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Un altro pirata investe un motociclista e scappa

Con un Suv, un guidatore non rispetta una precedenza, e poi fugge

Moto - News: Un altro pirata investe un motociclista e scappa

Ennesimo caso di pirateria stradale in Italia: il 23 dicembre, un uomo di 33 anni, residente a Campi Bisenzio (Firenze), alla guida di un Suv, non ha rispettato un segnale di precedenza e ha urtato una moto Yamaha, dandosi alla fuga senza prestare soccorso. Il motociclista, ricoverato al pronto soccorso, non è grave. Il pirata è stato poi acciuffato e denunciato dalla Polizia Municipale di Sesto Fiorentino per fuga e omissione di soccorso. Si è poi scoperto che la macchina era senza copertura assicurativa obbligatoria: probabilmente, anche questo ha spinto il 33enne a scappare. Ha inciso il timore, di dover pagare una multa per circolazione senza Rca, e di essere costretti a risarcire il danneggiato di tasca propria. Comunque, adesso gli è stata sequestrata l’auto e ritirata la patente.

FENOMENO DA PAURA
Il fatto è che, in Italia, il fenomeno della pirateria stradale risulta in crescita, come emerge dai due più recenti episodi di Catania, Faenza e Savona: vittime, non sono i motociclisti e gli scooteristi, ma anche chi va in bici e i pedoni (talvolta, altri automobilisti). Solo nei primi nove mesi del 2010, sui 400 episodi con una sessantina di morti e mezzo migliaio di feriti.

GIRO DI VITE INUTILE?
A quanto pare, anche le nuove regole del Codice della Strada, emanate ad agosto, non hanno sufficiente potere deterrente. Fra l’altro, chi non ottempera all’obbligo di fermarsi in caso di incidente, con danno alle sole cose, è soggetto alla sanzione amministrativa di 259 euro e al taglio di quattro punti della patente. In caso di incidente con danno alle persone, il pirata è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Viene il dubbio, a questo punto, che l’assenza della polizza Rca (non pagata per via della crisi economica, che impedisce di superare la terza settimana del mese) incida in maniera pesante sulla fuga degli automobilisti. Specie quelli stranieri: in un caso su quattro, il pirata è infatti un extracomunitario.


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