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Rossi, Lorenzo, la Direzione Gara peggiore di sempre. Il GP del Qatar in versione 'Gattopardo': cambiare tutto per non cambiare niente.

Rossi, Lorenzo, la Direzione Gara peggiore di sempre. Il GP del Qatar in versione 'Gattopardo': cambiare tutto per non cambiare niente.

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L'apertura iridata in Qatar ci ha offerto più di uno spunto di riflessione sul campionato che è appena partito. La prima, sulla base dei risultati, è che ci avevano promesso una MotoGP con i piloti più vicini fra di loro. Questo in base ai nuovi regolamenti che avrebbero dovuto avvicinare i piloti ufficiali e quelli satellite. CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NIENTE - Stando a quello che abbiamo visto non è cambiato nulla. Né la centralina unica con software unificato, né il passaggio alle Michelin ha - per il momento - sortito l'effetto sperato. Lì davanti ci sono stati i soliti, è mancato il solo Pedrosa che peraltro finendo 5° si è beccato 15 secondi risultando il migliore degli 'altri'. Se aggiungiamo che nonostante le novità alle quali i piloti 'si sarebbero dovuti adattare' il Gran Premio è stato più veloce di quello dell'anno precedente di ben 7 secondi, beh, allora come al solito si è fatto tanto rumore per nulla. uncini_1983MOTO CON LE ALI - A proposito di rumore, ne sta facendo tanto il partito di coloro che vorrebbero far sparire dalle carenature le alette o spoiler che dir si voglia. I motivi variano da quello puramente estetico - le moto sono più belle con la carenatura liscia, dicono - ad una supposta pericolosità. Gli spoiler, dicono, sono lame affilate protese verso la gola del pilota. Sono tutte sciocchezze, le alette, come la carenatura, sono fatte di fibra di carbonio, pesano pochi grammi e, sì, possono rompersi, ma come qualsiasi altra parte in carbonio della moto. Chi paventa gambe segate in eventuali contatti dovrebbe venire qualche volta al parco chiuso a dare una occhiata alle tute dei piloti dopo le gare: le righe nere sulla tuta, braccia o gambe, sono all'ordine del giorno e sicuramente fa più male una ruotata che una aletta. bagnaia-anto1 Quanto alla turbolenza in scia, Jorge Lorenzo dopo la sua vittoriosa cavalcata, ha confermato di non essersene accorto mentre viaggiava dietro alle Ducati. Possono staccarsi, certo, ma sono così leggere che volerebbero via come un foglio di carta nel vento. Farebbe sicuramente più male una delle decine di telecamere mal fissata su una moto. E a chi pensa che non sia possibile suggeriamo di cercare le immagini di Stoner, a Barcellona ci sembra, quando fece tutto un Gran Premio con una mini-cam penzolante appesa sotto il cupoloni eppure nessuno ha mai pensato di vietarle. E poi, di foggia o forme diverse, sono anni che girano. Nella foto ecco quelle di Franco Uncini. Era il 1983. MITO DI LUNGO CORSO - In Qatar Rossi e Yamaha hanno allungato il loro contratto di altri due anni. Ciò dovrebbe portare il pesarese a correre sino alla soglia dei 40 anni. Non è un record assoluto, ma tenendo conto che c'è ancora una stagione da correre il nostro si è preso un bell'impegno. Significa altre 53 gare come quella di ieri. Una ottima cosa se Valentino riuscirà a stare stabilmente in zona podio, un incubo se dovesse, come è accaduto in Qatar, rimanerne ai piedi. Secondo Randy Mamola, quattro volte vicecampione del mondo della 500, non propriamente l'ultimo arrivato, Rossi non ha nessuna possibilità di arrivare a scadenza di questo accordo di lungo corso. Si fermerà prima. "E' la legge dell'età. E' così in tutti gli sport. I giovani vanno più forte ed in questi anni ne arriveranno altri". Difficile dargli torto, come è difficile non pensare che il 46 non abbia inserito nell'accordo una clausola che gli consenta di svincolarsi in qualsiasi momento, magari per ricoprire un altro ruolo. lorenzo_zittiFRATELLI-COLTELLI - Se poi Vale dovesse continuare ad avere al fianco Jorge Lorenzo lo stress sarebbe altissimo perché fra i due la convivenza è ai minimi termini. E' vero che ognuno, nella propria parte del box, fa i suoi comodi, ma i matrimoni sopravvivono finché c'è equilibrio. Siamo sicuri, qualora Porfuera continuasse a vincere, che Rossi accetterebbe di essere solo un bel monumento? Il gesto di Jorge dopo la vittoria - il dito in orizzontale a cucirsi le labbra - parla da solo: d'ora in avanti ci saranno fra i due sempre meno parole e più fatti di questo tipo. L'obiettivo di Lorenzo è quello di demolire il Fenomeno psicologicamente, in pista ogni volta che può, rimarcando i suoi successi. Non è un compito facile, d'accordo, ma il maiorchino picchierà il suo martello sul chiodo fino a vederlo scomparire. Al di là che ci riesca o meno, non è una bella immagine di team. Ricordate Senna e Prost, Lewis Hamilton e Fernando Alonso? Prima o poi la coppia scoppia. MotoGP_FP317L'UOMO DEL DESTINO - E a proposito di coppia, che ne pensate dell'A-team, Dovizioso-Iannone? Perché quello che aspetta la Ducati, che lo ha già avuto nel 2007, è l'uomo del destino. Un pilota giovane e vincente in grado di mostrare il reale potenziale della rossa Desmosedici che ormai è matura per la vittoria, ma non vince. E noi tutti sappiamo il perché: non c'è un fuoriclasse alla guida. Una cosa che sa anche Dovizioso che infatti dopo il suo magnifico secondo posto ha parlato di soddisfazione personale e non di soddisfazione sportiva. Dovi, che è probabilmente il pilota più intelligente della MotoGP, il più analitico, il più saggio, non può non rendersi conto dei propri limiti, pur altissimi perché anche lui è un top-rider. Ma qui parliamo di fuoriclasse e pur avendo corso sempre con moto ufficiali il forlivese ha vinto, in classe regina, appena un Gran Premio in carriera. Questi sono i fatti. Ed i fuoriclasse sono vincitori seriali. Magari non vincono il titolo, come ha rischiato anche Kevin Schwantz, ma di Gran Premi ne vincono. Eccome. E poi c'è Iannone, il Maniaco, coraggioso, arrembante, improvvisatore che chissà, potrebbe anche togliersi di dosso la pelle di incompiuto, perché è giovane, ma finché non riuscirà a farlo rimane per il momento solo un pilota molto veloce ma non uno su cui puntare per il titolo. Dunque la Ducati di questo Top Gun è ancora alla ricerca e avere Casey Stoner nel box senza alcuna voglia di correre rende ancora più esacerbante questo desiderio. Un po', insomma, come avere una donna amata nel letto che non te la dà. Vito Ippolito, Presidente FIM firma autografiTUTTI A CASA - E' una situazione insostenibile. Né più e né meno di quella che noi, ma anche tutti gli appassionati del motomondiale, sosteniamo avendo fra i piedi la peggiore Direzione di Gara mai avuta dal 1949 ad oggi. Roba da far rimpiangere la vecchia FIM di Nicolas Rodil Del Valle. Cosa aspetta il Presidente Vito Ippolito a cacciarli via tutti non lo sappiamo. Ah, dite che non può? Già è vero, non può. E' un re senza corona. Ma Carmelo Ezpeleta, al di là dei suoi guai finanziari, la corona ancora in testa ce l'ha e dovrebbe rendersi conto che Mike Webb era un ottimo meccanico ma non ha la cultura giuridica per il super-ruolo che gli è stato ritagliato. Già perché è lui, poi, a fare da tramite fra la DG e gli altri due giudici 'esterni' che rappresenterebbero la grande novità del 2016 e dovrebbero decidere sulle infrazioni più gravi. Una cosa facile da individuare e punire come il jump-start semicollettivo della Moto2 ha però mostrato tutti i limiti degli uomini chiamati ad applicare il regolamento che è tutt'altro che perfetto, ma perlomeno in questo caso, è chiaro. E invece a Franco Morbidelli è stato 'concesso' di correre praticamente per l'intera gara, prima che su di lui calasse la scure della penalizzazione di 20 secondi, chiaramente iniqua per coloro i quali, invece, per lo stesso errore, hanno subito un ride throught. La domanda è: ma in Direzione Gara bevono? In sala stampa, fra le tante, la partenza anticipata di Morbido è stata quella più evidente. Tutti a casa, questi 'giudici', ma subito. Romano Fenati-Nicolò Bulega-Andrea MignoBELLE STATUINE - Per fortuna in mezzo a tanta tristezza un sorriso la dichiarazione di Nicolò Bulega, al termine della Moto3, sul compagno di squadra Romano Fenati ce l'ha strappato: "a Romano tira il culo perché gli sono quasi arrivato davanti". Al di là del fatto che è probabilmente vero, al di là di una frase non propriamente originale perché pronunciata dal Maestro Valentino, ci ha fatto piacere constatare che il più giovane del team VR46 Sky Racing Team, abbia deciso che essere politicamente corretto è scorretto. Insomma le cose bisogna dirle, ma non perché i giornalisti facciano i titoli sui giornali. Vanno dette perché solo in questo modo la gente, e dunque anche i piloti, si rendano conto fino a dove ci si può spingere. Ne abbiamo piene le tasche dei perfettini in combinazione casco-tuta-stivali-numero di gara proprio anche se finora non hanno combinato un cazzo. Perché, è bene che i campioncini della Moto3 se ne rendano conto: una vittoria in Moto3 (come per quelle della ex 125) non si rifiuta a nessuno. E nemmeno con un titolo in tasca si diventa qualcuno. Dunque, per favore, anche se nella denominazione del team figura la parola cielo, seppure scritta in inglese, piedi per terra. Perfavore.

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