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Autovelox in gestione: la storia infinita

Ennesimo caso di apparecchi dati dai Comuni in gestione a ditte esterne

Moto - News: Autovelox in gestione: la storia infinita

Autovelox che i Comuni danno in gestione a ditte esterne: il problema è alla radice. Primo, manca una normativa del tutto chiara, che impedisca alle amministazioni di interpretare in modo strano e discutibile le regole. Secondo, non c’è una forte sanzione per quei Comuni che calpestano le regole. Una scarsa deterrenza consente agli Enti locali di non subire gravi conseguenze in caso di inadempienze.

E ora la storia si ripete, per l’ennesima volta. Stando alla Cassazione (sentenza 7785/2011), è annullabile la multa (emessa da un Comune) per eccesso di velocità se l’autovelox, affidato in gestione ad una azienda privata, non è presidiato da un Vigile. Così è stato respinto il ricorso (gli Enti locali ci provano sempre) di un Comune che aveva sanzionato un guidatore in provincia di Bolzano. Il problema, infatti, è che la Polizia municipale aveva preso visione della corretta installazione dell’autovelox ma non aveva presidiato la postazione fissa in fase di accertamento dell'infrazione; fase di accertamento affidata di fatto ad una ditta privata esterna.
Proprio dal verbale di accertamento non emergeva, secondo la Cassazione, che il rilevamento era avvenuto a opera di un Vigile, "unico abilitato ad attribuire fede privilegiata all’accertamento".

Con questi sotterfugi continui e ripetuti ai danni di chi va in moto e in auto, il dubbio è lecito: i Comuni pare intendano spartirsi la torta delle multe (attraverso gli autovelox) assieme a ditte private esterne. Un meccanismo perverso che danneggia la sicurezza stradale e intacca la fiducia di motociclisti e automobilisti verso le istituzioni.

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