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Graziano: Vale, un uragano nella vita

AUDIO Papà Rossi ricorda l'arrivo 33 anni fa del 9 volte iridato E' 16 febbraio di trentadue anni fa. Stefania, una bellissima ragazza bionda con gli occhi azzurri


Questo articolo è dell'anno passato...ve lo riproponiamo.

E' il 16 febbraio di trentadue anni fa. Stefania, una bellissima ragazza bionda con gli occhi azzurri partorisce nell'ospedale di Urbino un bimbo che segnerà a vita la storia del motociclismo mondiale.

Suo papà, Graziano Rossi, è un motociclista che corre nella stessa "classe" di Franco Uncini, Marco Lucchinelli, Virginio Ferrari. Ha lasciato la Suzuki 500 con la quale l'anno precedente ha chiuso il mondiale in 16a posizione e sta per iniziare una nuova stagione con la Morbidelli.

La nascita del piccolo Valentino arriva in un contesto di sconquasso generale nella vita del pilota 25enne e genera ulteriore sconquasso.

Come andarono le cose quel 16 febbraio 1979 l'abbiamo chiesto proprio a Graziano Rossi costringendolo a scavare nella caotica cesta dei vecchi ricordi. Dalla quale ha estratto una dolcezza infinita...

“Tu pensi che io mi ricordi cos’è successo 32 anni fa? – ha risposto il “Grazia”, così lo chiama Valentino - “Io mi ricordo che la sua mamma era incasinata in quel periodo perché doveva partorire e io ero incasinato quanto lei, a casa nostra c’era un gran casino per le corse che stavano per iniziare. Poi io avrei corso con la Morbidelli quell’anno lì e come tutti i ‘febbrai’ della vita  si inizia l’anno e c’è sempre un gran casino. Però mi ricordo che nonostante questo riuscii ad essere vicino a loro”

L’hai accompagnata in ospedale ad Urbino?

“Credo senz’altro di averli accompagnati in ospedale e poi credo senz’altro di... non mi ricordo!”

Ti ricordi quando è nato, se era di mattina, all’ora di pranzo, o di sera?

“No, non mi ricordo ma secondo me era di sera perché lui di mattina non è pronto a fare niente adesso e nemmeno allora, non è pronto nemmeno a nascere di mattina, lui di mattina dorme!”.

C’era il sole o pioveva?

“C’era assolutamente il sole perché il giorno in cui è nato Valentino non poteva che esserci meno che il sole”.

Quali emozioni hai provato appena l’hai visto?

“Una cosa che gli uomini e i babbi non sanno spiegare, perché è una cosa tanto importante da non riuscire a capire l’emozione. L’emozione era di dover cominciare a fare subito qualcosa per lui, a metterlo a posto, non so, a vestirlo, prepararlo per il battesimo”

Sapevate prima che sarebbe stato un maschietto?

“No, all’epoca non c’erano degli esami che te lo dicevano prima. Giusto? Trent’anni fa c’era questo esame che te lo diceva prima? Secondo me non c’era”.

Chi ha deciso il nome Valentino?

“L’abbiamo deciso insieme io e la sua mamma, d’accordo entrambi, non ricordo a chi sia venuto in mente...”

Ti faccio una domanda difficile: ti ricordi se è nato di parto naturale o cesareo?

“Naturale”, risponde il Grazia dopo una breve pausa.

E quanto pesava?

“3 chili e 4”

E’ stato un parto veloce o lento? Questa è una domanda tendenziosa...

“Assolutamente veloce, non avrebbe mai potuto essere un parto lento! Mai!”

Cosa ti è rimasto di quel periodo?

“Avevo 25 anni, facevo il pilota di moto e... mi ricordo solo di una grande felicità, perché a 25 anni un uomo può essere o già maturo oppure ancora stupido come un ragazzino e io a 25 anni ero ancora stupido come un ragazzino, e quando un uomo è così avere un figlio gli fa un effetto meraviglioso”.

Tipo?

“Ho provato il terrore dell’idea di dover diventare grande perché un uomo con un figlio dovrebbe in teoria diventare grande. Poi invece mi sono reso conto che un bambino è una cosa che gioca, che sorride, che piange, che urla, che fa chiasso, che fa casino quindi un figlio porta un grande casino alla vita di chiunque, una grande gioia e una serie ininterrotta di sorrisi e di incazzature, perché poi i bimbi movimentano la vita, anche se è già movimentata. Un figlio porta sconquassamento e una grande dolcezza”.

Qual è il primo regalino che gli hai fatto?

“Non ricordo proprio, inventa tu qualcosa ...come una scatola di “baci”.

Poi è andata a finire che lui è cresciuto e tu invece stai ancora cercando di...

“Lui non è cresciuto più di me per sua fortuna – risponde divertito – Vale se adesso dovesse avere un figlio avrebbe la stessa reazione emotiva che ho avuto io quando è nato lui, cioè di pensare di dover crescere a tutti i costi quando invece non è necessario”.

Potendoglielo fare, qual è il regalo che Valentino apprezzerebbe di più per il suo compleanno e per questo 2011, un anno ancora una volta particolare?

“Fammi pensare... Adesso lui ha superato da poco un problema molto serio che è il dolore alla spalla che lo ha perseguitato per tutto l’anno scorso; il regalo che gli vorrei fare oggi è una dichiarazione, un contratto firmato da qualcuno che dico io che non si farà male mai più”.

Qualcuno come... Gesù Cristo?

“Sì, qualcuno di quel giro, è naturalmente una preghiera che mi piacerebbe si realizzasse: che non si facesse male più”.

Però bisogna crederci in Gesù Cristo, sennò...

“Io e lui ci crediamo abbastanza da chiedergli un grande favore e da pensare che ce lo faccia!”

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