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Berlusconi: "A dicembre si inizia il Ponte sullo Stretto"

Illustrato il piano dell'opera, tappa per tappa

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"A dicembre-gennaio inizieremo a realizzare quella grande e fondamentale infrastruttura per la Sicilia che è il Ponte sullo Stretto di Messina". Così il Premier Silvio Berlusconi ha confermato ieri, alla presentazione dei piani di sviluppo dei sistemi aeroportuali di Roma e Milano a Villa Madama, l'offensiva del governo sulle infrastrutture, di cui il Ponte siciliano è la punta di diamante. La grande opera, duramente criticata dall'opposizione e a lungo dibattuta nel paese, sarà finita nel 2016 e aperta al traffico nel 2017, come stabilito nella relazione che Pietro Ciucci, in veste di commissario, ha inviato a Palazzo Chigi e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli.

Riguardo al suo costo, questo è passato da 6,1 miliardi di euro a 6,3 miliardi, un aumento "dovuto al fatto che avevamo già previsto nella stima del costo fatta in origine le difficoltà dovute al prolungarsi in un tempo così lungo della fase realizzativa", ha spiegato Ciucci. A questo proposito vale la pena ricordare che l'esecutivo aveva già stanziato 1,3 miliardi di euro come dote pubblica di base che saranno resi disponibili "anno per anno" in base alle effettive disponibilità del bilancio pubblico e a cui saranno affiancati gli investimenti dei privati, che finanzieranno la costruzione al 60%.

Il primo passo verso la sua realizzazione sarà l'avvio, entro la fine dell'anno, dei lavori per la variante di Cannitello (30 milioni di euro), che serve ad eliminare l'interferenza della ferrovia ai piedi dell'opera. Poi sarà la volta dello svincolo di Curcuraci sulla strada panoramica Messina-Torrefaro, che verrà realizzato nella seconda metà del 2010: anno entro il quale la Società Stretto di Messina ha previsto che saranno avviati lavori preliminari per un totale di 700-800 milioni di euro. Il vero e propro Ponte, invece, comincerà ad essere costruito alla fine del 2010, dopo che il Comitato interministeriale per la programmazione economica (il Cipe) ne avrà approvato il progetto definitivo.

Un via libera che non è del tutto scontato e che dovrà superare le procedure amministrative e i passaggi politici di Roma. Non tutti infatti sono d'accordo sulla realizzazione di quest'opera imponente e molti oppositori rivestono cariche importanti. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a poche ore dalla sciagura che ha coinvolto il Messinese, aveva detto: "O si avvia un piano serio che investa, piuttosto che su opere faraoniche, sulla garanzia e la sicurezza, oppure queste zone del Paese potranno essere afflitte da nuove sciagure". Anche la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, ha ricordato "che l'emergenza alluvione a Messina non è ancora finita, e che non siamo stati noi ma il sottosegretario Bertolaso a sottolineare come la priorità per la Sicilia e per il Mezzogiorno sia la messa in sicurezza del territorio". Il capogruppo dell'Idv alla Camera, Massimo Donadi, ha parlato di "schiaffo alle vittime di Messina", il presidente dei senatori centristi, Gianpiero D'Alia, ha definito "pura follia" l'idea di avviare i lavori, e il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, ha rivolto al governo un appello affinchè "non si sperperino i soldi degli italiani".

"Il nostro Paese si deve svegliare da un lungo sonno che l'ha portato in condizioni di bilancio anche assolutamente negative", ha detto il presidente del Consiglio a supporto delle motivazioni che spingono il governo su questa strada. L'Italia, aveva detto precedentemente, ha un "gap infrastrutturale, della logistica della mobilità" che rappresenta una vera propria "strettoia" che ha finora "impedito di sfruttare a pieno le ricchezze" del nostro Paese che potrebbero attirare ancora più turisti e investitori. Un gap, ha concluso, che noi dobbiamo "superare".

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