Rossi: "Hrc impessionante, noi lenti"

AUDIO - Rossi & C. in attesa del nuovo motore, ma non si sa quando arriverà

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Rossi: sette decimi beccati da Pedrosa, e tutte e quattro le Yamaha in netta difficoltà nei confronti delle Honda. Nelle moto di Dani e Dovizioso romba un motore che spaventa: la M1 di Jorge Lorenzo, il più veloce dei piloti Yamaha, cede sette (è il numero del giorno) chilometri l'ora in velocità di punta rispetto alla Rc212V di Pedrosa. Quella di Valentino, addirittura dieci.

Eppure, mentre Lorenzo si è dichiarato decisamente scontento per quanto messo in luce nella prima sessione di prove libere, il compagno (si dice così)  si è mostrato invece moderatamente contento. La ragione è semplice: Jorge, che ha come unico obiettivo il titolo, deve regolarsi sulle prestazioni del  compatriota della Honda. Valentino, che ha come traguardo tornare a guidare come sa su una moto che si comporti così come lui vuole,  tiene semplicemente d'occhio le M1: un decimo di differenza appena rispetto al compagno (un decimo, ed una sola posizione in griglia)  gli sembra evidentemente un buon passo avanti, rispetto ad un recente passato. Però, ampliando lo sguardo ad un più vasto orizzonte, anche lui ammette che la situazione, per la Casa, è difficile.

“Pedrosa è impressionante” ha dichiarato. “Le M1, tutte, sono lente”.

Già. Il rimedio sarebbe semplice, ed in Giappone si stanno preparando a somministrarlo: Yamaha sta lavorando ad un nuovo motore, “ma quando arriverà” dice Vale “proprio non si può prevedere. Prima di consegnarcelo, vogliono essere assolutamente sicuri della tenuta alla distanza”. Insomma, comanda la regola che vuole i motori, quest'anno, durare ben più che in passato.

Un problema per Rossi, ma, soprattutto, per Lorenzo.

“Pedrosa si è dimostrato imprendibile, ad Indianapolis, ed anche qui si è è partito con il piede giusto”.  Il rapporto di forze tra Honda e Yamaha sarà lo stesso anche in gara? “Mah,” riflette Rossi “questo è un circuito dove i consumi sono importanti. Speriamo che siano vicini al loro limite”. E che, quindi, in gara si vedano costretti ad essere più parchi nell'uso del gas.

Per quanto riguarda lui e solo lui, tre sono gli elementi che in questi giorni lo interessano maggiormente.

La propria salute: “la spalla non va male, ma sento ancora dolore in un paio di frenate brusche”. “Non  sono ancora in forma: l'incidente è ancora acquattato in qualche angolo della memoria. Ogni volta che sento dolore, torna a galla. Sarò a posto solo quando avrò fatto piazza pulita di tutto ciò, ed il pensiero sarà completamente assorbito dal solo guidare”.

La moto: “sono tornato ad una M1 più aggressiva, secondo lo standard che è sempre stato mio”.

Le intenzioni di Jeremy Burgess: ufficialmente, non ha ancora deciso se seguire Valentino, armi, bagagli e compagni, in Ducati, l'anno prossimo. Assime alla spalla (e, forse, ancora più della spalla) è l'elemento che lo tiene maggiormente in ansia “il biondo”. Anche perché non  ci può fare molto. “Mi rendo conto: per Jeremy è una scelta di vita. Che venga con me, è importante. Se lo facesse, sarebbe perfetto. Non gli metto fretta: prenda pure, per la scelta, il tempo che vuole. Se poi non vorrà accompagnarmi... non avrò assolutamente nulla da rimproverargli”.

Mentre Rossi dice così, Jeremy è seduto esattamente all'angolo opposto della grande sala centrale della hospitality. I capelli un po' più bianchi, le spalle un po' più strette, gli occhiali da presbite un po' più frequentemente sul naso. Il dilemma, invece, è ancora lo stesso covato nel 2003: scegliere tra lealtà alla squadra o lealtà al pilota.

Di anni, Burgess ne ha 57.


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