salvo perdere il duello con Bautista e con il compagno di squadra all'ultima curva.
La gara. Inizia con un brivido il via di Jorge Lorenzo nel giro di allineamento, quando la sua Yamaha M1 si spegne e lo spagnolo deve spingerla per riavviarla.
Al via, partono bene Stoner e Pedrosa ma Jorge Lorenzo fa un capolavoro nell'iinfilarsi in seconda posizione con un sorpasso all'esterno, dal nostalgico sapore 'por fuera'. Lorenzo si porta così davanti e al primo giro transita per primo inseguito da Pedrosa, Dovizioso, Stoner, Spies, Simoncelli, mentre Rossi, partito 16° in griglia, è già 12°.
Al 2° giro Dovizioso passa Pedrosa e inizia ad inseguire Lorenzo: dietro allo spagnolo si trovano una in fila all'altra le quattro Honda di punta, poi Spies, Hayden e Bautista (in gran forma nel warm up di questa mattina dove ha chiuso col 4° tempo). Al 4° giro, Stoner registra il giro più veloce e si porta in seconda posizione all'attacco del suo rivale principale su Yamaha. Lo passa alla fine del giro con una staccata estrema girando 6 decimi più veloce dello spagnolo.
All'8° giro Stoner riaccende un casco rosso (1'22”136) tentando così la fuga su Lorenzo; giro veloce anche di Pedrosa, che passa, Dovizioso 4°.
Nel frattempo Rossi in gran forma (1'22”977) inizia una serie di sorpassi tra cui quello sull'ex compagno di squadra Colin Edwards, e raggiunge la nona piazza.
Al 13° giro inizia una bella battaglia carena con carena tra Dovizioso e Simoncelli per la quarta posizione. Ha la meglio Simoncelli, mentre dalla nona posizione Rossi e Hayden (8°) iniziano un balletto a due tra compagni di squadra Ducati.
Al 20° giro, dopo aver registrato il giro più veloce, Pedrosa passa Lorenzo e agguanta la leadership della gara. Lorenzo viene passato quattro giri dopo da Casey Stoner e slitta così al terzo posto. Nel frattempo Rossi passa Bautista guadagnando l'ottava posizione, ma sempre con il compagno di squadra Hayden davanti.
All'ultimo giro Lorenzo passa Stoner e va a chiudere in seconda posizione, dietro a Pedrosa.
Così le gomme. Anteriore: tutti i piloti hanno montato le extra dure eccetto Abraham, Elias, Barberà, Guintoli e Aoyama. Posteriore: tutti con la dura eccetto Barberà, De Puniet e Bautista.