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Nove vincitori in cerca della conferma (senza dimenticarsi di Valentino Rossi)

E' giunto alla fine il più strano dei mondiali a cui abbiamo (via zoom e TV) assistito. Divertente per la varietà, ma quanti dei 9 vincitori di Gran Premi sarà ancora protagonista la prossima stagione? Ezpeleta ha portato la MotoGP in porto, ma il 2021 sarà altrettanto difficile

Nove vincitori in cerca della conferma (senza dimenticarsi di Valentino Rossi)

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Il mondiale delle sorprese è finito con l’ennesima: un Gran Premio totalmente dominato da Miguel Oliveira, come si dice in questi casi, profeta in patria.

Una gara, se si vuole, old style, con gli avversari relegati quasi a comparse. Definitivamente diversa dall’altro successo del portoghese, ottenuto di misura su Miller, nel GP della Stiria, il secondo disputato al Red Bull Ring.

Il campione del mondo, Joan Mir, non è stato della partita, costretto al ritiro quando comunque si trovava nelle retrovie. Per questo motivo noi incoroniamo campione del mondo del più strano campionato al quale abbiamo assistito Carmelo Ezpeleta, boss della Dorna che ha tenuto il timone della MotoGP dritto nei venti procellosi del Covid-19.

Non tutto ciò che ha fatto ci è piaciuto, sia chiaro: ha bandito la stampa dal paddock e ciò naturalmente non ci ha fatto piacere. Non crediamo fosse necessario, perlomeno non nel modo in cui è stato attuato, ma chi vince ha sempre ragione, per cui: bravo Carmelo, i team ti ringraziano ma dai una occhiata a quel calendario che ci hai presentato. Non crediamo sia realmente fattibile, quindi iniziamo fin d’ora a rendere il motomondiale 2021 maggiormente press-friendly.

Campionato strano: ai favoriti Dovizioso, Quartararo, Vinales, è totalmente mancata la costanza

Lo abbiamo detto all’inizio: mancando subito il mattatore degli ultimi anni, Marc Marquez, ne è venuto fuori un campionato strano. Tutti hanno pensato che fuori il gatto, potessero ballare, ma alla fine la realtà è stata molto diversa. Ai favoriti, pensiamo a Dovizioso, Quartararo, Vinales, è totalmente mancata la costanza. E se ci siamo accorti quasi subito che Andrea e Maverick non sarebbero stati della partita, Fabio ci ha illuso: il suo finale di stagione, 19 punti nelle ultime 6 gare è stato inqualificabile, incomprensibile. Ma vediamo un po’ di capire qualcosa in più della top ten.

Joan Mir al centro del ring: una sola vittoria ma ben 7 podi

Joan Mir (1 vittoria, 7 podi, 3 terzi, 2 secondi) - Ha fatto più podi di tutti ed avrebbe vinto non solo una, ma due gare visto che in Austria solo la bandiera rossa gli ha tolto il successo. Nelle ultime due gare non ha dato il meglio di sé. Lo aspettiamo al varco della prossima stagione. Come si dice sempre: la cosa più difficile è sempre ripetersi.

Franco Morbidelli (3 vittorie, 5 podi, 1 terzo, 1 secondo) - Morbido è stato il miglior pilota in campo, perlomeno dalla seconda metà della stagione in poi e nelle ultimi cinque gare quello che ha fatto più punti di tutti, 81. Incredibilmente nonostante sia il miglior pilota Yamaha in classifica è l’unico - al momento - a non essere ‘ufficiale’ il prossimo anno. Come sempre parlando di Yamaha ogni anno la migliore moto è quella della stagione precedente, ma è proprio vero?

Alex Rins (1 vittoria, 4 podi, 1 terzo, 2 secondo) - Ha iniziato la stagione con problemi alla spalla, e chiunque capisca di motociclismo sa che non è un inconveniente da ridere. Poi si è ripreso e sul finale è stato superato solo da Morbidelli che negli ultimi cinque Gran Premi ha fatto appena due punti più di lui. La Suzuki si ritrova una bella coppia. Come nel caso del suo compagno di squadra aspettiamo Rins nel 2021.

La MotoGP con gli spalti vuoti è stata una delle cose più tristi di questo 2020

Dovi, Vinales e Quartararo sono le vere delusioni del 2020

Andrea Dovizioso (1 vittoria, 2 podi, 1 terzo) - Dovi ha fallito la grande occasione della sua vita di diventare campione del mondo, perché è vero che alla fine è stato il miglior ducatista in classifica mondiale, ma non è stato sempre la migliore Ducati in pista. Ha vinto un Gran Premio dove doveva, in Austria, ma è rimasto incomprensibilmente indietro nella maggior parte delle gare. Ha utilizzato il cavallo bianco in una stagione dove lo hanno usato tutti e non ha pagato. Ci voleva quello nero.

Pol Espargarò (zero vittorie, 5 podi, 5 terzi) - Non ha vinto, ma ha guadagnato a bocce fermo la fiducia dell’HRC per il 2021. Il più giovane dei fratelli Espargarò ha un buon carattere e con Marc Marquez formerà una coppia sorridente. Certo, ‘Magic’ ha fissato l’asticella con la RC213-V piuttosto in alto. Bisognerà essere bravi a saltare.

Maverick Vinales (1 vittoria, 3 podi, 2 terzi) - Maverick a dispetto del suo nome non è stato un Top Gun quest’anno. Ha vinto a Misano ma nel resto della stagione è stato incostante e soprattutto non è mai sembrato a suo agio con la Yamaha. E dire che era stato incoronato prima guida, quindi non può certo lamentarsi di non essere stato ascoltato. Alla fine è arrivato davanti, seppure per pochi punti, al suo futuro compagno di squadra, Quartararo. Il suo problema non è la velocità, ma la fiducia in sé stesso che sembra gli manchi.

A Jackass il difficile compito di essere nel 2020 il ducatista di riferimento

Jack Miller (zero vittorie, 4 podi, 3 secondi, 1 terzo) - Jack è stato una bella sorpresa quest’anno, anche se non ha perso il vizio di sdraiarsi. E’ arrivato 7° nel mondiale ad appena tre punti da Dovizioso, miglior ducatista, 4°, ma con quattro zeri (Dovi solo uno) e non ci vuole un matematico per affermare che è stato molto più incisivo di Andrea, meritandosi la promozione nel team ufficiale. La Ducati ricomincia da un altro australiano.

Fabio Quartararo (3 vittorie) - Ha iniziato da dove aveva terminato nel 2019: come possibile rivale di Marquez e dunque, senza Marc in pista, da grande protagonista. Tutti lo hanno incoronato anticipatamente nuovo campione del mondo e Fabietto non ha retto alla pressione. Capiamo i problemi della Yamaha ma nella seconda parte della stagione è evaporato.

Miguel Oliveira (2 vittorie) - Ha portato la KTM due volte sul gradino più alto del podio, e ciò da solo basterebbe, ma soprattutto nella seconda parte del campionato ha acquistato continuità alternandosi fra il 5° ed il 6° posto. Alla fine si è parlato molto meno di lui che di Quartararo. Un pilota concreto.

The best of the rest: citazioni per Binder, Petrucci, Nakagami, Zarco, A. Marquez e Bagnaia

Ci sono altri due vincitori di Gran Premi, nella lista: Brad Binder, che ha colto il successo a Brno e Danilo Petrucci, che ci è riuscito a Le Mans. Complessivamente Brad ha fatto una stagione migliore di quella di Danilo che si è un po’ perso. Con loro due avrebbe potuto esserci anche Takaaki Nakagami, che due volte è arrivato vicino al podio ed una volta anche vicino alla vittoria, per poi stendersi. Comunque, la sua migliore stagione.

Non ha demeritato neanche Johann Zarco, che in qualche Gran Premio si è fatto veramente vedere, salendo sul podio a Brno, così come Alex Marquez che ad un certo punto, a Le Mans e ad Aragon, è sembrato impossessato dallo spirito del fratello con due secondi posti consecutivi. Francesco Bagnaia invece, al di là del bel secondo posto a Misano non ha brillato. Pecco è un ragazzo molto intelligente, in questo molto simile a Dovizioso. Non è che in moto per andare forte bisogna essere stupidi, ma a volte cercare le soluzioni è solo una perdita di tempo. Bisogna adattarsi ai problemi e guidare nonostante essi. Come si diceva ai tempi di Wayne Rainey: guidare sopra i problemi.

Last but non least, come dicono gli anglosassoni, due parole su di lui: Vale Rossi. Checché ne dica o senta, gli anni pesano. La classe resta, ma come dicevamo stagioni fa ad un altro campione: più avanzano le stagioni e meno assi in tasca ci si ritrovano. Cioè è difficile, per non dire impossibile, far collimare le sfere dell’universo on any Sunday, ogni domenica. Per cui, anche se non sembra, anche se non si vuole, nonostante non lo si creda, sono più le giornate no che quelle sì. Qualcuno lo capisce e si fa da parte, altri, quelli più innamorati se ne rendono conto ma non vogliono mollare.

E così anche nella vita, del resto. Chi ama è schiavo.

E solo chi sa amare veramente, conosce il momento giusto per chiudere una storia. Ciao Cal, ci mancherai.

 

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