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Autovelox: pessima sentenza. Per i Comuni...

La Cassazione mette altri paletti al loro uso

Moto - News: Autovelox: pessima sentenza. Per i Comuni...

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La parola "autovelox" evoca una valanga di multe e di polemiche. Perché sono troppi i Comuni che con eccessiva disinvoltura utilizzano le macchinette per fare cassa, anziché per migliorare la sicurezza stradale. Tant’è vero che sono migliaia i ricorsi accolti dai Giudici di Pace; che il ministro dell’Interno Maroni s’è visto costretto tempo fa a emanare una circolare per disciplinare l’uso dei dispositivi; e che la Cassazione è stata chiamata a pronunciarsi decine di volte in materia. Ma la più recente sentenza, benché estremamente complicata e soggetta a più interpretazioni, è di quelle che lasciano il segno. Con decisione 3701 del 15 febbraio 2011, infatti, la Corte Suprema ha anzitutto stabilito che la multa per eccesso di velocità data con un autovelox (senza agente di Polizia) su strade urbane può essere annullata se mal posizionato dal Comune.

IN DETTAGLIO
Il cattivo posizionamento consiste in questo: il travalicamento dei limiti imposti dalla legge sul tasso di incidentalità e sulle condizioni strutturali della strada urbana. In sostanza, il Comune chiede e ottiene l’autorizzazione del Prefetto a installare un autovelox su determinate strade, dove si verificano molti sinistri. Ma se un motociclista multato reputa che le caratteristiche richieste per legge mancano (incidentalità non elevata), e se il Giudice di Pace concorda, la sanzione è annullata.

QUANDO VALE
Il Giudice di Pace può quindi cancellare i verbali se su quella strada urbana, dove c’è l’autovelox autorizzato dal Prefetto, mancano il tasso elevato d’incidentalità, e le condizioni strutturali plano-altimetriche e di traffico necessarie ("per le quali non è possibile procedere al fermo di un veicolo senza recare pregiudizio alla sicurezza della circolazione, alla fluidità del traffico o all' incolumità degli agenti operanti e dei soggetti controllati").

SI VA OLTRE
Occhio: il Giudice di Pace, secondo la Cassazione se verifica che il Prefetto eccede dai limiti segnati dal Codice della Strada, "può disapplicare il provvedimento amministrativo". Il passaggio successivo? Un ricorso al Tar, da parte di un semplice cittadino, lamentando la lesione di un interesse legittimo.

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