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Moto2: è caos per gli esclusi

La comunicazione tra IRTA e Team non funziona per colpa della lingua

Moto2: Moto2: è caos per gli esclusi

Sabato scorso, in Giappone, è stato reso pubblico da IRTA (l'associazione internazionale dei Team) l'elenco dei Team ammessi in Moto2 per la stagione 2011. Al fine di ridurre la griglia dei partenti di quest'anno, infittita da un numero eccessivo di piloti iscritti (40), Dorna, in accordo con IRTA, è passata con la cesoia e ha potato il 30% della chioma di questa neonata categoria.

Il numeroso popolo di Moto2 – team manager, staff tecnici, piloti – ha ricevuto sulla propria scrivania il foglio degli ammessi. Nei giorni successivi, alcuni media hanno pubblicato i nomi degli esclusi e chi ha riconosciuto il proprio nome è rimasto sgomento.

Morale: attualmente in Moto2 regna un discreto caos. Sembra che tutti parlino con tutti fatta eccezione, forse, con le persone che contano. Dagli altoparlanti di Radio Paddock si diffondono notizie più o meno confermate di gettoni d'ingresso da versare, fideiussioni quinquennali per l'acquisto dell'iscrizione, criteri di selezione azzardati, elenchi dei buoni ed elenchi dei cattivi.

Ci siamo chiariti le idee con Javier Alonso, Managing Director Dorna, da 19 anni in Dorna Sports e rappresentante di Dorna nella squadra che, insieme a IRTA e a FIM, si occupa della selezione dei Team.

In base a quale criterio state effettuando la selezione dei Team di Moto2 per la prossima stagione?

“Principalmente noi vogliamo avere gli stessi team che abbiamo avuto quest'anno per un discorso di fiducia. Siamo presenti nel Motomondiale da 19 anni e abbiamo visto tanti team; a volte succede che un team ha delle difficoltà e noi non possiamo voltargli le spalle, ha fatto un investimento, ha lavorato, ha delle persone che lavorano per lui e non sarebbe giusto. I team che abbiamo escluso, anche se vanno considerati caso per caso, sono team il cui lavoro non ci ha soddisfatti”.

Dunque, i piloti vengono “scelti” in base ai risultati in primis, ma anche all'età, alla nazionalità, all'esperienza che hanno. Però non sono i piloti che ottengono l'iscrizione, ma i team, giusto?

“No, l'iscrizione veramente non ce l'ha nessuno perché è proprietà del Campionato. Ogni anno, prima di cominciare, diciamo che in queste condizioni, con questo team, con questi sponsor, con questi piloti si può fare la stagione e vale per un anno, punto. Non è un'iscrizione a vita”.

Parliamo di soldi: si è capito che i 20 mila euro a pilota sono una sorta di iscrizione che verrà restituita durante la stagione sotto forma di benefits (biglietti, miglia e chili nei viaggi aerei, eccetera eccetera); si dice però che chiederete anche una garanzia di 100 mila euro a team, che dovrebbe essere una sorta di fideiussione quinquennale. E' così?

“C'è un progetto futuro ma non è ancora definito. Non è né 100 mila, né 150 mila, né 50. E' una richiesta che ci ha fatto qualche team fra quelli più seri per potersi garantire un'iscrizione di più anni che non anno per anno”.

Come le iscrizioni di cinque anni dei team della MotoGP, ad esempio?

“Sì. Ce l'hanno chiesto perché quando un team deve affrontare un investimento e presentare un progetto agli sponsor si deve poter regolare. Però è un progetto che di sicuro non entrerà in vigore l'anno prossimo”.

Potrebbe entrare in vigore nel 2012, quando anche la MotoGP, con il passaggio alle 1000cc ripartirà da un  nuovo “anno zero”?

“Sì”

Se non saranno 100 mila euro, quanti saranno, quindi?

“Non abbiamo pensato a una cifra, la realtà è che i team hanno il diritto di avere un'iscrizione per cinque anni, o anche solo per tre. Anche loro però devono prendersi un impegno sennò si rischia che si presentino con un pilota qualunque, senza sponsor, senza squadra, o addirittura potrebbero noleggiare l'iscrizione a un altro, che è una cosa che a noi non piace”.

Quanti piloti volete avere?

“Il nostro obiettivo era averne 36 ma arriveremo sicuramente a 38-39. Ci sono persone che stanno lavorando su progetti molto importanti per entrare in campionato, non prenderli non sarebbe positivo per il campionato e alla fine è vero che con 38 piloti in pista alla prima curva è pericoloso, ma nella scorsa gara della 125 a Motegi, anche con soli 26 piloti è stato pericoloso. Dobbiamo espandere la nazionalità dei piloti, avere più piloti italiani, per esempio, che oggi sono pochi”.

Parliamo delle liste. L'elenco ufficiale degli iscritti, conferma che coloro che appaiono iscritti saranno sicuramente in Moto2. Esiste un elenco di team che sicuramente sono esclusi?

“Sì, esiste, ma non è pubblico”.

Se esiste una lista di attesa, quanti posti iberi ci sono ancora?

“Sì, esiste una lista di attesa e ci sono ancora 12 posti liberi. Abbiamo detto che ne entreranno 38-39 in totale, 29 li abbiamo già confermati, ne restano liberi dai 7 ai 9, il calcolo è facile”.

I team che sono stati sicuramente esclusi, non hanno più alcuna possibilità di essere “ripescati”?

“Sì, è possibile che torniamo a pensare di ammettere un team se cambia qualcosa nei parametri in base ai quali l'abbiamo escluso. Noi non abbiamo chiusure di alcun tipo, la realtà è che non abbiamo più posti. Dipende caso per caso. C'è chi è stato escluso perché era un team nuovo e non aveva quello storico che ci potesse dare delle garanzie, chi preferiamo si concentri bene sulla 125 e se tra un paio d'anni avrà lavorato bene e avrà un bel progetto per venire in Moto2 verrà accettato, oppure chi è stato escluso perché ha noleggiato il posto ad un altro”.

Sembra però che l'informazione non arrivi. Perché secondo Lei ci sono tra Dorna, IRTA e i team questi problemi di comunicazione?

“Il problema si crea perché la maggior parte dei team sono spagnoli o italiani e tante persone non parlano l'inglese. La comunicazione avviene attraverso la IRTA, e la IRTA parla solo inglese. Inoltre le voci nei paddock spesso si autogenerano, Radio Paddock è una radio matta e non si capisce perché la gente non ponga le domande direttamente alla IRTA o a noi. Noi siamo qua, la nostra porta e quella della IRTA sono sempre aperte per chiunque abbia voglia di domandarci qualcosa”.

 

 


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