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Rossi-Ducati: perchè sì, perchè no

Valentino con la Rossa, sogno sempre più possibile. La Yamaha sempre più lontana

Moto - News: Rossi-Ducati: perchè sì, perchè no

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In rete già si trovano le foto come questa, che anche noi abbiamo pescato nel mare-magnum digitale. Rossi-Ducati, un binomio che è sempre più probabile.

Più passa il tempo, in effetti, e più appare chiaro come la scelta della Rossa può essere quella adatta e quasi obbligata per Valentino. Le cause sono molteplici e arrivano nella maggior parte proprio dalla Yamaha.

La compagna passionale di Rossi del 2004, oggi è un colosso che sta soffrendo la crisi in modo pesantissimo. Lo scorso settembre la Yamaha era costretta a rivedere a ribasso le stime di vendita. In particolare, in un primo comunicato si affermava che la previsione del ricavo delle vendite era a 1.250 miliardi di Yen (quasi 9,4 miliardi euro), dunque in ribasso del 22,1% rispetto al 2008 (-8,9% in Giappone e -23,6% sui mercati esteri) e a 42 miliardi di Yen (oltre 300 milioni di euro) la perdita di esercizio. Il dato è però stato rivalutato in senso peggiorativo, riducendo il ricavo delle vendite a 1.100 miliardi di Yen (quasi 8,3 miliardi di euro), quindi in calo del 31,4% sul 2008, con una perdita di esercizio di 182 miliardi di Yen (quasi 1,4 miliardi di euro) sul bilancio consolidato. La nuova previsione, invece, parlava di vendite a quota 5.724.000 veicoli (-0,6%), un totale che la Casa dei tre diapason intendeva realizzare con 120.000 moto in Giappone (-0,6%) e 5.605.000 all’estero (-0,4%), di cui 102.000 in Nord America (-34,6%), 282.000 in Europa (-7,8%), 4.776.000 in Asia (+2,1%) e 445.000 (-9,2%). Yamaha prevedeva dunque un miglioramento della situazione in Europa, dove contava di ridurre la perdita al 7,8% dal 22% di calo del primo semestre 2009.

I numeri non hanno anima e parlano chiaro, la crisi mordeva in settembre e le cose non sono andate bene nemmeno dopo, quando a campionati sportivi chiusi (SBK, Motogp e cross) la Yamaha non riusciva a concretizzare i successi di Ben Spies, Valentino Rossi e Antonio Cairoli. Un disastro in altri termini.

La Yamaha in Motogp spende molto di tasca sua. La Fiat con il suo aiuto non arriva a coprire sicuramente le spese d'ingaggio del nove volte campione del mondo, quindi la differenza che viene da Iwata deve essere consistente.

Se tutto finirà come deve, Jorge Lorenzo vincerà questo titolo e Rossi dovrà contrattare al ribasso il suo ingaggio se Lin Jarvis venisse tentato dalla voglia di fare un Team più giovane con lo spagnolo e l'americano Spies da spostare verso la squadra ufficiale dal Team Tech3. In questo caso, la Yamaha risparmierebbe molti milioni, pur conservando una squadra di alto livello con, anche stavolta due piloti forti, con in casa il probabile nuovo campione del mondo.

Arriviamo a questo punto alla Ducati. Rossi potrebbe fare lui il prezzo in questo caso, ritrovando, oltre ai soldi, anche le motivazioni che in Yamaha stanno sfuggendo, sia anche e solo per il fatto che Lorenzo potrebbe vincere il titolo, cosa che a Valentino non va sicuramente giù.

Il munifico sponsor della Casa di Borgo Panigale, dal debutto in Motogp della Rossa, si prende quasi tutti i costi di sviluppo, tecnici e logistici, ma fino ad ora ha ottenuto solo un mondiale, quello di Stoner nel 2007. Non si può negare che in questi anni la Phillip Morris abbia fatto gli occhi dolci al Dottore, benedicendo le prove sulla Ferrari quando Rossi correva con i colori di un tabaccaio concorrente.

Insomma, dalle parti del Reno, Rossi sarebbe salutato come un nuovo messia, farebbe breccia nel cuore dei ducatisti che potrebbero vedere realizzato un sogno. Questo aprirebbe le porte del successo commerciale alla Ducati, che in Europa fatica con un australiano e un americano. Non dimentichiamo, poi che Hayden sarebbe il compagno di squadra ideale per Valentino che già lo ha provato in questo ruolo quando era in Honda.

Il conto, beh quello lo pagherebbe lo sponso (senza andare a rovinare le casse della Ducati) che prenderebbe la bega di un ingaggio da 15 milioni di euro (o qualcosa di più) per avere un personaggio super comunicativo in tutto il mondo da poter veicolare, perchè no anche sulle quattro ruote, Formula 1 o Rally, non farebbe differenza.

Il nostro esercizio di ragionamento finisce per ora qui, ma i tempi sembrano maturi per Rossi per cambiare strada, dal Giappone a pochi chilometri dalla sua Tavullia.

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