Spies: "due espressi prima del via!"

Texas Terror racconta di come si sia caricato per la prima partenza in Qatar



Ben Spies ci piace. Bella forza, piace a tutti questo ragazzone texano carico di energia che parla con voce bassa ed un po' gutturale, non si stacca dalle gonne di mamma Mary ed in pista non regala niente a nessuno. Ci piace anche, però, perché tiene un profilo basso, pur essendo il campione Superbike uscente, confessa di voler imparare l'italiano, vive sul lago di Como e ora divide la casa con il fratello di Nicky Hayden, Roger, con cui confessa di non aver mai avuto una amicizia particolare


"Ci conoscevamo, ma eravamo rivali, ora invece approfittiamo l'uno della presenza dell'altro, ci alleniamo assieme ed è piacevole stare con un altro americano".


Ecco, Ben ci piace perché non si nasconde. Confessa quelli che sarebbero anche i nostri sentimenti e poiché dall'esterno sembra un ragazzo, chiuso, un po' introverso, alla Eddie Lawson, siamo portati a pensare che il suo carattere nasconda molte ricchezze. Alcune le abbiamo scoperte leggendo la bella colonna che scrive su Superbikeplanet. E' tutta interessante, ma a noi ci è piaciuto particolarmente il pezzo in cui parla del via del GP del Qatar.


"C'è stato effettivamente un po' più di nervosismo per me rispetto alla gara di Valencia - spiega Texas Terror - Quando corsi lì volevo fare una gara tranquilla, senza interferire con il piazzamento di nessuno, ma volevo anche fare una bella gara ovviamente. A Losail, invece, non ero nella situazione in cui mi ero abituato ad essere nella Superbike, dove rappresentavo l'uomo da battere per il titolo. Ora sono un pilota della MotoGP. Corro in questo campionato, dunque chiunque mi è davanti cercherò di passarlo. In ogni modo. Se posso riuscirci, lo farò. Ovviamente questo comporta maggiore pressione. Questa situazione nuova ha cambiato il mio modo di guidare nei primi giri, sono più aggressivo. Non è che voglia combinare pasticci o non mi importi, ma ora sono in MotoGP come tutti gli altri e dunque farò le mie corse. E' questo il motivo per cui ho girato un po' meglio e sono riuscito a recuperare posizioni rispetto allo schieramento di partenza".


Spies ritorna anche sul fatto che considera il 2010 "a learning year". Ovviamente ha la sua particolare concezione di una stagione di apprendistato...


"Il primo anno in una categoria è sempre un anno di apprendistato, ed è per questo che sono passato presto alla MotoGP: per imparare. Poi però fai dei buoni test e la gente inizia a metterti la pressione addosso. Vogliono risultare, soprattutto la stampa. Nella MotoGP ci sono altri rookie, ed anche un altro campione del mondo, ma sembra che ci siamo maggiori aspettative soprattutto su di me. Ma a me piace la pressione credo che non influenzi la mia guida. Non è che ora sia più nervoso di quando correvo in Superbike, è solo una sensazione diversa perché la MotoGP è la classe regina del motociclismo...per questo prima della partenza mi sono fatto un paio di espresso e al via ero bello carico di caffeina...".

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