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LA STORIA Dalla neve alla pioggia: il GP del Qatar già rischiò di saltare

In realtà, oltre al GP d'Austria, gara inaugurale nel 1980, solo un'altra volta la prima gara ha rischiato di non essere corsa: accadde ancora in Qatar, nel 2009 quando, causa pioggia, si gareggiò il lunedì

LA STORIA Dalla neve alla pioggia: il GP del Qatar già rischiò di saltare

Non è la prima volta che il motomondiale parte in ritardo, anche se in questo caso parliamo solo della classe regina, visto che il GP del Qatar si disputerà regolarmente nel fine settimana per le classi Moto2 e Moto3.

Era il 1980, infatti, quando assieme all’amico e collega Alberto Sabbatini, futuro direttore di Autosprint, partimmo in auto per Salisburgo per scrivere del Gran Premio d’Austria.

Arrivammo il primo pomeriggio e già imboccando la stradina che portava al Saltzburgring, passando sotto il viadotto, ci accorgemmo che la situazione era alquanto particolare: a destra e a sinistra della strada c’erano infatti muretti di neve alti più di un metro. Avevamo trovato neve e nevischio lungo il percorso, ovviamente, ma le strade erano pulite. Appena lasciate quelle principali ed entrati nella valle che ospitava il circuito ci rendemmo conto che c’era un problema.

Il paddock, all’epoca, era un villaggio. I piloti più ricchi avevano una roulotte, gli altri le tende. Era un campeggio, insomma, ed in quella occasione un campeggio innevato.

La pista non era messa meglio. Ed il fatto che le vie di fuga non fossero quelle di oggi peggioravano la cosa perché per cercare per quanto possibile di pulire l’asfalto, a bordo pista c’erano montagne di neve.

Bastarono poche ore di conciliabolo e la decisione fu presa: tutti a casa. Erano i primi di aprile, se non ricordo male, così dopo una cioccolata calda nella bellissima Salisburgo insieme ad Alberto tornai a casa, meglio, in redazione, a San Lazzaro di Savena, dove ci attendeva una collega che durante il Gran Premio avrebbe dovuto essere il nostro ‘desk’ - ricordate che nel 1989 non c’erano i telefonini e nemmeno i fax, si dettavano i pezzi o si mandavano per telex - e che naturalmente fu più che sorpresa nel vederci rientrare. Ma questa è un’altra storia.

Quell’anno il motomondiale, a causa dell’annullamento del Gran Premio d’Austria partì dalla seconda gara che si corse l’11 maggio a Misano. Vinse Kenny Roberts davanti ad Uncini e Rossi. Non Valentino, Graziano, il padre.

La stagione, 8 Gran Premi in tutto, terminò il 24 agosto al Nurburgring, quello vecchio, quello vero. Durò quindi appena 4 mesi. Marco Lucchinelli vinse il suo primo Gran Premio nell’inferno verde.

Da allora ho visto, o meglio: sono stato testimone, di tutti gli annullamenti. Ma qui abbiamo parlato della gara d’esordio del campionato. Perché se dovessimo raccontare tutte le gare non disputate il conto si allungherebbe, a partire dalla sciopero di Francorchamps nel 1979 (corsero piloti non protagonisti) che personalmente qualifico quasi come l’inizio del motociclismo moderno con il rifiuto dei piloti di correre.

Rifiutò che avvenne anche ad Imatra, in Finlandia, per la sola classe 500, nel 1982 e poi ad Indianapolis (un tifone, fu annullata solo la 250), nel 2011 a Sepang per la morte di Marco Simoncelli e, recentemente, a Silverstone nel 2018 per le condizioni dell’asfalto che non drenava la pioggia.

In realtà se dobbiamo parlare di evento inaugurale ci sarebbe, nuovamente, solo il Qatar perché nel 2009 la gara rischio di saltare a causa del fatto che Losail era stato costruito senza gli scarichi dell’acqua ed un violento temporale lo allagò. Il Gran Premio però, caso più unico che raro, fu recuperato il lunedì successivo. Con un po’ di casino per le squadre e addetti ai lavori per riorganizzare i viaggi. Vinse Casey Stoner.

(La foto non ritrae il Sachsenring, bensì Silverstone. Protagonisti Niall Mackenzie e Donnie McLeod, alla presentazione del tem Armstrong)

 

 

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