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Valentino Rossi e il dubbio velocità massima

La Yamaha non è apparsa un fulmine in Qatar. Ma ha vinto

Moto - News: Valentino Rossi e il dubbio velocità massima

L’annullamento, o meglio, lo spostamento del GP del Giappone al 3 ottobre prossimo, ci lascia con un’altra settimana di chiacchiere e senza fatti. Si potrebbe dire che siamo abituati, visto il ritardo con cui parte il campionato di MotoGP, ma la realtà è che se non ci fosse stata la Superbike, con tre gare emozionanti e la quarta in arrivo ad Assen, questo fine settimana, staremmo ancora qui a fantasticare senza uno straccio di argomento da bar, mentre in F.1 accade di tutto.

Nell’attesa del GP di Jerez, il 2 maggio prossimo, e della prossima sfida Biaggi-Haslam che vede coinvolti anche i box di Suzuki ed Aprilia, visto che ci lavorano i fratelli Guidotti, Giacomo e Francesco, l’unico argomento che ci incuriosisce è quello delle velocità massime registrate sul circuito di Losail, in Qatar.

I dati in nostro possesso parlano di una Ducati veloce come sempre, di una Honda rapidissima e di una Yamaha in grande difficoltà, come dimostrano l’ultima e la penultima top speed di Valentino Rossi e Ben Spies.

Ma questi dati dicono tutta la verità o sono passibili di interpretazione?

Sulle prime sei velocità, infatti (tre Ducati e tre Honda) pesa il dubbio visto che sono stati realizzati in prova ed in qualifica, quando le MotoGP sono in pista senza mappature dedicate al consumo.

In gara la moto più veloce è stata la Ducati di Nicky Hayden con 322,8 Km/h. L’americano però è stato sverniciato in rettilineo dalla Honda di Dovizioso, che a questo punto dovrebbe avere sicuramente una velocità superiore, ma inferiore a quella da lui stesso realizzato durante le prove libere.

Ad appena un Km/h, più o meno, c’è Colin Edwards, e poiché la sua velocità è marginalmente superiore a quella di Valentino (319,9), non ci sentiamo di parlare di scie. Se poi a ciò aggiungiamo che Jeremy Burgess, per sua stessa ammissione, ha detto che Rossi è partito con i rapporti un po’ lunghi per fare la gara alle spalle della Ducati di Stoner (e non avendo nessuno davanti ha corso con zero scie), pensiamo che alla Yamaha M1 più che la velocità di punta – in configurazione ottimale - manchi l’accelerazione. Forse perché ha perso qualche giro/motorte. E questo potrebbe essere un problema anche nelle piste più guidate.

Insomma, ci manca, al momento, la controprova di un altro Gran Premio. Il Qatar si è corso al buio, ed al buio, si sa, tutti i gatti sono grigi.



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