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Il 2009 di Ben Spies: Veni, Vidi, Vici...

Una ricca gallery per ripercorrere una stagione da sogno

Moto - News: Il 2009 di Ben Spies: Veni, Vidi, Vici...

Campione del mondo all’esordio, 14 vittorie su 28 gare: il 50%, roba che Rossi è riuscito solo a sfiorare, anni fa. Non vi basta? 11 pole position (su 14), tante da farla chiamare la "Spies position" fra gli addetti ai lavori, sei giri più veloci, altre tre volte sul podio. In passato? Tre titoli AMA consecutivi, contro il pilota più forte che ci abbia mai corso, Mat Mladin, e una carriera altrettanto fulminante dovunque sia passato. Quadro completo?

CHI L'AVREBBE DETTO A PHILLIP ISLAND?
Certo, la vittoria in gara-2 ha fatto sollevare più di un sopracciglio, ma lo scivolone nella prima manche – del quale, comunque, aveva solo piccola parte delle responsabilità – aveva fatto pensare ad un pilota che al genio univa anche una certa sregolatezza. Opinione rapidamente ridimensionata a Losail, dove Ben ha zittito tutti con una doppietta. "Quando si arriva in Europa, però, vedrete che la musica cambierà" diceva ancora qualcuno. E a Valencia sembrava quasi che potesse avere ragione: Haga due volte vincitore, Spies secondo e a terra in gara-1.

DOPO MONZA PERO'...
...restavano davvero pochi gli scettici: una vittoria che avrebbero potuto essere due, non fosse stato per un clamoroso errore di calcolo del team, che ha lasciato Ben clamorosamente senza benzina in Parabolica, all’ultimo giro. Kyalami è stato un altro incidente di percorso, ma poi sono arrivate Miller, Misano e Donington. Complice l’incidente di Haga, sembrava ormai fatta. Ma a Brno l’entrata scellerata di Fabrizio, che ha mandato Ben per le terre, aveva riequilibrato la bilancia. Dopo la pausa estiva, in Germania Spies ha vinto di nuovo, prendendo altri 25 punti ad Haga, e facendo pendere l’ago nuovamente dalla sua parte.

A Imola, altro cambio di fronte: un po’ perché Ben e il team infilano un weekend "no", un po’ perché l’americano si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, e finisce incolpevolmente penalizzato dal duello fra Simoncelli e Biaggi, e il titolo sembra di nuovo saldamente nelle mani di Haga. Che anche a Magny Cours allunga, e si presenta a Portimao con un titolo che sembra quasi una formalità.

COME UN'ARMA
Ma chi era vicino a Spies, in quel weekend, dice che Ben era freddo e lucido come un’arma. Calm like a bomb, dicevano i Rage Against the Machine, descrizione che calza perfettamente all’americano nato a Memphis, Tennessee (ma non provate a dirgli che non è texano, se non vi ammazza lui ci penserà l’inseparabile mamma Mary) e in pista i risultati si vedono. Haga commette un errore pazzesco, andando per terra nelle prime battute di gara-1, e Ben vince, conquistando di fatto il titolo. In gara-2 si tratta solo di amministrare la posizione, e Spies non fallisce la missione. La bomba è scoppiata, la tensione si scioglie, e possono partire i festeggiamenti.

YAMAHA CAMPIONE DEL MONDO
Festeggiamenti che per il team valgono doppio: ad Iwata conquistano l’ultimo titolo mondiale che mancava al loro palmarés a due ruote, dopo averlo inseguito per tanti anni, e lo vincono contro il "traditore" Haga, fuggito alla Ducati dopo essere stato la bandiera Yamaha praticamente fin dal suo esordio mondiale. E per Ben, il regalo di un passaggio anticipato alla MotoGP: il suo contratto, secondo voci molto vicine al texano, prevedeva esplicitamente una sella nella top class in caso di vittoria del titolo mondiale, ma fino a quel momento, per scaramanzia, si era parlato solo ed esclusivamente di Superbike.

NON E' PROPRIO UN DEBUTTO MA...
E tanto per rinfrescare la memoria a chi non si ricordava delle precedenti uscite di Spies in MotoGP (tre gare nel 2008 con la Suzuki, in cui ha fatto sempre meglio, arrivando a precedere entrambi i compagni di team a Indianapolis, sotto il diluvio dell’uragano Ike), Yamaha ha regalato a Ben una gita premio a Valencia, per l’ultima gara dell’anno, in cui il neocampione SBK si è permesso di arrivare settimo, mettendosi dietro Dovizioso e duellando tutta la gara con Hayden ed Elias, un campione del mondo e un altro pilota che, comunque, la MotoGP la guida da una vita.

COSA RISERVA LA SORTE
Se guardiamo al passato, Ben è sicuramente uno dei piloti più promettenti dell’immediato futuro. Nel team di Poncharal sarà coccolato e avrà modo di crescere senza eccessive pressioni, lasciando che la responsabilità di fare risultato gravi sui ragazzi del team ufficiale. Una volta, negli anni ’80, si chiamavano "piloti in provetta", quelli cresciuti e coccolati dalle case che li prendevano per mano dalle formule minori per portarli alla 500 e trasformarli in campioni: qualcuno ce la faceva (Doohan), altri no (Beattie, Abe). Spies dove lo mettiamo? Liberi di pensarla diversamente, ma il sottoscritto pensa che possa allargare il numero di quelli che "fanno un altro sport", per dirla con il collega Guido Meda, e non farci rimpiangere i mostri sacri che si ritireranno nei prossimi anni.

CUORE DI MAMMA
Ecco, se la mamma la smettesse di chiamarlo "baby" e gli stesse un po’ meno addosso, e magari un po’ di svago che lo aiuti a far scendere la pressione – Ben sembra abbastanza impermeabile al fascino femminile, al momento, e con Mary sempre attaccata non vediamo come potrebbe non esserlo – potrebbe essere il campione del prossimo decennio. Certo, Lorenzo e Stoner permettendo


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