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Dovizioso, la ricerca della perfezione ed il segreto di Lorenzo

Dovi ha spiegato la necessità di cucirsi l'Aprilia addosso prima di poter andare forte, ma poi interrogato sul tema sulle manie di Lorenzo in Ducati ha negato che la raggiunta competitività dipendesse dall'ergonomia: ha ragione, stomaco, cuore e palle sono più importanti

Dovizioso, la ricerca della perfezione ed il segreto di Lorenzo

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Se si concretizzerà lo chiameremo l’accordo della Fiorentina. Una eventuale decisione sulla prosecuzione, ed in quali termini, del loro rapporto l’Aprilia e Andrea Dovizioso sarà infatti deciso davanti al famoso taglio di carne che ha reso famosa la Toscana.

C’è da sperare, comunque, che la discussione si svolga con una bella bottiglia di Brunello di Montalcino sul tavolo, perché poi alla fine proseguire nella sua carriera di pilota per Dovizioso sarà principalmente una questione di stomaco, con il cuore magari alleggerito dal nettare rosso.

Dovremo aspettare un mese, forse più, perché giustamente Dovi vuole provare la RS-GP al Mugello, ma l’impressione è che abbia già deciso, ma prima voglia cucirsi la quattro cilindri veneta addosso per saggiarne il vero potenziale.

Su questo, infatti, il forlivese, non si è sbottonato, ma l’insistenza con la quale ha parlato, riparlato, puntualizzato e precisato l’importanza di doversi ‘cucire’ la moto addosso fa pensare che lo vedremo ancora in pista alla guida di una MotoGP. Magari quest’anno.

Non ci è sfuggita, infatti, l’allusione scherzosa a due ex illustri, peraltro entrambi ex compagni di squadra, Dani Pedrosa e Cal Crutchlow, con i quali ha diviso la pista di Jerez in questi tre giorni: “sono entrambi degli ex piloti, dei collaudatori ormai. Lo ho capito dal loro approccio”.

Difficile comprendere esattamente a cosa si riferisse Dovizioso, possiamo solamente immaginare che un pilota si preoccupa principalmente di ottenere le massime prestazioni per sé stesso, per ottenere il risultato finale, vittoria o piazzamento che sia, mentre da collaudatore il focus sia lo sviluppo del mezzo fine a se stesso.

Un pilota pensa a sé stesso, è egocentrico, il collaudatore allo sviluppo della moto

Un lavoro più altruista, meno egocentrico. Del resto è quando un pilota si rende conto di avere ottenuto il massimo, di non poter fare di più, quando viene a patti con il suo ego, che si ritira. Non può farlo prima, quando pensa di avere ancora, nel profondo di sé stesso, qualcosa di inesplorato che potrebbe fargli colmare quel divario, piccolo, che lo separa dal successo finale.

E non abbiamo il minimo dubbio che Andrea Dovizioso, dopo essere arrivato per tre volte secondo nel mondiale alle spalle di Marc Marquez, pensi al trono della MotoGP come un obiettivo ancora perseguibile.

Un pilota si ritira quando viene a patti con il suo ego, quando pensa di non poter fare di più

Estremamente lucido, razionale, nel corso della sua carriera Andrea si è prevalentemente affidato al cavallo bianco, l’iconografica rappresentazione del suo spirito moderato, lasciando le briglie al cavallo nero poche volte. Non senza successo.

Per questa nuova avventura, se deciderà di proseguire il cammino iniziato, dovrà però far prevalere questo lato, minoritario, del suo carattere e magnificare invece l’irrazionale che c’è in ogni uomo, figuriamoci in uno sportivo del suo livello.

Dovizioso: "la svolta di Lorenzo in Ducati non fu a causa dell'ergonomia"

La lotta fra il cavallo bianco ed il cavallo nero che scalpitano in Dovizioso si è palesata quando, dopo aver parlato per quarantacinque minuti sulla difficoltà e la necessità di cucirsi la moto addosso, per ottenere i risultati nella MotoGP attuale, ha però affermato che, nel caso di Jorge Lorenzo - ai tempi suo compagno di squadra in Ducati - i risultati non vennero perché finalmente dopo mille serbatoi, selle e quant’altro, modifiche peraltro che gli attirarono critiche e scherni, riuscì a ritrovarsi a suo agio sulla Desmosedici, ma per altre ragioni.

Quali? Nell’impossibilità di giudicare le mille sottigliezze necessarie per portare al limite una bestia da 300 cv, troviamo solo due organi, forse tre, capaci di annullare quell’ultimo decimo così illusorio anche per campioni affermati e trasformarli in fuoriclasse: stomaco, cuore e, sicuramente, palle.

Forse a ciò si riferiva Dovizioso, a proposito della svolta di Lorenzo. Per fortuna ci dicono che il consumo di carne aumenta la produzione di testosterone.

 

 

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