Jorge rimbalza e vince. Rossi: "Bye"

Grande prova di Lorenzo: bravo. Grandi sportellate: belle. Grande attesa (per il test)


… e le sportellate sono arrivate, come la grandine. La più battente, quella caduta su Jorge Lorenzo, che nel tentativo di superare Simoncelli ha peccato di ottimismo (“prego, si accomodi” non è una frase da Motomondiale) ed è quasi finito a terra. L’impressione ottica, anzi, è che ci sia proprio finito, rimbalzando poi in verticale come fosse gomma (corollario: quest’anno è il suo anno. Meritatamente).

Poi, chicche e sorbe tra Dovizioso, lo stesso Simoncelli, Pedrosa, fin tanto che è rimasto nei paraggi e Ben Spies. Qualcuno immaginava l’americano addirittura assente dalla competizione, causa acciacchi; invece, non solo si è allineato assieme agli altri ad ogni sessione, ma ha conquistato il quarto posto. Con lui, tre Yamaha nei primi quattro posti con Stoner, accerchiato, asserragliato con la Ducati al secondo.

Dall’ultima gara in calendario ci si aspetta sempre che riassuma l’annata, fissi una gerarchia ed effettui magari una proiezione verso il futuro. Non capita quasi mai, perché gli argomenti in ballo quando la stagione è agli sgoccioli ed ampiamente decisa sono assolutamente diversi da quelli che l’hanno innervata quando il gioco era duro per davvero, ed ogni gol valeva il campionato. Però, questo GP della Comunità Valenciana in  qualche modo ci è riuscito.

Lorenzo: campione con merito. Tutto sommato, rifiutandosi di lasciargli la precedenza, Simoncelli gli ha fatto un favore. Jorge ha sì rischiato di cadere, ma quel quasi-ruzzolone ha trasformato una normale gara in un avvenimento straordinario. Lo spagnolo, con una azione da stunt-man, si è rimesso in sella, in linea ed in gara. Non solo: ha poi sciorinato decisione, sangue freddo, capacità di calcolo, manico e memoria breve. Ha dimostrato, insomma, che quelle gare giocate in difesa, quando ad ogni vigilia annunciava che l’obiettivo era il podio, lasciando che tutti lo immaginassero con il braccino, erano proprio quello che sembravano: un trattenere i colpi per evitare danni esattamente quanto il grande risultato era a portata di mano. Gioco, partita, incontro. Cappello.

Bye bye Baby. E' la scritta sulla maglietta indossata da Rossi per salutare la Yamaha. I riferimenti possono essere diversi; così, a memoria, almeno tre canzoni, almeno un film. La citazione più calzante (speriamo) è quella ad un brano cantato da Marylin Monroe, ed in cui si salutava un amore non perché fosse dissolto, ma perché gli innamorati vedevano davanti a sè, entrambi, nuove vite. Non vi pare?

Tourbillon di seggiolini: chi ci ha guadagnato? Nemmeno i test di martedì e mercoledì basteranno per fornire una indicazione affidabile, ma gli ultimi GP raccontano che la Yamaha ha rischiato con intelligenza. Lorenzo non è primo solo perché passava giusto di lì per caso, e Spies sarà degno compagno. Rossi è in po’ in difficoltà; la frattura ha spezzato non solo la gamba ma anche il ritmo, la banda Burgess riesce in qualche colpo grosso ma non con la continuità di un tempo. La Ducati chissà che cosa è: forse una gran moto con un gran pilota che non riesce ad essere quel rullo compressore che tutti ricordano. Certo che se Hayden fosse rimasto in piedi, forse oggi si sarebbe scritto un racconto diverso.

Italiani. Sarà una grande annata, per lo sport dei motori nostrano, il 2011 che già si preannuncia. Rossi sulla Rossa; Biaggi su Aprilia, e Campione del Mondo. Cairoli Campione del Mondo nell’off-road. In GP2, la sorella minore della F.1, vittoria di un team italiano. Per la Ferrari, c’è da attendere qualche ora, e qualche gara, e si saprà (incrociamo e tocchiamo).

Sipario. Fino a martedì mattina.




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