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WSBK 2011, Aprilia: Max Biaggi sceglie il numero 1

Biaggi: "Vincere è difficile, ma confermarsi lo è di più"

Moto - News: WSBK 2011, Aprilia: Max Biaggi sceglie il numero 1

Un pilota italiano Campione del Mondo in sella a una moto italiana: il 2010 è stato per il team Aprilia Alitalia l'anno dei trionfi e dei record. Max Biaggi è stato il primo italiano nella storia a conquistare l'alloro di Campione del Mondo SBK, la Aprilia RSV4 ha portato il Mondiale Costruttori alla casa di Noale, un traguardo che ha permesso ad Aprilia di aggiornare il suo palmares che ora conta 45 titoli iridati conquistati nelle diverse discipline del motociclismo agonistico.

La struttura del team tricolore è rimasta invariata per il 2011: il cinque volte campione del mondo Max Biaggi e il britannico Leon Camier sono i piloti che porteranno in gara le evoluzioni delle rispettive RSV4, mentre Gigi dall'Igna è confermato nel doppio ruolo di Direttore Tecnico e Sportivo.
Francesco Guidotti è il Team Manager, capotecnico della moto di Max Biaggi è Giovanni Sandi, mentre a coordinare l'attività del team di Camier è sempre Emanuele Martinelli.

A Phillip Island l'obiettivo di Biaggi è quindi ambizioso in una stagione che lo vedrà scendere in pista con il numero 1: dopo tanti dubbi, infatti, Max ha deciso di accantonare lo storico numero 3, per far capire a tutti che il primo con cui bisognerà fare i conti in pista è sempre lui.

Da campioni del mondo tu e l'Aprilia sarete il riferimento per gli avversari. Sei pronto a questa nuova sfida?
"Sicuramente l'exploit del 2010 ci mette nel mirino di tutti. Non dobbiamo però lasciarci intimidire dalla pressione, la strada giusta è quella del lavoro e della tranquillità. La posta in gioco è alta, vincere è difficilissimo ma confermarsi al vertice è molto, molto più dura. Ne siamo coscienti e quindi, prima di tutto, non sottovaluto gli avversari. Abbiamo una gran squadra, una bella moto, io mi sento in forma e cerco di non farmi mancare le motivazioni".

A proposito di moto, come ti è sembrata la RSV4 durante i test pre-stagionali?
"Veloce, ma questa ormai non è una novità. Il feeling è ottimo, si tratta di affinare i particolari che ci danno meno fiducia mantenendo i punti forti di una moto indubbiamente competitiva. La nostra strategia è pragmatica: prevede piccoli passi, evoluzioni continue senza stravolgimenti. I ragazzi in pista e a Noale (l'headquarter di Aprilia, in provincia di Venezia, ndr) lavorano senza sosta per darmi il miglior materiale, poi il mio compito è sfruttarlo al meglio".

Arriva in Superbike Marco Melandri, Leon Haslam avrà sicuramente voglia di rivincita: come vedi i tuoi avversari?
"E' difficile giudicare i valori in campo, e rimarrà così anche dopo la prima gara. Solo verso metà campionato potremo veramente capire chi ha fatto le scelte giuste e il lavoro migliore. Indubbiamente ci sono vari piloti, oltre a Melandri e Haslam penso anche a Rea, che hanno grandi potenzialità e dispongono di ottime moto. Senza mai dimenticare una vecchia volpe come Checa. Sarà davvero dura difendere il titolo ma ci divertiremo, questo è sicuro".

Sei il primo italiano che abbia mai conquistato il mondiale Superbike, ma anche prima di raggiungere questo storico traguardo - in sella a una moto italiana, per di più - hai sempre dichiarato di amare la competizione del WSBK.
"Confermo tutto. Mi è piaciuto fin da subito, anche perché mi sono adattato bene allo stile di guida che queste moto impongono. I valori livellati e il grande agonismo che contraddistingue la Superbike fanno il resto, non a caso gli appassionati giudicano il nostro come il campionato più spettacolare delle due ruote. Bagarre in pista e rapporti umani rilassati nel paddock: questo è lo spirito giusto".

Eppure dopo il mondiale, quando tutti si aspettavano un rinnovo scontato del tuo impegno nel WSBK con Aprilia, hai "regalato" ai tuoi tifosi un bel po' di suspense: in autunno si parlò esplicitamente di ritiro dalle gare. Che c'è stato di vero?
"C'è stato che dopo una stagione così dura e dopo aver raggiunto un traguardo così importante, è stato giusto fermarsi un attimo a pensare, a riflettere. Per capire se nel mio intimo c'erano ancora le motivazioni, la forza di affrontare un'altra stagione. Non ho mai fatto e non farò mai le cose a metà, tanto per fare. Un campionato come quello che ci aspetta deve essere affrontato con motivazioni e dedizione assolute. Ho avuto bisogno di avere vicino la mia famiglia, i miei affetti per capire cosa fare. E' stato giusto farlo e ora non ho alcun dubbio sulla scelta fatta".

Oltre che essere un riferimento in pista, sei anche il pilota più presente in televisione, più fotografato e più ricercato da tifosi e giornalisti. Come vivi questo lato del tuo lavoro?
"Non può che farmi piacere, perché se la gente ti cerca significa che ti ammira. Ho sempre cercato il contatto con il pubblico, specialmente con i miei fans più sfegatati che spesso mi preparano delle sorprese dopo la bandiera a scacchi. Il tifo è la nostra vera forza, è ciò che ci spinge a dare il massimo anche nelle situazioni più complicate".


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