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Rossi: Lorenzo gli ruba l'anima

Lo spagnolo sa che per sostituire Vale deve sconfiggerlo soprattutto fuori pista

Moto - News: Rossi: Lorenzo gli ruba l'anima

Il fatto che Valentino Rossi le becchi ogni tanto da Jorge Lorenzo, ci stà: stessa moto, garage in gamba, pilota i con i fiocchi. Ci sta anche che, con il passare delle stagioni, il più grande di tutti i tempi le becchi non solo ogni tanto, ma ogni spesso: il cambio della guardia, prima o poi, dovrà avvenire.  Non c’è sorpresa. Invece, spiazza un po’ l’accanimento, la cura con cui Lorenzo ci si sta dedicando.

Gli sta rubando l’anima.

Valentino, in pista, può essere battuto. Lo si sa da tempo. C’è riuscito Stoner. Ce l’ha fatta Hayden. Rossi ha concesso un titolo alla Honda. Si è arreso alla Ducati. Mai nessuno, però, ha minimamente tentato di aggredirlo sul terreno della immagine. Tutti hanno cercato (pochissimi ci sono riusciti) di fargli le scarpe come pilota. Nessuno ha preteso di fargli ombra come show-man.

Lorenzo sì. E con raziocinio.

Le scenette di Valentino Rossi sono un prodotto artigianale. Almeno, nella sua genesi: lo scatto cerebrale istintivo di un ragazzino che aveva voglia di divertirsi, che si sentiva bravo, che possedeva quel filino di strafottenza che, in un bambino o poco più, esiste  spesso, quando si possiedono attributi e classe. E’ capitato ancora ad altri enfant terrible, più o meno in tutti gli sport.  Più tardi,  è passato alla lavorazione semi-artigianale, affidando una parte della ideazione ed elaborazione (magari anche la maggior parte) alla Tribù ed ai consulenti esterni. Ne sono uscite pantomime elaboratissime. Ed è proprio condendo le vittorie con lo spettacolo, che Valentino Rossi è diventato Valentino Punto e Basta.

Lorenzo è un pilota organizzato. Lo affianca una squadra di professionisti. Hanno intuito, lui ed i suoi, un elemento fondamentale.

La previsione che il Motomondiale subirà un tracollo quando Rossi abbandonerà, non è la voce di uno solo: è un coro. Rappresenta una preoccupazione. Forse anche un cruccio, in chi deve far quadrare i conti. Il pilota vincente, persino il serial winner, può essere sostituito: è sempre successo. E’ capitato a Doohan; a Rainey; a Roberts. A Giacomo Agostini. Un paio di gare, un paio di brindisi, un paio di stagioni, un paio di “ciao, ti ricordi”. Poi, un paio di “hai visto chi c’è?”. Infine, come racconta Guccini, “vecchi muri riproponevan nuovi eroi”.

Valentino possiede capacità di attrarre come mai nessuno prima. E’ un magnete che ruota e produce energia. Funziona “screemer” o “big bang”, a scelta. Il suo carnet per le interviste è già saturo fino all’anno prossimo: ci si prenota per il 2011. Come può la Yamaha lasciarsi scappare uno così? Come può qualcun altro presentarsi, e dire: “eccomi qua; valgo altrettanto. Forse più. Sono il futuro”. Ci vuole fegato.

Lorenzo. Non è raffinato come Valentino (nelle scenette) ma è disposto a tutto. Persino a rischiare la pelle in un laghetto. E’ anche uno che capisce in fretta: la volta dopo, si è messo comodo in poltrona.

Tempo di contratti.  Volete qualcuno che vinca? Lui vince. Volete qualcuno che impegni le telecamere anche dopo il traguardo,? Lui lo fa. Uno che non abbia paura di provarci, a trasformarsi in un mito? Lui.

Uno che abbia la stesa anima di Rossi?

Lorenzo.

 


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