I VIP e le moto, ma servono?

Paris Hilton, Francesco Totti, Vasco Rossi e Antonio Banderas i volti noti del motomondiale

Share


L'ultima ad arrivare sarà Paris Hilton, attirata da non si sa quale interesse, approderà nella 125 a partire dal prossimo anno, si ma fino a quando?

Presumibilmente l'amore della spensierata ereditiera per il mondo poco glamour delle due ruote, terminerà presto. Ma non ci interessa adesso. Quello che conta è che l'ingresso della ricca ragazza americana coincida anche con il ritorno di Rossano Brazzi, che ritorna finalmente a fare il suo lavoro di capotecnico dopo la fuoriuscita di Aprilia dal mondiale.

Ebbene, Paris Hilton è l'ultima, Vasco Rossi fu uno dei primi e uno di quelli più fortunati, perchè almeno un titolo mondiale lo portò a casa con Roberto Locatelli nel 2000 e sempre in 125.

Poi venne il turno di Eros Ramazzotti, di Francesco Totti che sfiorò il titolo con Mattia Pasini sempre nella ottavo di litro nel 2005. Ultimo della serie l'attore spagnolo di Hollywood Antonio Banderas (nella foto accanto) che ha dato il suo nome a una scuderia che ha corso nel 2009 nella Moto2. Purtroppo il main sponsor che supportava l'operazione ha già dato forfait e con lui anche la squadra di Banderas.

I VIP insomma, non disdegnano il fatto di dare il loro nome a una squadra, ma quanto investono e che progetti hanno per il futuro? Nessuno. Il loro è solo un interesse di facciata per una sete di notorietà momentanea, magari per riportare su un gradimento in picchiata o per figurare investimenti che fanno comodo far vedere. Sicuramente quest'ultimo non è il problema della Hilton che di soldi, anche da diseredata ne ha e ne fa a palate.

Il problema che si pone però è più ampio. Il mondiale dei prototipi sta costantemente perdendo di credibilità, ma dall'alto. Il pesce, come sappiamo tutti, puzza sempre dalla testa ed è la classe regina quella che condiziona gli investimenti a cascata anche sulle altre categorie. 17 partenti in fila per tre, sponsor in fuga, squadre tenute su con l'ossigeno della Dorna e pochi nuovi investitori veramente interessati a fare business sfruttando l'immagine e lo spettacolo delle moto. C'è anche l'incertezza a tenere lontano chi si affaccia. Pensiamo solo ai cambi per i regolamenti. In meno di 10 anni si è passati dalla 500 alla MotoGP 1000, che poi è cambiata in 800 (per ridurre i costi, aumentandoli) e che tornerà ancora una volta a 1000 nel 2012.

Le altre classi poi non fanno eccezione con la Moto2 che ha preso il via quest'anno dopo due anni di "si dice" e si "dovrebbe" per quanto riguarda un regolamento che è stato chiaro solo a gennaio del 2010. La Moto3, invece, che arriverà anche lei nel 2012, ha già un po' più la struttura delineata, ma la prudenza di chi deve fare le moto (per ora solo la Honda e Giampiero Sacchi hanno in mano qualcosa, mentre la KTM potrebbe tornare anche solo come fornitore di motori) fa riflettere.

Il dado, dissero più di duemila anni fa, è tratto, ovvero è stato lanciato. Cosa deve aspettarsi questo sport, allora? Quali sono i piani di organizzatori e investitori per i prossimi 10 anni? La sensazione è quella di navigare a vista, un po' un tirare a campare all'italiana aggrappati tutti a un solo uomo, che non è Carmelo Ezpeleta, ma Valentino Rossi. Aspettando le decisioni del campionissimo di Tavullia, sulla sua voglia di continuare a correre o smettere, nel frattempo, quello che continua ad aumentare sono i costi, quello che potrebbe diminuire sono i loghi sulle carene.

Nessuno vuole correre il rischio di vedere sparire l'interesse nello sport che ci piace, ma se dovessimo scrivere a qualcuno per esprimere i desideri, sarebbe meglio attrarre investitori che VIP.

 


__

Articoli che potrebbero interessarti