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Lorenzo, la Honda, Sparta, i serbatoi, il Prozac e altre curiosità

L'egocentrismo come pregio (secondo Marquez) del pilota più spiazzante della MotoGP che a Barcellona, per la prima volta, ha detto: "se con Honda non funziona, potrei anche andare via"

Lorenzo, la Honda, Sparta, i serbatoi, il Prozac e altre curiosità

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Lorenzo fa sempre discutere, sia affermi qualcosa, che lavori in una certa direzione: è un perfezionista, ed agisce in un modo tutto suo, senza preoccuparsi troppo delle reazioni degli altri.

A volte, addirittura, dice la prima cosa che gli viene in mente.
Spesso ciò è stato per lui controproducente, ma non se ne è mai curato. Anzi il più delle volte ha ribadito il suo modo di agire, di fare e di pensare.

Jorge è iper analitico, le sue note sono precisissime

Gli si può dire di tutto, ma non che non sia sempre sé stesso.

Una cosa che lo stesso Marquez gli ha riconosciuto esprimendo ammirazione per quello che, per molti, passa come un difetto: l'egocentrismo.

Qualunque pilota, in una condizione come quella attuale, simile al primo anno passato in Ducati, dovrebbe ricorrere al Prozac: non lui. Jorge, infatti, è uno di quegli atleti che si nutre della propria sofferenza.

Non idealizza il suo talento, ripete spesso di essere un campione perché ne è convinto - ed è vero - ma sa anche che tutto ciò che ha non gli arriva gratuitamente semplicemente dal talento, ma è frutto di sofferenza e di duro lavoro.

C'è una certa dose di masochismo, nel suo modo di intendere lo sport e la vita e non a caso il suo riferimento sono gli spartani e Leonida. Eroe sì, ma con sofferenza.

In lui convivono Eddie Lawson e Max Biaggi, anche se il californiano era un introverso che poco si curava di quanto gli accadeva intorno, mentre il romano un introverso che somatizzava troppo ciò che gli accadeva attorno.

Incredibilmente Jorge Lorenzo, dei due fuoriclasse ha anche lo stile di guida. Pulito, preciso, chirurgico. Indubbiamente un modo di pilotare che si basa sui dettagli, non sull'improvvisazione.

Ciò spiega l'attenzione di Porfuera per l'ergonomia.

"Quanti serbatoio e selle abbiamo fatto per Jorge? Non ricordo, ma tante, ho perso il conto", a domanda ha risposto Davide Tardozzi, ricordando le due stagioni in Ducati.

"Io non so come faccia a guidare con un serbatoio così - si è interrogato Andrea Dovizioso, dopo aver osservato il disegno dell'ultima novità della Honda di Jorge - quando era in Ducati ho provato uno dei suoi, ma mi ci impigliavo. Lo giudicai pericoloso".

Su questi particolari, invece, Lorenzo costruisce i suoi successi e non si preoccupa di esternare sino in fondo le proprie idee.

Jorge è iper analitico, le sue note sono precisissime

"Potrebbe anche accadere, alla fine dell'anno, che i miei sforzi e quelli della Honda anon ci portino lì dove vogliamo arrivare. Ed allora entrambi potremmo decidere che non è il caso di continuare".

Una dichiarazione che ha suscitato una ridda di reazioni, fra le quali quelle di Alberto Puig, team Principal della HRC e dello stesso Marquez.

E se Marc si è limitato a commentare la puntigliosa ricerca dell'ergonomia: "non è un problema che mi riguarda, ma telaio e motore non si toccano perché la moto è competitiva", ha detto il campione del mondo. L'ex pilota spagnolo sul discorso 'divorzio eventuale' , è stato secco: "in Honda si fanno contratti biennali, e vengono rispettati. Anche a me piacerebbe, a volte, fare contratti di un solo anno, ma l'HRC ragiona in modo diverso".

Jorge Lorenzo, un pilota unico.

 

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