Non ci si capisce più nulla. Gli appassionati che da casa seguono le prove libere dal Qatar stanno assistendo a continui colpi di scena, incorniciati da due unici punti fermi: Casey Stoner è sempre davanti, e Toni Elias è sempre in fondo. Tra di loro ad ogni turno succede tutto e il contrario di tutto.
L’australiano, fresco di un giro mozzafiato su tre nel turno precedente, ha riposizionato ieri sera il suo nome in testa alla lista con un giro veloce che ha messo 0,158 secondi fra lui e Pedrosa. Dovizioso è a oltre 7 decimi e Simoncelli 13°, per cui si può serenamente proclamare Stoner vincitore del mini trofeo Honda d'inverno disputato fra i quattro ufficiali.
Lorenzo 4°. Un risultato non particolarmente soddisfacente per il Campione del Mondo in carica che però, se non altro, è riuscito questa volta a mettersi alle spalle l’insidiosissimo compagno di squadra Ben Spies. Lo spagnolo pensava che il tuffo nel laghetto di Jerez lo scorso anno con rischio di apnee perenni, fosse uno dei momenti peggiori della sua vita, invece l’uccellino del paddock sta cominciando a cinguettare l'ipotesi che il morale di Jorge stia già subendo gli attacchi del texano, il cui talento pare lo abbia colto in contropiede. Jorge non è l’unico ad essersene accorto un po’ in ritardo; un fatto inspiegabile se si considera che Ben s’è fatto strada fin qui bastonando, come in un videogame, uno tosto del calibro di Matt Mladin. Per questo è difficile aspettarsi da quello che in molti definiscono il ‘Predestinato’, educate galanterie, come quella di cedere il passo...
Tra i colpi di scena del Qatar c’è che Hector Barberà è ancora una volta la prima Ducati. I tifosi traducono: si è messo dietro ancora una volta Valentino.
Forse forse che la moto italiana con pilota italiano abbia bisogno di un bicchiere di vino italiano allo spegnersi del semaforo? Il sommelier della MotoGP suggerisce dell’ottimo Barbera.
Dopo Edwards, vecchio marpione della MotoGP e della Superbike e grande poleman, è riuscito a farsi strada al penultimo giro Valentino Rossi (8°), che fino a qualche minuto prima era dietro anche alla Yamaha dell’esordiente Cal Crutchlow. Sta faticando parecchio il biondo di Tavullia, “la spalla e il telaio” non sono una favola di Esopo ma l’argomento più trattato da qualche mese a questa parte e ci chiediamo un po’ tutti cosa frulli veramente nella mente di Vale in questo periodo. Chissà, magari sta rivalutando la sua stima nei confronti di Stoner, oppure sta cominciando fin da ora a limitare l’assunzione di latticini, per non incappare in quella fastidiosa intolleranza alimentare che ha costretto l'australiano ad uno stop forzato. Vale, ce la devi fare. Prova a sostituire il traliccio con l'omero e a mettere l'omero al posto del telaio, da qualche parte la soluzione ci dovrà pur essere!
Dopo il gruppetto di 'centro-sud' composto da De Puniet, Capirossi e, appunto, Crutchlow, troviamo in 12° posizione Hiroshi Aoyama, che vince il derby contro il compagno di squadra Marco Simoncelli con il quale c’è ancora in sospeso quel conto salato del 2009, quando Hiro sfilò al Sic il titolo di Campione del Mondo 250.
In 14° posizione Nicky Hayden... Da casa nessuno ha capito cosa stia succedendo a Kentuky Kid, che quest’anno non è ancora riuscito ad entrare “in palla” e che con questi risultati concorre a consolidare negli animi dei tifosi l’idea che la Ducati sia una moto che non si guida. Chi non si augura di rivedere presto il sorriso sulla bocca più scintillante del Motomondiale alzi la mano!
Poi (e siamo quasi alla fine) c’è Karel Abraham detto 'Cadel', per gli innumerevoli sforzi operati in carriera nel difficile compito di contrastare la forza di gravità. Ma con la botta che ieri sera ha dato contro il serbatoio per evitare una caduta, c’è il rischio che questa volta abbia contrastato irreparabilmente oltre alla forza di gravità, anche la forza di gravidanza...
Brutto volo per Bautista e femore spezzato. Tre dispiaceri in uno: 1) Questa non ci voleva povero Alvaro, proprio all’inizio del mondiale. Guarisci presto! 2) John Hopkins, mito delle folle, ha tenuto la tuta indossata per tre giorni ma oggi, proprio oggi, ha deciso di tornare in America.John, cosa sei tornato a fare?! ...Non ti smentisci mai. 3) Domenica non vedremo correre la Suzuki.
‘Amarus’ in fundi: Toni Elias. Ultimo sempre, nei test, nelle prove, col sole, col vento, col buio, col caldo e col freddo. Ultimo. Fa effetto vedere un pilota scendere da una Moto2 da Campione del Mondo e vederlo risalire su una MotoGP (sempre Honda, sempre 800cc come due anni fa, Toni!) per finire sempre lì in fondo.
Che sia la testimonianza vivente che la Moto2 non è una categoria propedeutica alla MotoGP?