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Il virus della sfiducia: Valentino Rossi con Yamaha, la prima vittima

Non deve stupire un mercato aperto senza Gran Premi: con il congelamento dello sviluppo le Case hanno pensato che l’unica possibilità di migliorare le proprie prestazioni nel 2021 fosse intervenire sul solo componente modificabile: il pilota. E Ducati è davanti ad una scelta...di orgoglio

Il virus della sfiducia: Valentino Rossi con Yamaha, la prima vittima

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Non c’è stato solo il Covid-19 questo inverno. Un altro virus ha colpito il motorismo: la sfiducia sui propri piloti.

Ne ho parlato pochi giorni fa proprio in questo blog: con il congelamento di motori e aerodinamica e l’unica possibilità di sviluppo legata a ciclistica ed elettronica, le Case hanno pensato che l’unica possibilità di migliorare le proprie prestazioni nel 2021 fosse intervenire sul solo componente modificabile: il pilota. E con tutti i contratti in scadenza si è deciso di fare come se il mondiale 2020 fosse già chiuso, terminato. Basandosi dunque sui dati del 2019.

Un mercato riaperto senza nemmeno una gara di mondiale.

Fate attenzione: non è stato un virus unicamente del motociclismo: in F.1 Ferrari ha rinunciato a Sebastian Vettel, ingaggiando Carlos Sainz. Nel motociclismo in questi giorni stiamo parlando di Pol Espargarò in Honda al posto di Alex Marquez dopo aver rivelato il licenziamento di Danilo Petrucci a favore di Jack Miller. Mentre altre rivelazioni sono in dirittura di arrivo perché, da ciò che precede, paiono fortemente a rischio i mezzi manubri di Cal Crutchlow in LCR.

Il focolaio di questa che oggi chiamiamo follia, come per il Covid-19 ha una data antecedente alla rivelazione dell’esistenza del virus: non dobbiamo infatti dimenticare che il primo caso accertato è stato quello di Valentino Rossi, tagliato fuori dal team ufficiale Yamaha, ancorché con l’assicurazione di un posto in Petronas.

Il mondiale 2020: piloti separati in casa e gare avvelenate

Il risultato generale, in questo 2020 agonisticamente ancora non iniziato, saranno campionati con molti piloti separati in casa. Non solo poche gare, ma anche avvelenate.

Come farà, infatti, la Ferrari a fermare Vettel contro Leclerc? E Carlos Sainz, alla guida di una McLaren ma già col pensiero alla ferrari, così come Daniel Ricciardo, già pronto a lasciare la Renault per la Mclaren.

Anche nel motociclismo è da così a peggio. Temiamo che Valentino, per esempio, dall’essere pronto alla firma con Petronas abbia deciso di tenere sulla corda il team satellite di Iwata, viste le difficoltà interposte in questi mesi per l’arrivo della sua squadra. E qualora si trovasse a lottare con un Quartararo magari in lotta per il mondiale, credete che si comporterà da compagno di marca? E dire che era tutto fatto!

Egualmente Petrucci non sarà felice di correre un 2020 nel quale, in ogni caso, dovrà dimostrare che la Ducati ha fatto un errore, anche se siamo convinti che il suo manager, Alberto Vergani, gli troverà una sella in MotoGP prima ancora che il mondiale sia iniziato, il 19 luglio prossimo.

In questo mercato pazzo perché non pensare nuovamente a Pedrosa e Lorenzo?

E che dire di Crutchlow e Bagnaia che rischiano la riconferma?

E tutto questo quando due ottimi piloti, entrambi da podio, si sono appena ritirati ma potrebbero essere la scelta giusta per più di una squadra: Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo.

Senza pensare all’impossibile, cioè ad un ritorno di Casey Stoner, perché non pensare invece a convincere Dani e Jorge? Alberto Vergani, nei giorni scorsi, si è detto convinto che qualora Doviziono non rifirmasse, Porfuera tornerebbe ad essere una opzione. Probabilmente ha ragione, e più che il denaro, questa volta, ci sarà da vincere l'orgoglio.

 

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