Lorenzo: "io lo sapevo"

Il pilota maiorchino scrive sul suo blog a proposito dei momenti prima della gara

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Jorge Lorenzo ha preso la carta e penna dei giorni nostri, il web, ed ha affidato al suo blog, diariodeunpiloto.tv, le sue riflessioni su quanto accaduto a Misano e il suo addio al collega Tomizawa.

Queste le prime righe che appaiono sul blog di Lorenzo:

"Oggi non ho voglia di scrivere su quello che è successo. Non voglio parlare delle corse, voglio solo dare l'addio a un amico di tutti. E' stata una persona stellare, sempre con il sorriso, cordiale, simpatico e un combattente. Quando ho visto la caduta ho pensato ad alta voce che il peggio poteva essere successo. Prima di lasciare la griglia di partenza me lo hanno confermato. Non era ufficiale, ma la fonte era credibile. Ci mancherai. Riposa in pace."

Lorenzo conferma quello che ha poi affermato al parco chiuso, qualcuno gli aveva già detto della morte di Tomizawa, non in forma ufficiale, ma come scrive lui stesso, una fonte credibile.

"Addio a un pilota valido

Oggi è un giorno nel quale non vorrei scrivere una riga, ma non voglio perdere il mio appuntamento con voi. Non sarà una lettura divertente. Non voglio parlare d'altro che di Shoya, un pilota nel paddock sicuramente ammirato di più per il suo modo di essere che di pilotare. Ma era un amico di tutti noi, un coraggioso che ha detto addio con gli stivali addosso e non che dimenticheremo mai".

Lorenzo prosegue ricordando Shoya, la sua simpatia e la sua disponibilità nel paddock, racconta di quando, da sconosciuto, aveva iniziato a far parlare di sé per essere stato il primo vincitore di una gara di Moto2. Non aveva parlato molte volte con il giapponese, ma Lorenzo lo descrive come cortese, simpatico e sempre corretto. Per lui, scrive ancora Lorenzo, si parlava di una carriera luminosa. La cosa che faceva inorgoglire Lorenzo era anche la voglia di Tomizawa di avere sulla carena il 48, lo stesso numero con il quale il maiorchino aveva vinto il suo primo titolo in 250.

Non mancano i riferimenti al povero Kato, anche lui scomparso dopo un incidente in pista a Suzuka il 6 aprile 2003. Lorenzo inizia allora a ricordare il momento dell'incidente di Tomizawa: "Erano circa le 12.30, ero nel mio motorhome e stavo guardando come il gruppo degli inseguitori si dava battaglia dietro a Elias. Mentre mi stavo riscaldando, ho alzato gli occhi e da come ho visto il terribile incidente mi sono subito domandato per quale motivo non venisse esposta la bandiera rossa. E' stato un attimo il momento in cui i corpi hanno iniziato a rotolare sull'asfalto. Non riesco nemmeno a immaginare come si possano sentire Scott Redding e Alex De Angelis".

La ricerca della informazioni

"Da quel momento in poi non ho potuto fare a meno di cercare informazioni. Ero convinto che qualcosa di veramente brutto era successo. E per questo motivo ho iniziato a domandare e domandare. E prima di partire per andare sulla griglia me l'hanno detto. Non era ufficiale, ma la fonte era credibile. "Lo sapevo!", mi sono detto, per una volta ho odiato il fatto di aver ragione. Non so quanto sia stato un bene saperlo prima di partire per la gara, e per cercare di concentrarmi ho dovuto stare da solo per quaranta minuti ".

Lorenzo, dunque, aveva capito. L'incidente di Tomizawa è stata un'immagine terribile che ha scosso il pilota maiorchino prima della partenza della gara della Motogp. La conferma delle informazioni date nel post gara da Ezpeleta ai piloti del parco chiuso, hanno quindi confermato la sensazione che ogni pilota e appassionato che ha visto la gara della Moto2 ha provato.

Per questo motivo, per sensibilità verso la terribile fine del collega, Lorenzo era presente in platea nella conferenza stampa della Direzione di Gara e della Dorna, che spiegava l'accaduto. Lo spagnolo voleva sapere, evidentemente. Dei ragazzi del podio della Motogp dev'essere stato l'unico a vedere la gara della Moto2.

 


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