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Libere 1: Lorenzo non teme la pioggia

La pista nuova non rimescola le carte. Manca solo Rossi, e si sente

Moto - News: Libere 1: Lorenzo non teme la pioggia

Valentino è in camera iperbarica, la M1 sotto un telone. Nel paddock ci si chiede quanto valga il campionato senza  Rossi; l'organizzazione (spagnola) è concentrata nel sottolineare il confronto tra Pedrosa e Lorenzo (spagnoli) che interessa tantissimo (tra i Pirenei e Gibilterra). I due cercano di dare una mano e Lorenzo, nella prima sessione di libere del GP di Gran Bretagna, ha anche ottenuto il miglior tempo, con poco più di un decimo su Stoner. Tra il pubblico, però, il colore giallo e gli striscioni per Vale prevalgono ancora, per quanto in una forma, a volte, un po' malinconica.

A ciò si aggiunga che il campionato mondiale di calcio sta dirottando altrove una parte dell'attenzione di ospiti ed addetti ai lavori; dalle hospitality (e persino, orrore, dai garage) si odono salire i ruggiti del pubblico che, con un occhio, tiene dietro al tabellone dei tempi, e con l'orecchio non si lascia sfuggire nulla di quanto i commentatori (inglesi, tedeschi, olandesi, italiani) raccontano sulle gare che via via si dipanano laggiù in Sudafrica. Forti del 2-0 patito dai francesi per mano (cioè, per piede) dei messicani, gli inglesi camminano ad un palmo da terra, in attesa, questa sera, di vedere Capello & friends vedersela con l'Algeria. I pochi svizzeri in circolazione gonfiano il petto, ancora rapiti dalla vittoria ottenuta dai rossocrociati sulla Spagna. Spagnoli e francesi, per canto loro, parlano d'altro. Del tempo: pioviggina, e fa un freddo bestia. Del cibo: pazienza.

Dietro Lorenzo e Stoner, Dovizioso. Diverse sono, alle loro spalle, le piccole sorprese, a riprova del fatto che la novità proposta da un circuito che nessuno conosce ha rimescolato un po' le carte. Senza però promettere sconvolgimenti: c'è da scommettere che da qui a domenica prossima la situazione tornerà ad essere quella solita, con i soliti noti lassù in cima. In ogni caso, onore a De Puniet che si è piazzato quarto, a Spies che è quinto, a Simoncelli che è nono, quasi a ridosso di Melandri, settimo.

A pochi minuti dal termine, bandiera bianca con croce rossa: non è una delle tante che, sommate, compongono la Union Jack, ma quella che indica pista bagnata: le nuvole, che dalla mattina promettevano, hanno alla fine mantenuto. Come tradizione. Almeno in questo, tra Donington e Silverstone nessuna differenza.

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