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Lombardi spiega nascita e sviluppo del V4 Aprilia

"A Noale c'è il know-how per la MotoGP"

Moto - News: Lombardi spiega nascita e sviluppo del V4 Aprilia

Piemontese, 68 anni, l'Ingegner Claudio Lombardi ha una storia di motorista che si intreccia con quella di Lancia nel Mondiale Rally, di Ferrari in F1 e Alfa Romeo in Formula Indy e nel Mondiale Turismo. Il suo contributo alla "svolta 4T" di Aprilia nelle competizioni è stato fondamentale. Da settembre 2009 non è più in Aprilia ma continua la sua attività come consulente.

Dopo i successi nel mondo delle quattro ruote l'approdo alle moto è avvenuto grazie a Ivano Beggio, allora titolare di Aprilia, e Jan Witteveen, ex-responsabile del reparto corse di Noale, per collaborare al progetto di un motore 4T per la Moto Gp.

"L'Aprilia aveva una tradizione di motori 2T – racconta Lombardi – per cui avevano bisogno di un tecnico che conoscesse la filosofia del 4T. L'idea mi era piaciuta per cui andai a Noale per sviluppare il tre cilindri per la Moto Gp: realizzammo un motore innovativo con molte soluzioni interessanti come il controllo delle valvole con il sistema pneumatico e le trombette mobili."

L'Aprilia non faceva ancora parte del Gruppo Piaggio e nonostante il grande know-how non era ancora pronta per produrre in proprio un propulsore così avanzato, così il tre cilindri in linea era frutto di una collaborazione con l'inglese Cosworth. L'elettronica non era ancora così sofisticata come oggi, per cui l'RS Cube nella MotoGP 2002 e 2003 si rivelò potentissima, ma con un'erogazione dei cavalli brutale.

Con l'arrivo di Roberto Colaninno al vertice del Gruppo Piaggio è cambiata anche la strategia di Aprilia.
"Mi fu affidato il compito di convertire un gruppo di persone molto preparate e capaci - prosegue Lombardi – abituate a vincere ovunque con i 2T, alla filosofia del 4T. L'obiettivo non era esternalizzare progetti e produzione, ma appropriarsi di tutto per fare ogni cosa in casa".

Non era tanto una questione puramente tecnica, ma di formazione delle persone, di metodo di lavoro.
"Devo dire che in Aprilia ci sono persone molto motivate e capaci – prosegue Lombardi – che mi hanno seguito. La sfida era realizzare la RSV4, metterla in vendita e farla correre in Superbike. Anche per me la sfida di industrializzare una moto che avrebbe corso era un tema nuovo, con problematiche di progetto e di costi molto vincolanti."

Nel settembre 2005 avete deciso di costruire un quattro cilindri a V di 65 gradi, un'architettura insolita per le moto.
"E' vero, avevamo bisogno di un motore stretto e corto con il minore ingombro longitudinale rispetto ad un V di 90 gradi, per montare un forcellone più lungo. Abbiamo cercato di concentrare la massa vicino al baricentro per avere ridotti momenti di inerzia e la V di 65 gradi ci ha permesso di avere un miglior andamento dei condotti di aspirazione e quindi un migliore rendimento volumetrico."

Si dice che la base del 4 cilindri Aprilia è stato il 12 cilindri Ferrari di F1.
"No, niente affatto, ma sono stati fatti passi da gigante da allora sia nei materiali che nella gestione elettronica. Per spegnere le vibrazioni abbiamo adottato un contralbero: ora ne abbiamo meno del 4 cilindri in linea."

Anche la distribuzione ha soluzioni interessanti.
"C'è il sistema cam-to-cam: la catena aziona il solo albero a camme di aspirazione che trasmette il moto a quello di scarico attraverso una coppia di ingranaggi centrale. Dalle ultime gare la catena è stata sostituita dalla cascata di ingranaggi: è un sistema più rigido che limita la caduta dei giri nel cambio marcia. Le testate grazie al cam-to-cam sono molto compatte nella zona di passaggio delle travi del telaio e quindi gli ingombri sono simili a quelli delle bicilindriche di pari cilindrata."

Fra le particolarità ci sono il doppio iniettore e le trombette di aspirazione mobili.
"C'è un doppio iniettore per cilindro: uno a valle della farfalla per ottenere una buona guidabilità grazie alla sua vicinanza alla valvola di aspirazione e uno nell'airbox che entra in funzione ai regimi più elevati, permettendo una più elevata polverizzazione e vaporizzazione della benzina con un aumento della potenza erogata. Riguardo alle trombette, sono a lunghezza variabile grazie alla gestione elettronica: il condotto è lungo per i regimi medio-bassi, mentre è corto per quelli più alti."

Vi accusano di aver costruito una MotoGP e di farla correre in SBK.
"Abbiamo imposto un salto generazionale nel concepimento dei motori 4T, ma la moto è commercializzata: si può comprare. Anzi direi che è un successo considerato il difficile momento economico dovuto alla crisi. E risolvere i problemi legati allo scarico che deve confluire in un catalizzatore non è tema semplice, quando si ha a che fare con un propulsore da 200 CV/litro."

Ora che sei esterno, chi è l'erede di Claudio Lombardi in Aprilia?
"Gigi Dall'Igna è il responsabile tecnico: è molto preparato e capace. Per lui parlano i risultati che Biaggi sta ottenendo nel mondiale Superbike. Avevo lavorato bene con Mario Manganelli, ma non sono io che delineo le gerarchie della squadra."

Vedremo un'Aprilia in MotoGP?
"Non lo so, certo che mi piacerebbe molto. Posso dire che ora a Noale c'è il know-how per affrontare la MotoGP con il motore 1.000 senza aver alcun timore della concorrenza per avendo meno risorse di certi colossi. E qui mi fermo..."


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