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L'Asaps a Repubblica.it: "Non toccate i limiti"

E' botta e risposta sull'aumento dei limiti di velocità fino a 160 km/h

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Un giornale sostiene la necessità di regolare meglio i limiti di velocità sulle nostre strade e scatta subito la polemica. Tutto è cominciato venerdì scorso quando Giovanni Valentini ha scritto sulle pagine di Repubblica.it che "rendere i limiti di velocità più elastici, portandoli - per esempio - a 150/160 sulle autostrade a tre corsie o magari nel fine settimana, anche in rapporto alla cilindrata dell'auto e all'anzianità di patente del guidatore, favorirebbe certamente la fluidità e quindi la sicurezza della circolazione". Parole che non sono affatto condivise dall'Asaps, l'Associazione Sostenitori Amici polizia stradale, che tramite il suo presidente, Giordano Biserni, ha inviato un commento alla redazione per spiegare il proprio punto di vista, sostenuto da anche da una tabella sui limiti in Europa.

"Una volta tanto non siamo per niente d'accordo con Repubblica. it/motori", si legge nella nota dell'Asaps, che ha rivolto alcune domende al giornalista iniziando un vero e proprio dibattito sul tema. Secondo Valentini i limiti occorrono e servono a disciplinare il traffico, ma spesso risultano troppo rigidi e quindi eccessivi, vanno regolati meglio. "Il limite dei 130 chilometri all'ora in autostrada, per cominciare, può funzionare nei tratti a due corsie e può non funzionare in quelli a tre", ha scritto nel suo articolo. "Può andare bene nei giorni feriali, quando il traffico è ulteriormente aggravato dai mezzi pesanti, camion o tir. Ma può essere sproporzionato sugli stessi tratti nei giorni festivi o durante il week-end, quando la circolazione è ridotta e comunque meno caotica o congestionata". "L'autore si rende conto che l'aumento della velocità è solo una cura palliativa per chi ha fretta? - si è chiesto Biserni, secondo cui "un aumento di 20 km/h determinerà un incremento degli incidenti (è matematico!) e quindi delle interruzioni del traffico. Per chi percorre costantemente la rete autostradale alla fine è una rimessa di tempo e non un guadagno!"

E ancora, per Valentini "i 130 all'ora possono essere adatti a un'utilitaria o a un neo-patentato, ma non a una BMW o una Mercedes né tantomeno a un veterano del volante". Invece, secondo l'Asaps, i limiti in rapporto alla cilindrata del veicolo e alla anzianità del conducente meritano alcune considerazioni. Innanzitutto: "chi sarebbe in grado di farli rispettare nella jungla delle cilindrate dei modelli, dei cavalli di ogni veicolo?". E poi: "E' noto che in autostrada è praticamente impossibile fermare un veicolo al volo, per ovvie ragioni di sicurezza. Chi potrà accertare l'anzianità della patente del conducente? Scopriremo che alla guida erano tutti i nonni?". Il dibattito a questo proposito va avanti e si infittisce, ma è nelle ultime domande e risposte tra il giornalista e il presidente dell'Associazione che la polemica si incendia.

Valentini si è chiesto "come mai lo Stato, di cui - fino a prova contraria - anche quella Polizia fa parte, continua a omologare automobili di tutte le cilindrate e potenze, in grado di superare abbondantemente i limiti dei 130 chilometri all'ora". Una "bella" domanda che si pone anche l'Asaps, secondo cui però a rispondere dovrebbe essere "chi governa e l'UE in particolare", non l'Associazione. Uno dei punti chiariti invece dall'Asaps riguarda il "misterioso motivo" su cui si è interrogato Valentini secondo il quale "la maggior parte degli incidenti mortali avviene sulle strade urbane, in città, dove il limite massimo è di 50 km/h". "Il motivo - secondo l'Associazione Sostenitori Amici polizia stradale - non è per niente misterioso, ma chiarissimo, basta riflettere. La maggior parte degli incidenti avviene sulle strade urbane per il semplice motivo che lì circolano nell'ordine: pedoni, ciclisti, ciclomotoristi e minicar, tutte categorie ad elevatissimo rischio che in autostrada non possono circolare. Si potrebbero poi aggiungere altri significativi motivi che caratterizzano la mobilità urbana, ad esempio i pericolosissimi icroci a raso e le strade a due corsie e non a carreggiate divise".

"E perché, infine, negli altri Paesi europei i treni viaggiano ad alta velocità (e generalmente in orario) o gli aerei arrivano puntuali, mentre da noi siamo costretti a usare l'auto per necessità?", ha chiesto il giornalista. "Domanda da rivolgere a chi ci ha governato e ha fatto certe scelte negli ultimi 50 anni, non all'Asaps".

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