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Ducati Hypermotard 796 - TEST

Spirito "user friendly" per la motardona di Borgo Panigale

Moto - Test: Ducati Hypermotard 796 - TEST

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La nuova Hypermotard 796 esteticamente mantiene l'impatto visivo della 1100, rispetto alla quale presenta una serie di evoluzioni e aggiornamenti che ne rendono ancora più accattivante il design. Restano gli specchi retrovisori integrati nei paramani e sul codone il gruppo ottico a led ad alta intensità, alto sopra gli scarichi, rende particolarmente accattivante la vista posteriore.
Il peso a secco è di soli 167 Kg, ben 12 kg in meno rispetto alla versione 2009 della sorella di maggior cubatura, grazie anche all'utilizzo del procedimento "Vacural" per la realizzazione dei carter motore, come già avviene sulla gamma superbike, dalla quale la 796 riceve anche un volano alleggerito (derivato dalla 848).

NUOVO TELAIO
Il guadagno in termini di peso è stato ottenuto anche grazie alla riprogettazione del telaio in acciaio, che perde la quasi totalità degli elementi forgiati usati invece sulla 1100, ma che i tecnici Ducati assicurano renda la 796 più agile e facile da manovrare. La sella è posta a soli 825 mm di altezza, ben 20 mm più in basso, per offrire un più saldo appoggio dei piedi a terra a piloti di tutte le stature.

803 cc
Il motore bicilindrico a 2 valvole raffreddato ad aria e con radiatore per l'olio, ha una cilindrata di 803 cc (88x66 mm, come il Monster 800 del 2005) ma è a tutti gli effetti un motore nuovo, capace di una potenza di 81 CV a 8.000 giri e di un picco di coppia di 75,5 Nm a 6.250 giri I progettisti Ducati hanno avuto un occhio di riguardo per i consumi, che si attestano su una media 4,8 litri/100 km (20,8 km/l circa), e per le emissioni inquinanti, abbondantemente entro i limiti della normativa Euro3, anche grazie al rinnovato sistema di scarico con pre-camera sotto al motore.

ANTISALTELLAMENTO
La frizione, multidisco in bagno d'olio, è del tipo APTC con antisaltellamento, precisa e morbida da azionare, per rendere la 796 desiderabile anche da un pubblico meno esperto. Le pompe di freno e frizione, regolabili su 4 posizioni, hanno il serbatoio integrato. La prima agisce su un impianto anteriore formato da dischi semiflottanti da 305 mm morsi da pinze a 4 pistoncini con attacco radiale. Al posteriore c'è un disco da 245 mm con pinza a 2 pistoncini.

MARZOCCHI + SACHS
In tema di sospensioni troviamo all'avantreno una forcella Marzocchi rovesciata con steli da 43 mm non regolabile e al retrotreno un monoammortizzatore Sachs con leveraggio progressivo, regolabile in estensione idraulica e precarico molla. Restano al loro posto anche il monobraccio e i bei cerchi a razze sdoppiate che calzano pneumatici Bridgestone da supersportiva nelle misure 120/70 e 180/55. E per quanto riguarda le "misure che contano" troviamo un interasse di 1.455 mm e un'inclinazione del cannotto di sterzo di 24°.

DDA ONBOARD
La strumentazione completamente digitale con retroilluminazione arancione è predisposta per l'utilizzo del kit acquisizione dati DDA, formato da software e pendrive da inserire in un connettore posto sotto la sella, sfruttabile anche per il caricabatterie del catalogo ufficiale Ducati Performance. Da notare anche il blocchetto di avviamento con "sicura" che scende a nasconderlo all'atto dello spegnimento, già adottato sulla Streetfighter.

TRICOLOUR
Le colorazioni disponibili sono tre: Dark con serbatoio e "becco" in nero opaco, telaio nero e cerchi neri, oppure, in alternativa, con il serbatoio in bianco opaco. C'è poi la tradizionale livrea rosso Ducati, con telaio rosso e cerchi neri. Gli intervalli per la manutenzione programmata sono previsti ogni 12.000 km.

COME VA?
Più fruibile, più facile, pensata per un pubblico meno specialistico. L’Hypermotard diventa 796 per ampliare il bacino di utenza di una moto nata specialistica. E il lavoro dei progettisti per diminuire il peso rispetto alla 1100 e abbassare il piano seduta è perfettamente in sintonia con questi obiettivi. Certo, resta una moto che fa dell’agilità il suo punto di forza, con una forcella ancora parecchio "in piedi" e una posizione di guida vicinissima al manubrio, ma tutte le reazioni ora sono più facili da gestire.
Piacerà anche ai neofiti questa Hypermotard 796, perché la frizione è morbidissima, si ha tutto "sotto al naso", l’erogazione è sempre pronta per riprese anche da basso numero di giri e toccare a terra con i piedi non è mai un problema.
Il pilota più esperto apprezzerà la frenata incisiva, coadiuvata da un ottimo antisaltellamento, la buona potenza e il discreto allungo (il limitatore entra a 9.000 giri circa), mentre potrebbe riscontrare una forcella cedevole nella prima parte di escursione e poco omogenea rispetto alla risposta del monoammortizzatore, complessivamente più rigido e frenato in compressione.

PIU' FACILE MA SEMPRE "HYPER"
L’Hypermotard, anche in questa versione "user friendly", si conferma cavallo di razza, nato per la montagna, dove sfodera ingressi in curva aggressivi, trazione ottima e una luce a terra che ha come limite, nelle pieghe a destra più accentuate, non le pedane ma il collettore del cilindro anteriore e la pre-camera del silenziatore.
Nonostante le quote ciclistiche davvero compatte si è rivelata anche rassicurante sui tratti più veloci, da percorrere in terza e quarta marcia tra le curve ad ampio raggio intervallate da brevi allunghi. In questo contesto la 796 svolta rotonda e chiude le traiettorie perfettamente.
Il motore nasce per girare ai medi regimi, dove dà il meglio di sé nel range 3.500-7.000. Esce dalle curve con un’ottima schiena anche se non è inserito il rapporto ideale, e spinge con una progressione convincente, migliore rispetto a quanto ci si aspetterebbe da un 803 cc a 2 valvole.
In città il rendimento è esattamente quello che ci si aspetta da una moto come questa: frizione morbidissima (anche se strappa ancora un po’), freni efficaci ma mai troppo aggressivi, capacità di assorbire le asperità soddisfacente e raggio di sterzo più che adeguato per inversioni veloci e senza patemi d’animo.
Per quanto riguarda la protezione aerodinamica, beh, evitate se potete l’autostrada. Già a 120 km/h indicati bisogna opporre resistenza al muro d’aria che il piccolo cupolino proprio non riesce a deviare. Buone notizie invece per il passeggero che, grazie a un piano di seduta in linea con il pilota, trova una sistemazione comoda e rassicurante anche ad andature sportive.

PREZZO
Il prezzo è conveniente se si approfitta degli incentivi statali e del "raddoppio" offerto da Ducati. A 7.990 Euro ci si porta a casa la Dark e a 8.290 la versione in colore bianco o rosso. Dopo il 31 dicembre occorreranno invece 8.990 Euro per la Dark e 9.290 Euro per la versione in rosso o in bianco. Ricco come sempre il catalogo di accessori ufficiali

In questa prova:
Casco Nolan
Guanti Spidi
Giacca Alpinestars
Pantaloni Alpinestars
Scarponcini TCX
Paraschiena M-Tech

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