Chi lo conosce bene non si è sorpreso ma Michel Fabrizio quando è arrivato nella "parc fermé" non è riuscito a scendere dalla moto perché preso da una grande commozione: "Fino a che non si è spenta la moto ero tranquillo. - ha detto il romano - Poi quando sono arrivati gli uomini del team è scattato qualcosa. Forse era quello che avevo realmente dentro. Sono stati tre anni fantastici e i ragazzi sono stati eccezionali, dandomi una mano sempre. La gara l'ho fatta pensando a loro".
E che Fabrizio abbia fatto una gara splendida conclusasi sul podio è indiscutibile e Michel prova a dare anche una spigazione: "Ha sicuramente influito il fatto che avevo vicino Ernesto Marinelli, una persona che ha vinto tanti mondiali. Se ti mette a posto la moto lui noti subito la differenza. In gara 1 avevamo un problema e lui l'ha risolto per gara 2 ed è arrivato il risultato".
Si chiude comunque una parentesi importante: "Mi lascia un magone bello tosto. Ci rivedremo ancora nel paddock - e questa è una bella notizia - ma stare quattro giorni insieme è un'altra cosa".
Chiuso un capitolo se ne apre subito un altro: "Non sentendo il cuore, bisogna guardare avanti e non vedo l'ora di salire sulla Suzuki Alstare per riprendere confidenza con il quattro cilindri. Rientro in un'altra famiglia dove sono stato bene, - vincendo il titolo europeo Superstock del 2003, ndr - bisognerà soltanto, spero, riprendere... il discorso. Potrò contare sul capomeccanico di Guintoli, un uomo di esperienza e speriamo di poter far bene".