Non è una legge, non c’è nulla di definitivo: si tratta solo di un progetto di legge della Commissione europea. Però è così che, in passato, semplici proposte degli organi europei sono poi diventate norme a livello nazionale. Stavolta si tratta di nuove omologazioni per le due ruote a motore. Per l’esattezza, la Commissione europea fa una lunga serie di proposte, la più importante delle quali è l’ABS obbligatorio sulle moto di cilindrata medio-alta a partire dal 2017. Mentre per le moto di cilindrata minore ci sarebbe l’obbligo di frenata combinata.
PROBLEMA COMPLESSO
È vero: tutto quanto aumenta la sicurezza delle moto e dei veicoli in generale, come l’ABS (Antilock Braking System, sistema che evita il bloccaggio delle ruote garantendone la guidabilità in frenata), è bene accetto. E oggi pochi esemplari lo prevedono di serie oppure optional. Ma ci sono anche due aspetti da considerare. Anzitutto, il partito dei contrari all’ABS: un "manico" in sella pensa di saper dosare la frenata evitando il bloccaggio, molto meglio di quanto non faccia l’elettronica da sé (che anzi, dicono i detrattori, allungherebbe gli spazi di frenata dove non necessario). Secondo: i Costruttori di moto lamentano che, con l’ABS obbligatorio, debbano per forza salire i prezzi dei veicoli, destinati di conseguenza a vendere di meno, in tempi difficili per le famiglie come questi (con un mercato che ha vissuto giorni più felici). A tale proposito, vedi l’Acem (l’industria della moto).E LE STRADE?
Va pure considerato che le moto potranno essere dotate di tutta l’elettronica conosciuta, ABS in primis; ma finché le infrastrutture e in particolar modo l’asfalto nelle città italiane non verranno rimodernate, difficilmente si potranno ottenere risultati soddisfacenti in termini di calo di feriti e morti sulle due ruote.