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WSBK 2010, Miller, Superpole: il telecidio

Crozza Alive "copre" la diretta della Superpole. La SBK merita di più?

Moto - News: WSBK 2010, Miller, Superpole: il telecidio

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Per la serie "Non lamentatevi quando se ne andranno", ieri sera su La7 è andato in onda l'entusiasmante episodio "WSBK: il telecidio", in cui sette tra i principali costruttori motociclistici del mondo, impegnati nella massima categoria per derivate di serie, si sono ritrovati ad essere sostanzialmente oscurati in Italia - uno dei principali mercati motociclistici europei - per fare spazio alla satira di Maurizio Crozza e del suo Crozza Alive.

CROZZA VS WSBK: 3-0
Battute più o meno simpatiche sulla situazione politica italiana ed approfondite dimostrazioni sulle modalità di srotolamento di profilattici su carote e zucchine, d'altro canto, in un paese come il nostro valgono quasi quattro punti di share (3,7% il 23 maggio), ed è quindi scontato che, in concomitanza d'orario, a farsi da parte debba essere la diretta di un evento sportivo mondiale e non uno show di discreto successo.

SZERU ASCOLTI
Ma perchè dare contro a La7? Apparentemente, non c'è motivo. Gli 1,5 punti percentuali (251.000 spettatori) fatti registrare in day-time nel corso GP del Sudafrica del 16 maggio, infatti, non sono nemmeno lontanamente paragonabili agli 800.000 portati a casa dal comico genovese. Il discorso si potrebbe e si dovrebbe chiudere qui, se non fosse che in Italia la voglia di motociclismo è nettamente superiore ai numeri "pietosi" fatti registrare dalle derivate di serie su La7.

24 VOLTE MENO DELLA MOTOGP
E non parliamo solamente di MotoGP, in cui l'indotto di media e personaggi è in grado di assicurare ad Italia1 la bellezza di 6 milioni di spettatori (35% di share), ma anche di categorie in cui non c'è un solo pilota famoso e non c'è nemmeno l'ombra di un costruttore impegnato ufficialmente: giusto per capirci, la 125 nel GP di Le Mans è stata seguita da 760.000 spettatori (11.08% di share) mentre la moto 2 ha raggiunto la bellezza di 1.691.000 spettatori con uno share del 12.94%.

Ora, che vi sia una certa distanza tra la quantità di pubblico messa davanti alla TV dalla MotoGP rispetto alla SBK ci può anche stare, anche se la proporzione di 24:1 appare comunque eccessiva, ma che la WSBK non riesca a reggere il passo di categorie come Moto2 e 125, in cui non c'è un Biaggi, non c'è un Haga, non c'è una Aprilia o una BMW, è quantomeno grottesco.

MA ANCHE MENO DELLA 125!
Serve davvero, insomma, far spendere a team e Case che prendono parte alla WSBK una quantità spropositata di denaro per trasferte extraeuropee quando basta un Crozza qualsiasi per oscurarli? Non è, forse, venuto il momento di capire quali siano i reali problemi di una categoria che quanto a spettacolo e qualità dei protagonisti è seconda alla sola MotoGP ma prende paga anche dalla 125 in termini di ascolti?

Perchè a questo punto, se bisogna inginocchiarsi anche di fronte ad un "Crozza qualsiasi", significa che qualcosa nella grande macchina che sta dietro a questo campionato, non funziona come dovrebbe...e fa quasi sorridere, alla luce di quanto visto ieri sera, sapere che per incrementare la resa televisiva di questa categoria i vertici della Infront stiano pensando di introdurre (rullo di tamburi!) le telecamere onboard.

LAVORO ALLA BASE
Prima di pensare ad effetti speciali di "simile portata", forse, non converrebbe cercare spazi su TV in grado di spettacolarizzare maggiormente l'evento?

Perchè nessuno pretende che La7 si comporti come Italia1 nei confronti dello sport motociclistico di cui detiene i diritti, ma qualche speciale in più, migliori interrelazioni con i TG e la richiesta di una maggior spinta da parte dei media web e cartacei nei confronti delle dirette su La7 potrebbero portare velocemente a grandi rivoluzioni numeriche. Con un campionato del mondo in cui sono presenti costruttori come BMW, Aprilia, Suzuki, Honda, Yamaha, Kawasaki e Ducati, ottenere numeri tre volte inferiori ad una categoria fantasma come quella del Motomondiale 125 è davvero qualcosa che va oltre ogni ragione.

GIONNI REI!!!
A pagarne le conseguenze, oltre alle case prive di copertura a fronte di investimenti milionari nella categoria, siamo anche noi appassionati: ieri sera le alternative erano quelle di aspettare che Crozza levasse le tende da La7 ed attendere la messa in onda della differita, pagare la diretta su Dahlia TV o, grazie al tam-tam di Facebook, assistere alla stessa trasmissione attraverso uno streaming pirata. Un sacrificio, quello di scegliere una alternativa a La7, che è stato in parte ripagato dalla tragicomica scoperta di "nuovi piloti" nel giro della WSBK: Smorz, Sciechin Born, Sciauss, Leon Asma, Bruk Parkes e, non ultimo, Gionni Rei (questa l'esatta pronuncia dei commentatori)...

QUESTIONE DI PRIORITA'
Come se non bastasse, questa mattina su uno dei principali quotidiani sportivi nazionali abbiamo scoperto che il più veloce in pista è stato Biaggi e non Checa: evidentemente, tenere aperta la pagina qualche minuto oltre la mezzanotte, permettendo all'inviato di lavorare, è qualcosa che va oltre il buon senso. D'altro canto il pubblico generalista non sa nemmeno qual è la differenza tra una Q2 ed una Superpole ed il fatto che Biaggi fosse davanti a tutti nella sessione che non definiva la griglia di partenza, evidentemente, poteva essere più d'aiuto di un Checa (chi?!?) nella realizzazione di un titolo ad effetto.

BOMBA INNESCATA
La WSBK non è il Giro d'Italia o la Champions League. E' uno sport minore e le dichiarazioni di Tardozzi su Riders (febbraio 2010) oggi risuonano più forte del campanello d'allarme di quattro mesi fa: "Nel momento in cui è arrivata la Infront ha detto: noi in altri sport abbiamo fatto questo e quest'altro. Ma hanno portato meno di zero. Noi siamo su La7, ma se vediamo come Italia1 affronta la diretta MotoGP ci rendiamo conto che ci sono delle mancanze di investimenti e persone. A confrontare le due realtà viene lo sconforto." Aveva ragione.

Che nessuno pianga, insomma, quando si tornerà ad un campionato tenuto in piedi dalla sola Ducati...perchè la cosa non è una possibilità. Alla luce di quello che sta accadendo, anche a fronte di contenuti sportivi così elevati, la retromarcia è una certezza. E' solo una questione di tempo.

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