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Tar: no aumento pedaggi su autostrade e Gra

Il Tar del Lazio annulla il Decreto che aumentava le tariffe

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Clamorosa decisione del Tar del Lazio: ha cancellato il Decreto (della presidenza del Consiglio dei ministri del 25 giugno 2010) che rincarava i pedaggi, partire dal 1° maggio 2011, su tre tipi di strada. Quelle che si interconnettono con autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta dell’Anas; il Grande raccordo anulare di Roma; l’Asse attrezzato Chieti-Pescara. Dovevano scattare il 1° maggio 2011. Adesso tutto torna in bilico. Resta da vedere se l’Anas farà ricorso a sua volta al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio.

CHI HA VINTO

A essersi rivolti al Tar sono stati la Provincia di Roma (con 41 comuni del Lazio), Firenze, Rieti, Ferrara e Pescara; oltre alla Regione Toscana, al Comune di Fiano Romano e al Movimento dei cittadini.

NON C’È INTERCONNESSIONE
Nella sentenza del Tar, si legge che non c’è la necessaria e imprescindibile corrispondenza tra chi è tenuto al pagamento del pedaggio e quanti utilizzano le tratte di strada interessate dal provvedimento. "La tariffa, al pari della tassa, è dovuta per la fruizione di un servizio a domanda individuale, secondo il principio del ‘beneficio’, in ragione del quale il pagamento è dovuto da chi riceve l’utilità, che si contrappone al criterio della ‘capacità contributiva’ alla base del sistema delle imposte". Secondo il Tar, nel caso che esamina, la tariffa ha natura di corrispettivo per la fruizione di un servizio "divisibile": la stessa deve essere posta a carico del soggetto che fruisce del servizio, vale a dire dell’infrastruttura in gestione diretta Anas. Ecco il passaggio chiave: "La ricorrente ha fatto presente che, per otto stazioni di esazione che interferiscono sul territorio provinciale, non sussisterebbe la necessaria interconnessione con le tratte di strade in gestione diretta Anas soggette al nuovo pedaggio".

SECONDA VITTORIA

Ma occhio anche a questo passaggio della sentenza, forse ancora più pesante: secondo il Tar, il Decreto sarebbe adottato in violazione "di norme comunitarie, nonché della norma nazionale di recepimento, atteso che determina forfettariamente la maggiorazione per le classi di pedaggio, a prescindere peraltro dall'effettivo uso dell'infrastruttura".

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