Finalmente, sarebbe il caso di dire, la Superbike reagisce all'attacco della Dorna e della MotoGP, mettendo fine al comportamento da gentiluomini d'altri tempi e mettendo in chiaro alcuni punti.
Lo fa con una conferenza stampa nella quale sono intervenuti Maurizio e Paolo Flammini, rispettivamente Presidente e CEO di Infront Motors Sport.
Dopo una introduzione di Paolo, è stato Maurizio a fissare alcuni punti importanti, subito dopo aver precisato che nonostante i suoi impegni lo tengano lontano dalla Superbike, lui è costantemente informato su quanto accade alla sua creatura alla quale è legato affettivamente.
Innanzitutto Maurizio Flammini ha voluto precisare - con la sua abituale grande diplomazia - che nessun problema di rapporti esiste tra la Infront, la FIM e la Dorna, né tantomeno che siano stati fatti errori da parte di qualcuna delle parti che possa aver creato incomprensioni.
Poi si è passati ai "rumors" e all'attacco: "Ci sono state numerose voci circa il regolamento della MotoGP che facevano pensare all'ammissione di motori 1000 derivati dalla serie - ha detto Flammini - e, quindi, abbiamo chiesto alla FIM un chiarimento scritto. Ci è arrivato un documento dei legali della Federazione Internazionale, nel quale viene precisato quali sono i termini di prototipo e/o derivato dalla serie".
A questo punto la cosa poteva finire lì - anche perché la FIM considerava inutile un chiarimento - ma Infront ha deciso, invece, - giustamente a nostro giudizio - di precisare pubblicamente che "Alla luce di quanto scritto dalla FIM, - ha proseguito Flammini - siamo pronti a far valere il nostro contratto in qualsiasi sede, come già accaduto nel 2002 con la WCM".
Se non è una guerra, questa, quantomeno è un... avvertimento.
"Ma noi vogliamo collaborare - continua Flammini - come abbiamo dimostrato con la Moto2 quando ad una richiesta della Dorna e di Ezpeleta, comprendendo le difficoltà della 250 GP, abbiamo dato disponibilità per l'ammissione di un motore derivato dalla serie, purché monomarca"
Sulla Superbike, invece, i margini di discussione sono più ristretti: "Non è possibile cambiare una parte del motore, ribattezzandolo un prototipo! Si tratta di un concetto progettuale e, quindi, una Superbike non può diventare una MotoGP".
Insomma, una dichiarazione ferma alla quale ha fatto seguito un'altra rassicurazione: "State certi che difenderemo e sosterremo la Superbike fino all'ultimo euro di cui disporremo. Contro tutti!"