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BMW Research Unit - HSR

Quando la tecnologia è al servizio della sicurezza

Moto - News: BMW Research Unit - HSR

Per i bavaresi di BMW si sa che ricerca e innovazione tecnologica sono un chiodo fisso, così come per l'Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Ma cosa c’entrano le due cose? Hanno stretto una proficua collaborazione che, ognuna nei propri campi, li sta portando a traguardi difficilmente immaginabili solo qualche anno fa.

QUASI UN DECENNIO DI RICERCA
Questa bella storia è iniziata un po' per caso quasi 10 anni fa, nel 2001, e da allora BMW ha cominciato a sostenere concretamente con 1,5 milioni di euro le ricerche sulle cellule staminali adulte del cervello, con l'obiettivo di ricreare in laboratorio parte di organi che per qualche motivo si sono danneggiati. Gli studi si focalizzano anche sulla cura e la riabilitazione di quei traumi che interessano il midollo spinale, che in Italia sono causati per circa il 40% da incidenti stradali. Questi sono i punti focali di cui si occupa la BMW Research Unit – HSR. L'impegno profuso dal brand di Monaco di Baviera è riconosciuto anche dal Dow Jones Sustainability Index, ente legato alla borsa americana, che vede BMW in testa da 5 anni tra i marchi automobilistici più globalmente sostenibili, secondo svariati parametri tra cui il trattamento dei dipendenti, l'impegno per ridurre l'impatto ambientale dei processi industriali e dei veicoli e l'attenzione alla prevenzione e alla ricerca.

LA RICERCA SULLA SICUREZZA STRADALE
La ricerca medica il cui scopo è in parte quello di curare le patologie provocate da incidenti stradali non è la sola nel quadro di ricerca complessivo di un marchio che produce auto e moto. Molti sforzi si sono riversati e si riversano a tutt'oggi sulla sicurezza stradale, attiva e passiva. Anche qui BMW si avvale della collaborazione di studiosi di diverse università, tra cui il Politecnico di Milano. Il modus operandi della ricerca guidata da BMW parte dalle cifre (allarmanti) fornite dall'Unione Europea riguardo gli incidenti sul suolo comunitario: ogni anno 1.300.000 incidenti stradali causano 40.000 morti e 1.700.000 feriti. Un danno che oltre a riversarsi sui soggetti coinvolti, si impatta sulla collettività, generando un costo, diretto e indiretto, stimato in 160 miliardi di euro, pari a oltre il 2% del PIL complessivo. Da qui si studiano i rimedi e gli atteggiamenti da adottare per ridurre progressivamente cifre degne di una guerra ma che fanno molto meno notizia.

ISTRUIRE ED EDUCARE I GUIDATORI
In Germania già dal 1977 vengono organizzati corsi di guida sicura, avendo constatato che molte volte le nozioni pratiche e teoriche imparate a scuola guida non sono sufficienti per governare un'auto in una situazione d'emergenza. Tale pratica è stata esportata in Italia nel 1984 e dal 2006 BMW offre a tutti i suoi clienti neopatentati (anche Mini) un corso di guida sicura toccando tutti i principali circuiti italiani, arrivando ad oggi alla quota di 12000 allievi. Per questi corsi viene utilizzato un cospicuo parco veicoli, composto da 250 auto e 100 moto. Inoltre è del 2009 il protocollo d'intesa firmato da BMW Italia con il Ministero dei Trasporti riguardo allo studio e agli effetti dei corsi di guida sicura sulla viabilità.

Altra mossa è educare i bambini fin da piccoli ad avere una mentalità più votata alla sicurezza e alla prudenza su strada: in tal senso lo Junior campus allestito a Segrate, che ricreava in piccolo e a misura di bambino la cittadina milanese per avvicinare i più piccoli alle basilari norme del codice della strada, può considerarsi un buon inizio.

MIGLIORARE LE TECNOLOGIE DI BORDO
È di BMW la prima introduzione dell’ABS su una motocicletta, nel 1988, e attualmente il 70% dei clienti BMW sceglie di aggiungerlo alla lista degli optional di una moto nuova. Già dal 2006 invece sono disponibili il controllo automatico della stabilità (ASC), l’indicatore istantaneo della pressione dei pneumatici (RDC) e le luci anteriori allo xenon. Nel 2009 arriva il controllo dinamico della trazione (DTC) e l’ultima generazione del Race ABS, essendo BMW lanciata anche nel settore delle sportive. Non di ultima importanza è l’abbigliamento tecnico: nel 1999, ben prima che lo imponesse l’Unione Europea, BMW si è dotata di un proprio standard di sicurezza, denominato C.A.R.E., Concept for Advanced Rider Equipment. L’ultimo capitolo a riguardo è Il Neck Brace System: un "collare" in fibra di carbonio che può ridurre la possibilità di lesioni alle vertebre cervicali in caso di caduta.

RENDERE PIÙ SICURE LE INFRASTRUTTURE
Un problema, soprattutto per chi va su due ruote sono le buche. Da studiosi della Facoltà di Design del Politecnico di Milano in collaborazione con BMW è venuta un'idea che non può essere considerata una soluzione ma un buon palliativo: colorare lo strato subito sotto l'asfalto di un giallo brillante, in modo da rendere visibili da più lontano e perciò evitabili quelli che a volte sono veri e propri crateri. Resta però il dubbio che qualcuno per evitare le buche possa fare manovre brusche e provocare danni peggiori.

Diverse volte invece gli incidenti avvengono per colpa della pericolosità intrinseca di alcune strade o per delle carenze nella manutenzione. Ad esempio per incroci con scarsa visibilità BMW sta studiando il Sixth Sensor: in una intersezione a T può capitare che per vedere se sta per passare qualcuno, sia necessario sporgersi leggermente sulla strada, mettendo in pericolo se stessi e gli altri. Questo dispositivo, in fase di studio, ha varie componenti basa il suo funzionamento su telecamere che monitorano il flusso dei veicoli e su di un sistema luminoso che avvisa quando il passaggio è libero e transitabile in tutta sicurezza.

Progetti estremamente interessanti, che portano BMW al vertice anche nell'impegno sociale: d'altro canto, i fini ultimi di un'azienda che produce oggetti del desiderio sono quelli di creare redditività - ovviamente - ma anche di migliorare la vita delle persone. Proprio quello che, passo dopo passo, stanno facendo a Monaco con progetti come il BMW Research Unit.

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