Destination: Laguna Seca, anno 1975

Un viaggio a ritroso nel tempo: ecco cos'è il Gran Premio degli Stati Uniti


La voce metallica esce dal piccolo altoparlante posto dentro l'abitacolo”...Prego accomodarsi sul sedile in acciaio della Macchina del Tempo - assicurarsi che il portello sia chiuso - allacciare la cintura di sicurezza e impostare questi dati nel display:

LUOGO: 14 km est di Monterey - California - Raceway

ANNO: 1975 d.C.

EVENTO: Motomondiale

Ora, premere il tasto con il segno “meno” per essere trasportati indietro nel tempo - reggersi forte”. Sì, perché quando sarai arrivato, ti troverai catapultato in un ambiente molto diverso a quello cui sei abituato.

La spia verde con la scritta “ARRIVED” inizia a lampeggiare. La porta metallica si apre e il motociclista del ventunesimo secolo si ritrova in un piazzale piuttosto affollato, di fronte ad una strana roulotte in luccicante alluminio che funge da bar. Il motociclista moderno si guarda attorno, il suo sguardo razionale si perde e si confonde fra i tendoni che fungono da box che ospitano moto customizzate all'ultimo stadio.

Loschi figuri dalla taglia extra extra large gli fanno cenno con le mani inanellate da teschi e stemmi metallici, di avvicinarsi a guardare le loro meraviglie a due ruote, mentre un forte ronzio di motori fa da colonna sonora. Lo storico tracciato costruito oltre mezzo secolo fa, si staglia tutto attorno alla tendopoli di bancarelle, appoggiato ai ripidi saliscendi di questa collina come “l'Orologio molle” di Dalì: i suoi 3610 metri  fanno di questa striscia d'asfalto il circuito più corto del mondiale ma anche l'unico che conserva, dentro s,é un'incredibile chicane tortile che precipita giù, che qui chiamano “Corkscrew” (cavatappi). Si passa il ponticello di legno “Redbull” che scavalca il tracciato e ci si ritrova in un polveroso mercatino d'altri tempi, che circonda un laghetto blu con un canneto: qui si trova davvero di tutto, giubbotti in pelle vecchio stile, caschi e copricapi di ogni tipo, toppe, adesivi, belle donne seminude che promettono serbatoi aerografati, che propongono occhiali da sole, c'è perfino un tizio che siringa direttamente nelle orecchie dei suoi clienti un impasto gommoso che poi diventerà una coppia di auricolari anatomici da interfono. Fatta ad hoc.

Nel frattempo gli uomini baffuti dello Sceriffo fanno la ronda a due a due sulla Mustang mantenendo l'ordine pubblico e con l'occasione, buttano un occhio anche alla griglia sulla quale alcuni quarti di bue stanno arrostendo. Il profumo promette una mangiata molto soddisfacente.

Laguna Seca è così: un viaggio a ritroso in un tempo che fu. E che, sempre di più, vorremmo che fosse ancora.

 


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