Tu sei qui

WSS: 600 ad un bivio. Arriva una rivoluzione?

Colpiscono le poche presenze nella middle class, ma non c'entra la Moto 2

Moto - News: WSS: 600 ad un bivio. Arriva una rivoluzione?

Il mercato mondiale delle Supersportive stradali è in piena crisi e la cilindrata che sembra soffrire maggiormente è la 600, quella che, in teoria, dovrebbe essere la fascia più economica. Invece, stando ai dati delle immatricolazioni, a "tenere" sono, invece, le 1000.


Inevitabile una ripercussione anche nel mondo delle corse, soprattutto a livello internazionale. Mentre nei campionati nazionali le risorse necessarie possono essere reperite in loco (concessionari, piccoli sponsor, ecc), per le serie maggiore il discorso si fa più complesso, non solo perché il budget è decisamente più alto ma soprattutto per la drastica riduzione degli interventi delle filiali sui team, determinanti visti gli alti costi.


E' il caso della Supersport che pur non avendo avuto alcuna ripercussione negativa diretta dalla nascita della Moto2 (nessun pilota e nessun team sono emigrati), è quella che oggi accusa - insieme alla Superstock 600 - il maggior calo: in Australia sono partiti in 17, a Portimao e Valencia erano 20.


E le gare non sono noiose, anzi, si è sviluppato anche il duello Honda-Kawasaki con la Triumph che sta crescendo. E' un campionato nel quale i giovani stanno finalmente emergendo dopo anni nei quali questa categoria era dominata dai "senatori". Joan Lascorz, leader del Campionato e vincitore a Valencia ha 25 anni, Sofuoglu, secondo in Campionato e primo a Portimao, ne ha 25, mentre Laverty,  impostosi a Phillip Island, 23.

L'uscita di scena della Yamaha ufficiale, obiettivamente, al di là del fatto puramente numerico, non ha comportato problemi, ma un ritorno della casa dei tre diapason (insieme alla Suzuki) darebbe nuova vivacità al campionato.


I nostri piloti sono in piena crisi. Michele Pirro dopo aver forato (!!) a Phillip Island quando era con i migliori, è salito sul podio a Portimao, ma a Valencia è caduto. Roccoli dopo un buon esordio è scivolato nelle retrovie. Poi il buio.


E qui si innesta il discorso della Superstock dove gli italiani sono comprimari ma non protagonisti dopo anni nei quali sono stati al vertice. Piloti di qualità sono cresciuti nella 600 e sono passati alla 1000 dove si stanno facendo valere ma manca una nuova ondata di ragazzini.


La scelta della Federazione Motociclistica Italiana di non aiutare i più meritevoli  - come è stato fatto negli anni passati - dettata in parte dai budget ridotti a causa della crisi, ha sicuramente penalizzato alcuni. Forse andrà rivista la scelta di concentrarsi (troppo?) sulla Junior GP: se Claudio Corti - "prodotto" della politica federale - andrà forte in Moto2, sarà la conferma delle scelte degli anni passati.


Tornando alla STK 600, i francesi aiutati dalla Federazione transalpina, sono protagonisti assoluti e stanno vincendo: Florian Marino ha 16 anni e Guarnoni 17 mentre i nostri Lombardi (19 anni), Fanelli (19) e Cecchini (16) faticano a stare insieme a loro.


Per chiudere con la crisi, forse andrà rivista la "geografia" delle classi, concentrandosi su una sola "middle class" oppure modificando i regolamenti tecnici. Un intervento necessario sarà quello sui costi, soprattutto per la Supersport, e sembra che Infront abbia focalizzato la sua attenzione proprio su questo tema, individuando già alcuni campi che potrebbero aiutare molti i team.

Articoli che potrebbero interessarti