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Moto Guzzi Bellagio - TEST

Street road all'italiana: personale e cattiva...

Moto - News: Moto Guzzi Bellagio - TEST

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Bellagio - Guardare e non toccare, almeno sino ad oggi. La nuova Moto Guzzi Bellagio 940, dopo una fugace apparizione al Salone di Milano ed una manciata di "striminzite" foto di cartella stampa distribuite per placare un'attesa lunga cinque mesi, mette finalmente le ruote su strada, andando a coronare i sogni di chi da sempre sogna una sportster ma non trova alternativa alla sempreverde ma forse un po' superate Harley Davidson 883/1200.

Una moto, la Bellagio, che nella splendida cornice della omonima cittadina baciata dalle acque del Lago di Como ha dimostrato di essere non solo interessante da un punto di vista stilistico ma anche sotto il profilo tecnico, proponendosi ad un pubblico vasto ad un prezzo di listino interessante: 11.400 euro. Certo, calcolatrice alla mano sono circa 22.500.000 lire del vecchio conio, ma per avere una Harley Davidson motoristicamente equiparabile bisogna rivolgersi al modello 1200 e per avere prestazioni dinamiche simili bisogna dar fondo al listino degli accessori.

La risultante, dunque, ne è una moto che non teme alcun paragone con la concorrenza...anzi, nasce proprio con l'idea di fissare nuovi standard di riferimento all'interno della categoria, grazie ad una accurata scelta di soluzioni ciclistiche che non fanno altro che accrescere il valore aggiunto di un marchio assolutamente unico, come del resto lo è Harley Davidson, quale è Moto Guzzi.

Ma andiamo con ordine ed iniziamo proprio da una delle principali novità di questa moto, che è il motore di 935,6 cc. Una cilindrata assolutamente inedita per la Casa di Mandello del Lario e che nasce da un attento studio delle potenzialità di questa architettura in relazione a quanto di buono fatto dalla concorrenza. Una cilindrata che non vuole spaventare, andando oltre il litro, ma che non vuole necessariamente rinunciare a quel sano tocco di brio che anche da una moto di questo genere è lecito attendersi.
Un propulsore che apparentemente è identico a quel V-Twin trasversale di 90° che spopola tra i guzzisti da alcuni decenni, ma che al suo interno racchiude una folta schiera di soluzioni interessanti, a partire dalla accensione a doppia candela per arrivare agli iniettori collocati direttamente sui collettori d’aspirazione...passando per l’alternatore, collocato tra i due cilindri, con l'intenzione di rende più compatta la massa del motore a tutto vantaggio della distribuzione dei pesi e dell'impatto estetico.

Dentro è stato fatto largo uso di materiali leggeri, tra cui le bielle, i pistoni e le fasce alleggerite, così da diminuire le masse in movimento a tutto vantaggio della prestazione mentre con l'obiettivo di migliorare l'affidabilità oltre che la resa sono state sinterizzate le guide valvola assicurando maggior scorrevolezza. Qualche numero? 75 CV a 7.200 giri e 8 kgm di coppia massima a 6.700 giri. Non poteva certamente mancare all'appello il cardano CA.R.C. - cardano reattivo compatto, un brevetto Moto Guzzi -, che ha permesso ai tecnici lombardi di ntegrare la trasmissione nel forcellone monobraccio in lega d’alluminio, assicurando una risposta dolce e senza gli strappi tipici del cardano ed i "soliti" effetti di sollevamento. Il tutto è ovviamente abbinato ad un cambio sequenziale, a sei rapporti.

Una sospensione, quella posteriore, estremamente complessa e non solo per via della presenza del cardano...in quanto la sua escursione è "vigilata" da un leveraggio progressivo, utilissimo per rendere preciso il comportamento della Bellagio. Ma non c'è solo quello: davanti lavora una generosa forcella a steli dritti da 45 mm regolabile!, infulcrata in un inedito telaio tubolare a doppia culla in acciaio. Il propulsore, vista la sua funzione portate, è parte integrante del quadro ciclistico della Bellagio...la quale frena con la forza di due pinze Brembo a quattro pistoncini che mordono dischi da 320 mm, installati su di una bellissima ruota 18" a raggi. Una soluzione, quella di questo genere di cerchio, ovviamente replicata anche al posteriore: in questo caso, però, a stupire non è tanto il sistema frenante applicato alla 17" (disco da 282 mm e pinza a doppio pistoncino Brembo) ma la generosità della gommatura, che è una incredibile 180/55r17.

Più che quelle di una Moto Guzzi, la ruota posteriore così calzata potrebbe soddisfare le esigenze della "cugina" Aprilia RSV 1000 ed è evidente come questa scelta non sia stata frutto solamente di una scelta tecnica: il fattore estetico, soprattutto in questo genere di prodotto, fa la sua parte. E così, guardandola da dietro con quel codino spiovente ed i due terminali di scarico cromati e sovrapposti, la Bellagio 940 fa subito capire di che pasta è fatta, introducendo tutta una serie di dettagli da special che la caratterizzano. Il tachimetro con cifre a disposizione radiale, i fregi in rilievo sul serbatoio, sono tutti retaggi classici interpretati in chiave moderna. Altri sono citazioni alla più tradizionale filosofia custom, come il manubrio drag bar pull back, le pedane avanzate e la sella biposto two-up inserita nel parafango a coda corta, le numerose cromature esaltate dal contrasto con l’opaca colorazione coal black.

Dettagli da custom ma la guida? C'era da aspettarselo che in Moto Guzzi non avessero lasciato nulla al caso e quella forcella relabile unita alle scarpette da "pista" non potevano che far presupporre qualcosa di interessante in termini di guidabilità. Ci saremmo aspettati che i 224 kg della Moto Guzzi Bellagio 940 fossero più "evidenti", che la moto fosse difficile da inserire in curva e più pesante da gestire nel misto. Ed invece ti ritrovi tra le gambe una naked vestita da carnevale, reattiva e semplice da guidare come una seicento, ma ben assistita in uscita di curva dalla schiena del suo bicilindrico da 940 cc.

L'idea è un po' quella di essere in sella alla più aggressiva Griso, ma il manubrio largo ed arretrato, la sella bassa (790 mm da terra) e le pedane che solo da un punto di vista estetico sono avanzate...consentono di divertirsi con una posizione di guida piuttosto aggressiva anche se non caricata sui polsi. Appunti? Sì, uno: a volte chi sfiora il metro e novanta può sfiorare le testate con le ginocchia, ma la temperatura di quest'ultime è tiepida per cui non da alcun fastidio.

Si viaggia forte tra una curva e l'altra, con un motore che ti assiste curva dopo curva con una regolarità davvero eccezionale. Merito della doppia accensione ma anche dell'iniezione elttronica, che oltre alla fluidità ha portato in dono il pieno rispetto della normativa Euro3, ormai d'obbligo per un motore di nuova concezione. Peccato solamente per l'assenza del contagiri, ma il twin lombardo avverte con dei segnali forti e precisi - calo prestazionale, poi limitatore - che è ora di cambiare marcia. Come tutti i bravi bicilindrici in circolazione, tirare il collo non serve a nulla.

Meglio dunque aggiungere una marcia, sempre che sia possibile, godendosi la eccezionale (complimenti davvero) precisione del cambio che moto dopo moto è stato via via perfezionato, divenendo morbido e per nulla rumoroso nell'azionamento. Se non fosse l'anno 2007 e non conoscessimo l'intenso lavoro di sviluppo che Moto Guzzi ha portato avanti in questi anni non potremmo credere che questo cambio è parte di una moto dell'Aquila...

Parlavamo di naked. Si perchè oltre alla "rotondità" nel seguire le traiettorie imposte dal pilota, la Bellagio non si tira nemmeno indietro quando si inizia a fare sul serio. Roba che non le altre custom mai e poi mai ti sentiresti di fare, mentre con lei andare a cercare l'angolo di piega è quasi obbligatorio: le pedane non toccano, il telaio e le sospensioni acconsentono: insomma, è un vero spasso. Peccato solamente per il solito fastidioso effetto on-off del gas, al quale bisogna un po' fare l'abitudine nelle marce più basse.

Concludiamo segnalando come l'impianto frenante svolga davvero egregiamente il suo lavoro: resistente al fading e consistente nel mordente, l'impianto ci ha sorpreso per modulabilità, in particolar modo dell'unità posteriore: a differenza di altre Moto Guzzi attualmente in listino, la tendenza al bloccaggio è sostanzialmente inesistente.

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