Casey Stoner, più che un canguro, è sembrato un alligatore, quando è uscito di pista, riuscendo a traghettare la Ducati nel fango e poi rientrare. Jorge Lorenzo ha sfiorato un gabbiano, che gli si è quasi spiaccicato sul casco mentre lui era piegato in una curva a destra: giù le remiganti, breve stallo e via col vento, salvo. Marco Melandri ha assaggiato il sapore della nuda terra (+ nudo asfalto) mentre,nei primi istanti della sessione, è rotolato giù. Per terra anche Randy De Puniet: è uscito di pista e, come Stoner, si è trovato a navigare tra pozzanghere ed isolotti. A differenza di quanto successo a Casey, la sua ruota davanti si è impuntata, e la moto lo ha scaraventato giù. In quel momento,il francese vantava il terzo tempo. Più bravo di lui Dovizioso, che, come l’australiano, è uscito indenne dalla escursione nella palude.
La seconda mandata di prove libere per il GP di Australia si è corsa interamente sull’asciutto: la prima, da quando, ieri pomeriggio, la manifestazione ha aperto i battenti.
Stoner ha dominato, nonostante l’attacco che, negli ultimi istanti, gli è stato portato un po’ da tutti: in ordine sparso, Lorenzo, Dovizioso, De Puniet, Spies, Edwards, Rossi, Hayden. Nessuno,però, ha consolidato la minaccia, ed il ducatista ha mantenuto la prima posizione con un bel margine sugli avversari: quasi otto decimi sul primo della terna Yamaha formata, nell’ordine, da Edwards, Spies, Lorenzo. Rossi è il peggiore tra i piloti che cavalcano il suo stesso marchio: staccatissimo, a quasi un secondo e quattro. Sepang è lontana, in ogni senso.
Pedrosa sarebbe qualificato, se questa fosse la sessione del sabato pomeriggio: lo spagnolo ha subito un distacco di tre secondi e mezzo: quanto Hiroshi Aoyama, e non molto peggio di Loris Capirossi, che ha una caviglia malmessa ed un dito in disordine, che forse dovrà essere rioperato. Ma,soprattutto, non si trova con la moto.