Con la forza dell'esperienza maturata nei raid del 2001 (Balcani), 2002 (Cina), 2004 (Nord Africa), 2006 (Medioriente), 2007 (Sud America) e 2009 (Africa sub-sahariana), si è conclusa l'edizione 2010 di "Moto for Peace", il raid umanitario organizzato dalla Polizia di Stato italiana a cui partecipano anche membri delle forze di polizia straniere. In soli 52 giorni il convoglio umanitario ha attraversato l'intero continente africano, raggiungendo Cape Town nella Repubblica del Sudafrica, a bordo delle Honda Transalp.
Presentato a Roma in maggio con la partecipazione del Ministro dell'Interno Maroni, "Moto for Peace" prende il nome dall'omonima associazione di cui sono membri agenti della Polizia di Stato Italiana e che con i rally motociclistici che organizza con cadenza all'incirca biennale, si pone l'obiettivo di migliorare l'esperienza professionale dei partecipanti e la cooperazione internazionale tra forze di Polizia perseguendo molteplici obiettivi umanitari sul campo.
Il convoglio composto da 19 persone, di cui 10 in motocicletta e le restanti su un van e un pick-up, hanno lasciato Roma il 7 maggio dirigendosi verso sud per attraversare Tunisia, Libia, Egitto, Sudan, Etiopia, Kenya, Tanzania, Malawi e Mozambico, per arrivare a Cape Town il 28 giugno.
Battezzato "Africa 16.000", come i chilometri percorsi per raggiungere Cape Town, il raid 2010 ha visto la partecipazione di otto Ufficiali italiani, compreso un membro dell'Interpol National Central Bureau (NCB) di Roma, e agenti inviati dalle Forze di Polizia di Belgio, Libia, Spagna e Turchia.
L'Interpol di Roma ha supportato l'evento coordinando le sistemazioni e i trasferimenti con il General Secretariat Headquarters Command dell'Interpol e il Co-ordination Centre di Lione nonché con gli uffici regionali dell'Interpol in Abidjan (Costa d'Avorio) e Harare (Zimbabwe) e i partner NCBs dei dieci paesi attraversati dal raid.
Conclusa "Moto For Peace" 2010
Un successo il convoglio umanitario guidato dalla Polizia di Stato

