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Nei box è ancora lavoro duro per i team della Moto2.
Le moto sono arrivate dal Jerez con i motori che verranno usati per tre gare già montati, ma quello che ancora manca a volte, è la definizione finale della moto in se per se.
Nei garage di Losail si stringono bulloni a testa bassa, si attaccano adesivi, qualcuno perfeziona una verniciatura. Va bene, fa tutto parte di questo mondo, queste cose si sono sempre fatte, anche se questa categoria in particolare è nata con troppo ritardo.
La rincorsa, però, sta dando i suoi frutti. Nella foto che vedete, la FTR-Speedup sta per essere ultimata e a chi è più esperto non può non balzare all'occhio la somiglianza del codino di questa Moto2 con una moto mitica, la RScube di Aprilia. Per l'esattezza si tratta della versione che non ha mai corso, quella destinata alla stagione 2005. Beh quel codino è proprio tanto, tanto simile.
A terminare il lavoro su questa moto c'è la carena, anche quella parente, non troppo alla lontana, del vestito della RSW 250 di Noale. In effetti derivati di questa carrozzeria non sono usati solo dal team di Boscoscuro, ma anche sulle RSV di Karel Abraham e dei piloti Aspar, Simon e Di Meglio.
Mentre brulica il lavoro delle mani sulle moto, i piloti cercano di sdrammatizzare. Quelli del Forward Racing hanno improvvisato un balletto in stile "blues brothers", ma in tuta di pelle. Non potevamo non farveli vedere.
Altri hanno scelto di scappare alla chetichella dal circuito verso la più vicina piscina d'albergo, mentre c'è stato anche chi, con spirito di sacrificio si è messo a disposizione della squadra anche ad attaccare le grafiche sulle carene. E' il caso di Mattia Pasini e Simone Corsi (in vena anche di pulizie nella suo angolo di box).
Per ora, dunque, il buon umore non manca, ma da domani si farà sul serio.
Ma la formula di 40 moto in una gara, se da una parte è un successo, da un'altra - quella della motogp a 17 partenti - può essere anche un autogol.
